Azienda Zero, CGIL CISL E UIL Vicenza: "non rinunciamo alla democrazia sul territorio!"
Mercoledi 21 Ottobre 2015 alle 18:32 | 0 commenti
 CGIL Vicenza
Le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL Confederali, delle Categorie dei Pensionati e dei lavoratori che operano nel settore sanitario e socio sanitario della Provincia di Vicenza nel 2013 hanno elaborato un documento di indirizzo e proposte in materia sanitaria e sociale.
Oltre a ribadire il proprio impegno nel salvaguardare e migliorare la quantità e qualità dei servizi offerti da questi settori nel territorio, Cgil-Cisl-Uil in quel documento consideravano importante:
·        confermare il modello veneto socio-sanitario con la valorizzazione del sistema “integratoâ€ospedale-territorio;
·        differenziare l’organizzazione del sistema ospedaliero tra gli Ospedali di rilievo provinciale, i presidi di rete e gli ospedali nodi della rete;
·        chiarire e realizzare gli obiettivi del nuovo piano socio sanitario regionale attraverso coerenti strumenti di programmazione, con un nuovo protagonismo dei Distretti Socio-Sanitari, la valorizzazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e della Medicina di Gruppo Integrata (MGI).
LE PRIORITÀ DI IERI SONO ANCHE LE PRIORITA’ DI OGGI.
Alla luce dei contenuti di quel documento, delle numerose assemblee effettuate, dei confronti con le Ulss che hanno dato vita alla costituzione di organismi trilaterali (ULSS, Conferenza dei Sindaci, OO.SS.) denominati “Osservatoriâ€, in tre delle quattro Ulss vicentine, riteniamo doveroso contribuire al dibattito aperto sulla proposta di Legge che prevede un nuovo modello di governo del sistema socio sanitario veneto.
Il tema della sanità e del sociale è molto delicato: i continui tagli alle risorse e il peso della compartecipazione, compromettono il diritto alla cura per fasce sempre più ampie di popolazione.
Sicuramente si possono e si devono fare ulteriori passi per riorganizzare la spesa, investendo i risparmi per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi e delle prestazioni, a partire da quelle territoriali.
A quasi tre anni dall’approvazione del nuovo piano socio sanitario i principali strumenti di integrazione socio-sanitaria e di sviluppo delle attività territoriali arrancano in diversi territori.
Ci riferiamo all’implementazione delle aggregazione dei medici di medicina generale, all’avvio delle strutture intermedie (Ospedali di comunità , Unità riabilitative territoriali, etc.), all’attivazione delle centrali operative territoriali, al potenziamento delle attività distrettuali.
Inoltre, siamo convinti che per garantire adeguate cure al paziente è fondamentale che in tutti gli ospedali si lavori in sicurezza e questo non può prescindere dagli organici, dalle competenze e dalla multidisciplinarietà e complementarietà tra le funzioni.
Il sistema socio sanitario veneto deve essere quindi rafforzato risolvendo nodi e criticità che rischiano di minare qualsiasi progetto di cambiamento.
Cinque sono le questioni fondamentali da affrontare:
1.     la garanzia di piena applicazione del nuovo piano socio sanitario regionale che fonda la sua architettura su un modello di integrazione socio-sanitaria. Per questo motivo le funzioni e le competenze assegnate ai distretti socio-sanitari e ai piani di zona devono essere uniformemente applicate in tutto il territorio regionale;
2.     la definizione di un equilibrato sistema di governo della sanità e del sociale, che riattivi il ruolo dei Sindaci (sia a livello regionale che territoriale), riaffermi la funzione di programmazione delle istituzioni regionali e demandi alle Ulss il compito di attuare concretamente l’integrazione socio-sanitaria in stretta sinergia con le Istituzioni Territoriali;
3.     l’attivazione di un processo di concertazione con le OO.SS. con l'obiettivo di migliorare e rendere più efficace la lettura dei bisogni, attivare la partecipazione dei cittadini, condividere proposte utili a definire obiettivi e priorità ;
4.     l’impiego dei risparmi derivanti dalla riorganizzazione, devono essere obbligatoriamente finalizzati a migliorare il sistema socio sanitario. Per riuscire a dare una risposta concreta alle vecchie e nuove esigenze di salute della popolazione, le priorità su cui investire sono i servizi territoriali anche attraverso processi di coinvolgimento e valorizzazione degli operatori;
5.     il pieno coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori nel condividere strategie ed obiettivi. Per questa ragione è necessario che il percorso di riduzione/accorpamento delle ULSS sia accompagnato dalla costituzione di un tavolo permanente di confronto con le organizzazioni sindacali di categoria rappresentative del Comparto e della dirigenza.Â
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