Centro sport Palladio, tra dubbi e certezze
Lunedi 11 Marzo 2013 alle 10:54 | 0 commenti
È passata una settimana da quando Vicenzapiu.com, era il giorno 4 marzo, scriveva: «Che cosa bolle in pentola per la vicenda del Centro Sport Palladio dopo le aperture ipotizzate dal primo cittadino? Gli obblighi che pesavano sui privati saranno rimossi da un nuovo accordo? Ma soprattutto che ne è della fidejussione che garantiva il comune? Sono questi gli interrogativi che ruotano attorno al futuro della struttura sportiva di via Cavalieri di Vittorio Veneto, una struttura sulla quale a metà degli anni Duemila era infuriata una vera e propria battaglia politca».
E ancora: «In realtà erano state le amministrazioni di centrosinistra degli anni '90 a cucinare l'accordo con i privati per la realizzazione degli impianti. Il tutto a fronte di precisi obblighi tra i quali parcheggi, un parco Robinson, con tanto di attrezzature per bambini, un campo da bocce e uno da volley. La patata bollente durante il decennio di marca centrodestra (dal '99 al 2008) era passata in mano alla giunta capitanata dall'azzurro Enrico Hüllweck il quale cercò un accordo che venisse incontro ai desiderata dei privati che consideravano anacronistica la disciplina urbanistico-amministrativa prevista da palazzo Trissino per un comparto che oggi appartiene alla municipalità anche se l'amministrazione oggi col sindaco Achille Variati (Pd) punterebbe alla vendita anche per fare cassa. All'epoca un accordo non troppo dissimile trovò la netta opposizione di ampi settori del centrosinistra (col consigliere comunale verde Ciro Asproso) e quella della allora leghista Franca Equizi che ingaggiò un contenzioso al vetriolo con Hüllweck e con l'allora assessore al territorio Maurizio Franzina di Fi».
E comunque ad inizio mese un ciarliero Achille Variati, sindaco berico del Pd, al GdV del 4 marzo in pagina 9 aveva dichiarato: «Abbiamo deciso di cedere quell'area... per circa 1 milione 500 mila euro, rinunciando al parco Robinson». Appresso gli faceva eco l'assessore al patrimonio Massimo Pecori dell'Udc: «I privati comprando il terreno hanno la possibilità di ampliare l'edificio... e così mettiamo fine a una storia infinita. Riusciamo inoltre incassare soldi importanti per le opere che dovrebbero essere realizzate e che sono state inserite nel piano degli investimenti 2013». Sempre sul quotidiano di via Fermi del 4 marzo si legge: «I privati per il momento non si sbilanciano in dichiarazioni. E attendono di portare avanti la trattativa. Quel che è certo è che la vendita della superficie sui cui sorge il Centro sport Palladio consentirebbe loro di ampliare il complesso, come avevano già ipotizzato tempo fa; la volontà era quella di costruire una piscina scoperta in quell'area verde che è al momento in parte inutilizzata, sfruttando così il collegamento con l´interno della struttura...».
Sarà pure così. Ma Pecori non spiega bene le sue certezze. E comunque rimangono sul tappeto gli obblighi che i privati da almeno un ventennio hanno nei confronti del comune: area gioco attrezzata e parking. Dei quali mai si è visto. Accordi per i quali il comune si era guardato le spalle grazie a una garanzia. Tant'è che sull'argomento pochi giorni fa era intervenuta proprio Equizi, la quale memore delle sue battaglie in sala Bernarda aveva messo le mani avanti: «Oggigiorno rimane da capire se la fidejussione data in garanzia dai privati sia stata rinnovata, se sia stata escussa dal comune per inadempienza, o se sia ancora esistente. Di più, ove il comune ritenga di aver bisogno di risorse, proprio da quella cessione potrebbe valutare anche la strada di una “incamerazione†delle fidejussioni senza dismettere l'area. L'amministrazione proceda con cautela, ma soprattutto spieghi alla cittadanza a carte scoperte quale è lo stato della situazione perché sono passati tanti anni e le carte sul tavolo potrebbero essere altre».
Da quel giorno Variati e Pecori non hanno più parlato. Negli anni la convenzione in essere tra i proprietari del centro sportivo e il comune è cambiata svariate volte. Ed è su questa sequenza che la Equizi chiede chiarezza in modo da capire se palazzo Trissino negli anni «abbia indebitamente lasciato per strada qualcosa». Ora in attesa che le cose si chiariscano, magari in sede di redazione del bilancio di previsione, rimane da capire anche quali siano le aspettative dei privati.
Il Centro Sport Palldio è una realtà , privata appunto, capitanata dal presidente del cda Silvano Allegro il quale nel settembre 2008, la giunta Variati era appena in carica, festeggiava nella struttura di via Cavalieri di Vittorio Veneto i 15 anni del medesimo Csp. Con lui un baldanzoso assessore allo sport Umberto Nicolai, da anni vicino allo stesso presidente. C'è poi un caso singolare che si segnala alle cronache. Dopo l'archiviazione avvenuta alcuni giorni orsono del caso di legionella al Csp, Variati e Nicolai non avevano esitato a farsi immortalare, assieme all'immancabile Allegro, con tanto di accappatoio indossato di tutto punto, per annunciare che l'impianto era tornato sano (in foto da sinistra a destra Variati, Allegro e Nicolai).
Ad ogni buon conto nel cda del Csp gli Allegro abbondano (oltre a Silvano ci sono Luca e Marisa). Nell'azionariato, che è piuttosto diffuso, e con moltissimi nomi della Vicenza che conta, figurano alcuni azionisti di peso come Paolo Marzotto, Gian Paolo Boschetti, Massimo Masolo e la onnipresente famiglia Allegro. Più nel dettaglio La spa ha un capitale di 7,4 milioni di euro interamente versato nel quale la sola immobiliare della famiglia Allegro detiene azioni per un valore nominale di 2,8 milioni di euro.
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