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Centro comunale antiviolenza: nasce la rete per l'accoglienza in urgenza

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 22 Marzo 2013 alle 14:07 | 0 commenti

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Comune di Vicenza  -  Comune, questura, carabinieri, associazione Donna Chiama Donna, strutture di accoglienza fanno rete per dare una risposta immediata alle donne vittime di violenza. D'ora in avanti fino alle 23 di qualsiasi giorno feriale e festivo, anche quando gli uffici sono chiusi, le forze dell'ordine possono contattare su un numero di telefono che fornirà loro immediatamente la struttura disponibile ad accogliere la donna che deve lasciare subito la propria abitazione.

Il Centro comunale Antiviolenza, da parte sua, prende in carico il caso e  accompagna la donna nel percorso di protezione.
Questo il primo e concreto risultato raggiunto con il protocollo d'intesa firmato oggi a Palazzo Trissino da assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari, consigliera comunale con delega alle pari opportunità Cristina Balbi, primo dirigente della polizia di Stato della questura di Vicenza Alessandro Campagnolo, tenente colonnello del comando provinciale dei carabinieri di Vicenza Martino Salvo, presidente dell'associazione Donna chiama Donna onlus Erica Menegatti, rappresentante della Congregazione delle Suore Orsoline SCM suor Celina Pozzan, presidente del Villaggio SOS onlus cooperativa sociale Valter Iposi. Non è presente, ma sottoscriverà il protocollo anche la presidente dell'associazione Diakonia onlus- Caritas diocesana, Maria Giacobbo.
Il protocollo è frutto del lavoro di coordinamento messo a punto dal CeAv, il Centro Antiviolenza del Comune di Vicenza, nato nell’aprile dello scorso anno per dare attuazione ad un progetto condiviso da Comune di Vicenza (Servizi Sociali e Pari Opportunità), Ulss6 – Distretto Socio Sanitario di Vicenza, forze dell’ordine, l’ufficio scolastico provinciale, Provincia di Vicenza e numerose associazioni femminili attive sul territorio. Obiettivo del CeAv è offrire un servizio dedicato, pubblico e gratuito, di contatto e primo accesso per chiunque necessiti di aiuto e consulenza o di interventi di protezione immediata, in quanto vittima di violenza. Il CeAV ha anche il compito di rendere operativo il raccordo con i servizi del territorio che si occupano di violenza anche per quanto riguarda l’attivazione di interventi di protezione immediata, avvalendosi di strutture di pronta accoglienza. Inoltre, promuove iniziative ed attività di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte alla cittadinanza in generale o a target specifici di popolazione, finalizzate alla prevenzione ed al contrasto della violenza. La gestione del CeAv è affidata all’associazione “Donna chiama Donna onlus” attiva da anni sul territorio vicentino sui temi della violenza, attraverso un’apposita convenzione che prevede, in particolare, l’apertura del servizio al pubblico per almeno 30 ore settimanali, il raccordo con i servizi del territorio ed il rispetto delle modalità di collaborazione definite dai protocolli operativi con i diversi soggetti della rete territoriale. Il Comune di Vicenza è titolare del Centro Antiviolenza e garantisce la disponibilità di personale con professionalità specifica con il compito di assicurare il coordinamento tra i servizi della rete e il CeAv e garantire le prestazioni professionali laddove si renda necessario, in particolare per le valutazioni sociali e il raccordo con l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine.

I contenuti del protocollo
In questo primo anno di attività il CeAv ha definito intese con diversi soggetti pubblici e privati che compongono la rete dei servizi del territorio per coordinare e rendere più efficace il suo funzionamento. Tra questi accordi di collaborazione, uno dei più importanti ed attesi per garantire la piena operatività del servizio è proprio il protocollo di intesa per l’accoglienza in situazione di urgenza delle donne vittime di violenza,  siglato oggi.
Il protocollo stabilisce le modalità operative per garantire la risposta in urgenza alle situazioni di violenza domestica segnalate dalle forze dell’ordine, anche al di fuori del normale orario di apertura degli uffici preposti e, qualora necessario, l’inserimento nelle strutture di accoglienza. Le strutture garantiscono la disponibilità alla risposta telefonica nei giorni e orari stabiliti,  in forma gratuita per un periodo sperimentale di dodici mesi dopo il quale saranno valutati le attività e i risultati raggiunti per la stabilizzazione delle procedure previste dal protocollo.
Il protocollo ha la durata sperimentale di un anno. In questo periodo saranno effettuati specifici  incontri con i rappresentanti di tutti i soggetti coinvolti per verificare la funzionalità dello strumento e per valutare l’efficacia degli interventi, monitorare l’andamento dell’attività ed approntare eventuali correttivi qualora necessari. Il protocollo riguarda attualmente le situazioni di donne vittime di violenza che sono residenti nel Comune di Vicenza ma, nell’ottica di un ampliamento della rete, il protocollo potrà essere sottoscritto anche dagli altri comuni dell’ULSS 6 Vicenza e da altre strutture di accoglienza.
Le strutture di accoglienza garantiscono la risposta telefonica (per questo primo anno la disponibilità verrà garantita in forma gratuita) ad un numero dedicato alle situazioni di urgenza e riservato alle forze dell’ordine, tutti i giorni dalle 19 alle 23 e dalle  8.30 alle 23 nei giorni festivi infrasettimanali, il sabato e la domenica.
Le forze dell’ordine quindi, appurato che vi siano i requisiti e l’effettiva necessità per la donna di lasciare la propria abitazione (anche con gli eventuali figli minori) contattano il numero dedicato a cui risponderà una delle strutture di accoglienza aderenti al protocollo che indicherà loro quella disponibile all’accoglienza. In seguito verrà data comunicazione tempestiva al Comune di Vicenza Settore Servizi Sociali e al CeAv dell’avvenuto inserimento. Il CeAv ha la responsabilità della situazione dal momento della comunicazione da parte delle strutture di accoglienza e si rapporta con i servizi sociali territoriali competenti per la presa in carico.
Le strutture garantiscono l’accoglienza in situazione di emergenza per un massimo di 5 giorni durante i quali sono assicurati alla donna ed agli eventuali figli minori vitto, alloggio e il monitoraggio di un operatore per tre ore al giorno.
La retta per l’accoglienza in situazione di emergenza della donna con gli eventuali figli è definita da una convenzione tra il Comune di Vicenza e le strutture di accoglienza che aderiscono al protocollo ed è sostenuta, per le persone residenti a Vicenza, dal settore Servizi sociali e abitativi del Comune.

Tutti i numeri del Centro Antiviolenza
Nel primo periodo di attività del CeAv, da aprile 2012 a febbraio 2013, sono stati 162 i contatti per la richiesta di informazioni, consulenza, appuntamento. Sul totale dei contatti, 86 persone sono state  prese in carico in quanto vittime di violenza (81 donne e 5 uomini). 43 situazioni sono ancora aperte, mentre le rimanenti sono concluse. Degli 86 casi trattati, 49 sono di nazionalità italiana e 37 straniera, mentre 54 sono le persone residenti a Vicenza e 32 nei comuni appartenenti all’ULSS 6. Le donne con figli minori sono 50. Nella quasi totalità dei casi la violenza è messa in atto dal partner convivente all’interno dello stesso nucleo famigliare.
La tipologia dei problemi rilevati riguarda prevalentemente i conflitti con il partner, il maltrattamento fisico e psicologico, la violenza assistita da parte dei figli. Da sottolineare è la rilevanza del fattore economico, perché spesso la vittima è economicamente dipendente dal partner maltrattante e questa dipendenza diventa una forte arma di ricatto, uno strumento che il maltrattante può sfruttare per vincolare a sé la vittima.
E’ inoltre attivo un protocollo di collaborazione con l’ULSS 6 – Distretto Socio Sanitario di Vicenza per il servizio di “Sportello Psicologico”,  a cui nel periodo di riferimento sono state inviate 24 donne per una consulenza psicologica specifica.
All’attività di consulenza e presa in carico dello sportello, il CeAV affianca una intensa attività di sensibilizzazione sul tema attraverso la promozione di eventi sul territorio come “Profili 2012” e l’installazione “La nuova stagione”, realizzata in occasione dell’8 marzo e propone numerose attività di formazione. Si stanno concludendo in questo periodo le collaborazioni avviate con alcuni istituti superiori cittadini e un doposcuola della città, mentre è previsto nel prossimo mese di maggio un doppio ciclo di incontri di formazione per gli operatori della rete locale, forze dell’ordine e operatori dei servizi socio-sanitari territoriali, che prevede sia l’approfondimento degli strumenti di intervento e le buone prassi nella presa in carico di situazioni di violenza, sia lo studio di strategie di crescita della rete attraverso il confronto diretto e interdisciplinare tra gli operatori dei diversi servizi.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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