Cgil: pronti a mobilitazione contro attacco ai deboli. A Cisl e Uil: è ora di impegno unitario
Venerdi 12 Agosto 2011 alle 04:24 | 0 commenti
				
		
		Rassegna.it  -  La posizione del sindacato di Corso Italia: l'incontro con le parti è stato "inutile e dannoso, il governo manifesta la sua impotenza". Servono ricette diverse, altrimenti "sarà il disastro". A Cisl e Uil: è tempo di uno straordinario impegno unitario
Mobilitazione per impedire il disastro economico, se non arrivano risposte concrete; appello a Cisl e Uil per "uno straordinario impegno unitario" dopo l'ennesimo, inutile, incontro convocato da un governo sempre più diviso che continua a perdere tempo prezioso.
È questa, in estrema sintesi, la posizione della Cgil sulla crisi,  espressa in una dettagliata analisi diffusa oggi (11 agosto) dalla  segreteria generale del sindacato di Corso Italia.
"Se si toccheranno  le pensioni, l'assistenza, la sanità, il lavoro - si legge nel  documento -, se si impoveriranno ulteriormente Regioni e Comuni, e non  si toccheranno le grandi ricchezze, le rendite e le sacche di  irregolarità del sistema-paese, la Cgil chiamerà i propri iscritti, i  lavoratori, i pensionati, e tutto il paese alla mobilitazione per  impedire il disastro economico e sociale verso cui ci porta la politica  del governo Berlusconi".
Il sindacato si dice "consapevole della  difficilissima situazione dell'Italia". Per questo nella sua  controproposta "non rinuncia agli obiettivi di risanamento, ma pone la  condizione dell'equità e della coesione sociale. Se così non fosse -  viene ribadito - il sindacato saprà difendere ancora i lavoratori e i  pensionati, che già con le manovre precedenti hanno pagato un alto e  ingiusto prezzo".
Da questa riflessione nasce la richiesta a Cisl e  Uil di "uno straordinario impegno unitario per contrastare la politica  unilaterale di attacco ai ceti deboli e al lavoro che è fulcro della  manovra economica che si accinge a varare il governo. Non è più tempo di  ‘relazioni pericolose' con il governo, è tempo di compattare e  mobilitare insieme alle forze più attive e responsabili il mondo del  lavoro e il paese". 
In sintesi, le proposte centrali che il  sindacato guidato da Susanna Camusso rivolge alle forze sociali e politi  che del Paese sono: un piano strutturale di lotta all'evasione e al  sommerso: un'imposta straordinaria sui grandi immobili già a decorrenza  2011 e un'imposta ordinaria sulle grandi ricchezze dal 2012; l'aumento  della tassazione sulle rendite; ridurre i costi della politica (senza  diminuire gli spazi di democrazia; aumentare la tassa di successione per  un incentivo straordinario all'occupazione giovanile.
Nella lunga  nota, la Cgil parte dal tavolo del 10 agosto con il governo, cui "ha  partecipato anche per correttezza istituzionale e per senso del dovere  verso il paese", ma che è si rivelato "del tutto inutile, anzi dannoso  per la manifesta impotenza di fronte al drammatizzarsi della situazione  economica".
 "Dopo l'incontro del 4 agosto e i recenti sviluppi, le  forze sociali avevano chiesto che fosse reso pubblico il contenuto della  lettera della Bce e che venissero chiariti i contenuti dell'ulteriore  manovra correttiva che sarà imposta per anticipare il pareggio di  bilancio. Il governo non ha voluto rispondere né all'una né all'altra  richiesta, con un risibile atteggiamento di prudenza nei confronti dei  mercati, peraltro proprio nel momento in cui tutte le borse europee (e  non solo) stavano precipitando".
E ancora: "È palpabile la divisione  all'interno del governo e della maggioranza sui provvedimenti da  prendere. Così facendo però, si perde tempo prezioso, mentre sempre più  forte è l'idea della perdita di autonomia del nostro paese. Convocare le  parti sociali senza avere comunicazioni da fare e tentando di scaricare  su di loro dissidi interni e responsabilità di governo, è l'ennesima  prova di un governo non all'altezza della situazione".
Anche il tema  dei costi della politica, continua la Cgil, "è stato affrontato in  maniera pericolosamente demagogica e qualunquista, fuori da qualsiasi  schema di riforma che garantisca razionalizzazione del sistema della  rappresentanza istituzionale senza riduzione della partecipazione dei  cittadini e in spregio al dettato costituzionale. Su questo punto la  politica sana dovrebbe assumere una posizione netta davanti al paese".
Uno  dei tavoli che dovrebbe essere attivato potrebbe essere convocato dal  ministro del Lavoro Sacconi in tema di "modernizzazione delle relazioni  industriali e mercato del lavoro", prosegue la nota, "riproponendo  dunque - ancora una volta - la sconsiderata idea che si possa generare  maggiore competitività riducendo i diritti del lavoro, soprattutto i  cosiddetti costi del licenziamento (art. 18 Statuto dei Lavoratori)".
  Per la Cgil "sarebbe un atto inaccettabile, oltre che inutile a  risolvere i problemi dell'Italia. Contro questa proposta, nell'affermare  che tali ambiti debbano essere affrontati esclusivamente dalle parti  sociali - senza il governo - si è ritrovato un fronte comune, espresso  anche in conferenza stampa. La Cgil ha ribadito l'inutilità e la  strumentalità del tavolo: dicano anche Cisl e Uil cosa intendono fare a  tale riguardo".
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