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Cestaro, sport e business

Di Pietro Cotròn Domenica 3 Luglio 2011 alle 11:47 | 0 commenti

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Marcello Cestaro, imprenditore leader italiano nella grande distribuzione col suo gruppo Unicomm srl (tra i suoi marchi più noti Famila ed Emisfero), un fatturato vicino ai 2 miliardi di Euro ed oltre 7000 dipendenti, ha portato un contributo importante anche nel mondo dello sport. Dopo un periodo iniziale in cui il suo Dna di padre padrone lo porta, a detta dei commentatori locali e non solo, ad atteggiamenti oscillanti tra il paternalismo verso le sue atlete del Famila Schio e l'intromissione in competenze tecniche con la conseguenza di spendere per tanti anni tanto e vincere poco o nulla, la svolta avviene quando "si ricorda" di essere un imprenditore e affida la squadra a un professionista manager, Paolo De Angelis, riservando solo a lui, da più evoluto presidente, i suoi scambi di opinioni, nel frattempo diventate anche suffragate da un'esperienza pluriennale.

Da quel momento Marcello Cestaro smette di essere il Massimo Moratti del calcio (con cui ha condiviso una sorta di storia parallela) e comincia la serie di vittorie nel basket femminile (di cui è presidente dal lontano 1985): quattro scudetti, sei Coppe Italia e due trofei europei Ronchetti col Famila Basket Schio. E poi una promozione in B col Padova Calcio, "sport business" in cui è entrato inizialmente grazie a progetti imprenditoriali nel mondo dei centri commerciali (uno dei suoi settori di interesse), ma in cui ora fa pesare anche la sua passione sportiva. "Sarebbe stato un 2011 coi fiocchi, senza la sconfitta nella finale play-off per la A col Novara. Ma non mi lamento e ci riproverò l'anno prossimo". E il binomio sport e business è da tempo una caratteristica di Massimo Cestaro, che, alla prima "passione" geopolitica del basket femminile e a quella recente del calcio, ha sempre affiancato attività di sponsorizzazione di club di altri sport, come, per fare degli esempi, il volley femminile a Imola e Chieri (città in cui ha usato il nome sulle maglie come grimaldello per far crescere i suoi supermercati) e l'hockey su ghiaccio ad Asiago, tutte squadre che hanno assaporato la massima categoria e, l'Asiago, anche vari scudetti. Intanto, nonostante le 73 primavere, non ci pensa proprio a passare la mano in azienda. "So di essere un pessimo esempio di ricambio generazionale - quasi si scusa - ma lavorare in prima linea mi piace ancora moltissimo. I miei figli sono bravi, hanno responsabilità importanti, ma effettivamente non delego un granché". Un timone che ha preso saldamente in mano dal 1964, quando inaugurò un magazzino di 2400 mq nella zona artigianale di Malo, anche se la storia lavorativa di Cestaro è iniziata già quando aveva 13 anni (il padre faceva le consegne a cavallo) quando era alle medie e aveva "iniziato a portare ai clienti i generi alimentari, in bici e tre anni dopo in auto, con la firma di mio padre sulla patente. Non ho potuto più finire la scuola per il lavoro e quello resta l'unico mio grande rimpianto. Anche quand'ero militare sfruttavo i permessi per lavorare in magazzino; la mia caserma era proprio di fronte allo stadio Appiani, dove allora giocava il grande Padova di Rocco: guarda un pò gli scherzi del destino... Sarebbe bello se riuscissi a riportare i biancoscudati a quei fasti...". E il rapporto tra Marcello Cestaro e la sua Schio? "A me piace, sarà più bella ancora quando recuperemo finalmente il Teatro Civico, dove andavo a ballare da ragazzo e che mi evoca ricordi speciali. In ogni caso preferisco Schio a Thiene, dove il sindaco ha scontentato un pò tutti. Da noi, almeno fino a qualche decennio fa, la cultura ed il rispetto per il lavoro ci sono sempre stati. La gente era povera, ma non cercava scorciatoie e sgobbava sodo. C'erano anche identificazione e senso di appartenenza nell'impresa per cui si lavorava.". La crisi attuale, nonostante un fatturato comunque in crescita, è arrivata però pure in casa Famila. "Ci sarebbero ben 500 esuberi, anche per la concorrenza non sempre leale dei discount, ma conto di ricollocarli tutti nel gruppo, un pò alla volta. Certo la difficoltà delle famiglie la sentiamo e la comprendiamo. Ma di periodi difficili ne ho già passati tanti e sono fiducioso, me la sono vista molto peggio nel 1996, quando è stato il mio fisico ad andare in tilt ed ho rischiato di lasciarci le penne. Da allora cerco di gestirmi un pò meglio". E con gli Amministratori ha lo stesso successo, Marcello Cestaro? "Macchè. Io parto dal presupposto di portare lavoro ed indotto al territorio, ma in certi Comuni mi rispondono cercando di mettermi il bastone tra le ruote, se possono. Pazienza, non si può essere simpatici a tutti no?" Quando deciderà finalmente di passare il testimone in ditta, c'è la possibilità di vedere un Cestaro politico? "Lassèmo stare- chiude tagliando corto - non cerco altre scrivanie, mi bastano quelle della Unicomm dove tra l'altro cerco di passare meno tempo possibile. Mi è stato chiesto di appoggiare qualche candidato, ma sono felice di essere rimasto un uomo libero". E il suo profilo basso lo conferma anche nelle questioni vicentine. In primis la complessa realizzazione del nuovo Menti, dei cui promotori fa parte per gli interessi immobiliari e commerciali dell'area in cui sorgerà. E apparentemente defilato Cestaro si sta mantenendo anche per la tanto discussa colata di cemento della Green Way di Laghetto, in cui il suo piccolo supermercato diventerà un centro sociale del comune ottenendo in cambio la possibilità di servire i clienti locali con un'area di 1.800 mq. Profilo basso, per carattere, quindi, ma anche perché senza clamori personali forse si ottengono maggiori risultati. Come nel basket femminile da quando ha saputo gestirlo da dietro le quinte.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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