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Cestrone e il caso Serenissima: la Regione manovra contro di me
Venerdi 5 Settembre 2014 alle 16:50 | 0 commenti
Di Mauro Giacon, Il Gazzettino
Una macchinazione. «Una manovra partita dalla Regione per intimidirmi quando ho deciso di sostenere che il nuovo ospedale di Padova non andava fatto a Padova Ovest ma ricostruito nel sito dove si trova ora. Ma io vado avanti, anzi. Resterò nelle commissione speciale varata dal sindaco. Se me andassi vorrebbe dire che sono un ladro. E non lo sono».
Adriano Cestrone, medico, ha 68 anni. Gli ultimi 35 li ha passati prima come direttore sanitario e poi come direttore generale dell’azienda ospedaliera di Padova, una macchina da 5mila addetti e 104mila accessi al pronto soccorso. Per qualche tempo è stato anche contemporaneamente timoniere di Ospedale e Usl 16. Poi il presidente Luca Zaia decise di non confermarlo.
Cestrone guarda alle date e si insospettisce. «I giornali pubblicano che la Corte dei Conti starebbe indagando su di me per gli appalti sulla ristorazione in Ospedale, Usl 16 e Iov, assegnati a "La Serenissima". Lo stesso giorno mi viene inviata una lettera dal direttore dell’Usl 16 che mi informa che sono in corso accertamenti. L’informazione alla stampa da chi arriva? Io sospetto un organo regionale. E il giorno prima esce la notizia di una delibera regionale che vorrebbe attribuirmi i danni per la mancata partenza del nuovo ospedale, dopo che la smenano da sei anni... Beh, lo dico chiaro e tondo: io non ho avuto alcuna contestazione dalla Corte dei Conti, non sono indagato e l’appalto, che non ho fatto io ma l’ho soltanto applicato, per me è stato a norma di legge». «La Serenissima - ricorda a voce alta Cestrone - era l’unica rimasta dopo il ritiro di altre due cordate e l’Usl che trattava l’appalto a quel punto non ha aggiudicato, andando a trattativa privata per spuntare un prezzo migliore». E il fatto che i pasti costassero sensibilmente di più «era perché nell’ambito dell’appalto avevamo convenuto che fosse il personale della società a servire i pasti, liberando così dal compito gli infermieri». Ci fu una denuncia: «del sindacalista Ilario Simonaggio. Il pm Vartan Giacomelli archiviò».
«Ora, queste sembrano punizioni per la mia posizione di assoluta contrarietà al progetto Padova Ovest». È il nuovo ospedale da 650 milioni di euro studiato da anni che il sindaco Bitonci ha spazzato via, preferendo la ricostruzione in loco. Il presidente Zaia al proposito sta aspettando la consegna del piano nel dettaglio per stabilire se sia l’opzione migliore.
«Mi sono convinto che è opportuno ritornare all’idea che per un periodo avevo sostenuto e che poi la Regione aveva bocciato, trovando in me un funzionario fedele - continua Cestrone - per molti motivi: il primo è che parlare di un project predisposto da una società che ha visto il proprio amministratore finire in carcere per lo scandalo Mose mi sembra politicamente e moralmente inaccettabile». Il secondo: «Ai padovani interessa un solo ospedale e non due». Ora invece si prevede quello per la città nel sito attuale e il polo ultrascientifico da mille posti da un’altra parte. «Ebbene, concentrare tutto in un sito sarebbe più economico: stimo un risparmio di 40 milioni di euro. Se non mi credono si faccia una commissione indipendente che valuti i costi».
Il progetto Cestrone prevede prima la costruzione dell’ospedale "della mamma e del bambino" (400 posti) successivamente il nucleo del nuovo ospedale (800 posti). E l’università dove andrebbe? «È proprio questo il punto. Perché fare due neurochirurgie e due cardiologie su due ospedali? Meglio una sola nello stesso posto».
Cestrone guarda alle date e si insospettisce. «I giornali pubblicano che la Corte dei Conti starebbe indagando su di me per gli appalti sulla ristorazione in Ospedale, Usl 16 e Iov, assegnati a "La Serenissima". Lo stesso giorno mi viene inviata una lettera dal direttore dell’Usl 16 che mi informa che sono in corso accertamenti. L’informazione alla stampa da chi arriva? Io sospetto un organo regionale. E il giorno prima esce la notizia di una delibera regionale che vorrebbe attribuirmi i danni per la mancata partenza del nuovo ospedale, dopo che la smenano da sei anni... Beh, lo dico chiaro e tondo: io non ho avuto alcuna contestazione dalla Corte dei Conti, non sono indagato e l’appalto, che non ho fatto io ma l’ho soltanto applicato, per me è stato a norma di legge». «La Serenissima - ricorda a voce alta Cestrone - era l’unica rimasta dopo il ritiro di altre due cordate e l’Usl che trattava l’appalto a quel punto non ha aggiudicato, andando a trattativa privata per spuntare un prezzo migliore». E il fatto che i pasti costassero sensibilmente di più «era perché nell’ambito dell’appalto avevamo convenuto che fosse il personale della società a servire i pasti, liberando così dal compito gli infermieri». Ci fu una denuncia: «del sindacalista Ilario Simonaggio. Il pm Vartan Giacomelli archiviò».
«Ora, queste sembrano punizioni per la mia posizione di assoluta contrarietà al progetto Padova Ovest». È il nuovo ospedale da 650 milioni di euro studiato da anni che il sindaco Bitonci ha spazzato via, preferendo la ricostruzione in loco. Il presidente Zaia al proposito sta aspettando la consegna del piano nel dettaglio per stabilire se sia l’opzione migliore.
«Mi sono convinto che è opportuno ritornare all’idea che per un periodo avevo sostenuto e che poi la Regione aveva bocciato, trovando in me un funzionario fedele - continua Cestrone - per molti motivi: il primo è che parlare di un project predisposto da una società che ha visto il proprio amministratore finire in carcere per lo scandalo Mose mi sembra politicamente e moralmente inaccettabile». Il secondo: «Ai padovani interessa un solo ospedale e non due». Ora invece si prevede quello per la città nel sito attuale e il polo ultrascientifico da mille posti da un’altra parte. «Ebbene, concentrare tutto in un sito sarebbe più economico: stimo un risparmio di 40 milioni di euro. Se non mi credono si faccia una commissione indipendente che valuti i costi».
Il progetto Cestrone prevede prima la costruzione dell’ospedale "della mamma e del bambino" (400 posti) successivamente il nucleo del nuovo ospedale (800 posti). E l’università dove andrebbe? «È proprio questo il punto. Perché fare due neurochirurgie e due cardiologie su due ospedali? Meglio una sola nello stesso posto».
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