Centri commerciali e Outlet nel Vicentino : impatto ambientale e crisi dei centri storici
Mercoledi 12 Ottobre 2011 alle 08:55 | 0 commenti
Gianni Genghini, Associazione Ambiente e Società , Circolo Embera Katio - La crisi del piccolo commercio è evidente. I dati della Confommercio sono eloquenti. Nel Veneto dal 1 gennaio 2011 a oggi sono cessate, 478 attività commerciali e il dato è in ascesa. Quale l'origine di questo macroscopico effetto chiusure di partite Iva? In parte la crisi economica, ma soprattutto l'accerchiamento che la grande distribuzione -Centri commerciali e Outlet- che continua a proliferare in tutto il Veneto ed in particolare nella provincia di Vicenza.
La polemica su questo argomento è continua e l'ha sottolineata recentemente anche il presidente della Confcommercio Veneto Massimo Zanon che in occasione della concessione da parte della Regione di un cospicuo aumento, delle aperture festive, 24 durante tutto l'anno, alla grande distribuzione, aperture non utilizzabili dal commercio al dettaglio per ragioni facilmente intuibili, ha definito la disposizione regionale "una miopia e una superbia politica". Insomma il piccolo commercio, soprattutto nei centri storici, sta scomparendo e i Centri commerciali aumentano a dismisura. A questi aspetti generali nel vicentino si deve aggiungere la paventata idea di attrezzare a sud di Bassano un'area per la grande distribuzione che si aggiungerebbe a quella di viale De Gasperi in procinto di essere inaugurata. Ma non è finita qui. In questi giorni si è tornato a parlare dell'enorme Outlet di Grisignano di Zocco, per il quale c'è già un accordo con una grande società bresciana. E dulcis in fundo esiste il problema, per il quale c'è anche una forte polemica politica tra il Pdl e la Lega, dell'area di Montebello (terreni ex Cis) di circa 300 mila metri quadrati. Tutto ciò sarebbe una follia se pensiamo che in provincia di Vicenza esistono già , tra grandi e piccoli, ben 12 Centri commerciali. I pochi piccoli negozi del centro storico di Vicenza e di altre città della provincia dovrebbero per forza chiudere i battenti e porsi la domanda se chiudere l'attività definitivamente o farsi inglobare dalla grande distribuzione con tutte le incognite del caso. Insomma la polemica esiste e diversi uomini politici, soprattutto del centro destra, sono contrari a questo assedio della grande distribuzione alla città e se ne stanno occupando perché, come noi, sono preoccupati per la sorte del piccolo commercio e per la desertificazione del centro storico, soprattutto nelle ore serali. Dunque la nostra associazione dice alt a questa politica di cementificazione insensata del territorio. Ma quello che più ci preoccupa è la notizia che dal prossimo anno, tramite una modifica costituzionale inserita nella manovra economica andrà in vigore una generalizzata liberalizzazione sotto il motto " è lecito tutto ciò che non è espressamente vietato dalla Costituzione".
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