Cgil e Filcams: raccolta firme per garantire i lavoratori degli appalti
Martedi 17 Febbraio 2015 alle 18:04 | 0 commenti
"Vogliamo una tutela reale nel trattamento (diritti e salario) dei lavoratori sia negli appalti del pubblico sia in quelli del privato". Il segretario della Cgil vicentina che coordina la campagna in provincia, Fabrizio Nicoletti, presenta così la proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata a tutelare il lavoro e i lavoratori negli appalti del pubblico e del privato per rispondere ad una vacanza legislativa che ha provocato vertenze difficili negli ultimi anni di fronte alla crisi.
Una delle categorie più interessate in provincia di Vicenza è quella dei servizi che in Cgil è tutelata dalla segreteria Filcams (nella foto al completo). Per la raccolta delle firme la Cgil invita i cittadini, i lavoratori e i pensionati (a partire dai tesserati) a rivolgersi nelle sedi Cgil (o ai funzionari e ai delegati) entro Pasqua, ovvero entro i primi giorni di aprile 2015.
"La proposta di legge mira a contrastare quelle che fino ad oggi sono state le cause di concorrenza sleale, che danneggia tutti, a partire dai lavoratori", continua Nicoletti.
"Quindi nella normativa degli appalti", spiega Nicoletti, "chiediamo che l'azienda o la cooperativa vincitrice sia scelta in base non solo al costo più basso del servizio, ma anche in base alla qualità del servizio o del prodotto che sarà realizzato".
"Infine la norma vuole ribadire la clausola sociale", sottolinea il segretario Cgil: "i posti di lavoro, e quindi quei lavoratori che sono in servizio, vanno mantenuti in caso di cambio di appalto!"
La proposta si intitola "legge di iniziativa popolare in materia di garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati nelle filiere degli appalti privati e pubblici, contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra imprese, tutela dell'occupazione nei cambi di appalto".
"Ci stiamo mobilitando fornendo informazioni ai nostri delegati e iscritti", afferma il segretario generale Filcams Cgil Vicenza Alessio Odoni, "al fine di raccogliere un numero cospicuo di firme per contribuire a questa importante campagna della Cgil: portare in Parlamento questa proposta significa rendere gli appalti più trasparenti, far valere la qualità del lavoro e soprattutto fare in modo che i committenti siano chiamati a rispondere sulla sorte dei lavoratori".
"Le parole chiave", sottolinea Odoni, "sono legalità , contrasto alla concorrenza sleale tra aziende e tutela dell'occupazione".
"La Filcams è particolarmente interessata perché per quanto riguarda gli appalti rappresentiamo una buona parte dei lavoratori", prosegue Odoni, "in particolare nel settore dei servizi come quelli delle pulizie e delle mense e della vigilanza privata".
Nella nostra provincia anche altre categorie di lavoratori sono interessati dalla normativa degli appalti, come ad esempio quelli del settore trasporti-facchinaggio (FILT Cgil), e quelli dell'edilizia (FILLEA Cgil).
"Secondo dati dalle Commissione Europea", afferma il segretario generale della Filcams, Alessio Odoni, "gli appalti pubblici rappresetnano più del 15% del PIL nazionale e al 2% (sempre del PIL) ammonta la variazione dei consti per gli appalti relativi a beni e servizi".
"Purtroppo pro la cattiva gestione, caratterizzata sul territorio nazionale da una diffusa illegalità , alimenta il fenomeno della corruzione, che in Italia fa diminuire gli investimenti esteri del 16% e aumentare del 20% il costo complessivo degli appalti stessi. Noi lavoratori purtroppo siamo in mezzo a queste inefficienza e sprechi", continua Odoni. "Molte lavoratrici e lavoratori inoltre non hanno tutele adeguate né sociali Nè nella legislazione in particolare sul tema della responsabilità solidale e nelle clausola sociale nei cambi di appalto".
"Ci sono casi di lavoratrici e lavoratori", denuncia Odoni, "esposti per la loro intera vita lavorativa al precariato e privi di carriere retributive dignitose, con retribuzioni bassissime (vedi operatrici delle pulizie) e spesso senza valorizzazione professionale. Insomma il lavoro negli appalti per dirlo in sintesi è intenso, frammentario, precario, faticoso e mal retribuito!".
"Purtroppo", conclude Odoni, "sugli appalti si scaricano l'abbattimento dei costi di fornitura e realizzazione di beni e servizi troppo spesso a danno della qualità delle opere e dei diritti dei lavoratori. Per questo dobbiamo cambiare direzione con una nuova legge".
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