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Chi ha paura di chi?

Di Citizen Writers Domenica 7 Aprile 2013 alle 21:58 | 0 commenti

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Di Alessandro Betto per la rubrica autogestita Vita gay vicentina

Oramai la macchina è lanciata e mancano meno di 3 mesi al "giorno del giudizio" della nuova veste di Vicenza come città evoluta ed aperta ai cambiamenti. Sì perché, è inutile negarlo, il 15 giugno sarà una data importante in qualsiasi modo vada: al banco c'è un capoluogo di Provincia che, per la prima volta, si cimenta in un evento come un Gay Pride di importanza non solo cittadina bensì regionale.

Ecco quindi due dei possibili scenari:
• Invasione di locuste e pioggia di meteore riapriranno le porte dell'inferno (comodamente ubicate, per l'occasione, alla fine di Corso Palladio) e la profezia dei "due papi viventi" si avvererà, fagocitando tutto il male della moderna società, stigmatizzato per l'evento nei componenti più o meno visibili della comunità gaya locale e, perché no, visto che ci siamo, regionale.
• Le persone ci prendono gusto e, dopo 6 mesi di mostre, eventi, aperitivi, teatro, cinema, e molto altro ancora, partecipano con gioia ad una giornata insieme. E magari le stesse persone si dicono che "più diritti per tutti" è un buono slogan che può, senza dubbio, tornare utile ed, infine, guardandosi attorno ed accorgendosi che anche il vicino di casa partecipa - come del resto succede in tutte le città evolute del pianeta- concludono la giornata pensando che è stata proprio una bella esperienza ed un'occasione per capire un po' di più.

Nel caso dell'apertura delle porte dell'Inferno le preoccupazioni, a mio avviso, sono comunque abbastanza blande: Vicenza tornerà ad essere quella che è sempre stata, la città Bianca dalle molte facce, inclusa quella che vuole che tutte le atmosfere migliori si trovino oltre provincia, un po' come nel 1965 Pietro Germi aveva rappresentato nel film "Signore & signori ".
A mio avviso ciò sarebbe decisamente triste: credo che l'ipocrisia sia veramente fuori moda e che sia senz'altro tempo di fare pulizia di maschere e falsi perbenismi imparando a valutare persone, fatti e idee per quello che sono e non per come appaiono. Se è naturale avere timore di ciò che è differente, la curiosità e la voglia di conoscere e capire sono parimenti parti della natura umana.

Con questo non intendo minimizzare il necessario coraggio che l'esortazione "aprite gli armadi" sottende: è lecito essere spaventati dai propri "lati oscuri" e di certo non è sempre semplice capire ed accettare chi si è, passaggio però cruciale se si desidera presentarsi in modo limpido per se stesso e per gli altri. Da considerare anche che spesso accade che gli "altri" vedano e percepiscano molto di più di quanto i diretti interessati non vogliano o vedano. Anche per questo le "pulizie di primavera" sono un vero toccasana ed il risultato rimane invariabilmente lo stesso: "L'avessi fatto prima".
E così, dopo un percorso di accompagnamento di 6 mesi dove ogni valida scusa sarà stata usata perché il "Vicentino Tipo" apra un nuovo cassetto, tiri uno stipo dimenticato o cerchi nel baule del proprio inconscio, si arriverà al fatidico 15 giugno, momento in cui l'operazione "armadi puliti" potrà mostrare i risultati.
La verità? Il risultato non è tanto importante quanto il percorso fatto e la possibilità di far vedere una faccia di questa città che nessuno aveva ancora visto. Rimarrà poi comunque la straordinaria rete di relazioni tra associazioni e realtà venete tessuta per realizzare questo progetto sulla base di "siamo tutti un po' diversi".

Comunque vada, io sono convinto che molte persone ricorderanno il Vicenza Pride non per una giornata di metà giugno - dopotutto le parate dei Pride possono essere più o meno grandiose ma sempre parate sono - ma porteranno con sé un proprio momento più preciso, come una sera a teatro, un'opera d'arte particolarmente amata, una canzone ballata con più energia o un approfondimento su di un tema mai affrontato prima.
Ecco una cosa di cui essere orgogliosi, non credete? Offrire alla cittadinanza strumenti per pensare, capire, discutere e analizzare. Questo fa crescere e crescere insieme è un modo per migliorarsi, e Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di migliorare!
Quindi, infine, il consiglio è presto dato: sappiate scegliere ciò che più vi interessa ma non perdete l'occasione di partecipare.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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