Cgia: più derivati per banche Nord Europa. Da analisi dati Eba in Italia 5,3%, media Ue 12,9%
Sabato 9 Luglio 2016 alle 19:32 | 0 commenti
Le banche finlandesi, del Regno Unito e della Germania hanno più del 20% del loro attivo in derivati; in Italia questa quota è del 5,3%, ovvero meno della metà rispetto alla media dell'Unione Europea (12,9%): a dirlo l'Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha analizzato gli ultimi dati forniti dall'Autorità Bancaria Europea (Eba) relativi a marzo del 2016. "Non sono prodotti esenti da rischi e con l'avvento del nuovo millennio - puntualizza il coordinatore dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre - le banche europee hanno sperimentato, a vari gradi, l'adozione di questi strumenti sia per gestire i rischi che con l'intento di generare ricavi extra-creditizi. Non è da escludere che i derivati possano rappresentare un rischio sistemico, specie in questa fase di turbolenza dei mercati finanziari; non è forse un caso che nel corso dell'ultimo anno le banche stesse hanno cercato di ridurre l'incidenza di questi prodotti nei loro bilanci".
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