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Caso Ipab, ecco la delibera di giunta con le riserve sull'accordo pubblico privato

Di Marco Milioni Mercoledi 8 Maggio 2013 alle 23:30 | 1 commenti

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Domattina l'amministrazione regionale inserirà formalmente agli atti la delibera con cui ieri la giunta di palazzo Balbi ha deciso di azzerare il cda di Ipab. E dal documento approvato all'unanimità (di cui VicenzaPiù è entrata in possesso, ndr) emerge che gli addebiti più importanti sono in capo all'accordo di programma, o pubblico privato, con il quale dovrebbe essere ampliata e migliorata l'offerta per le case di riposo beriche.

Tra i passaggi salienti della relazione portata da Remo Sernagiotto del Pdl, assessore al sociale, ce n'è uno in particolare che compare a pagina due: «...Al fine di favorire il perseguimento dell’obiettivo principale dell’accordo, ossia di offrire all’utenza dell’Ipab e, se possibile, in senso esteso alla popolazione del territorio vicentino, la migliore offerta e la qualità dei servizi erogati, la Regione ha posto alla sua attenzione la situazione economico-finanziaria nella quale si trova l’Ipab, nella fase preliminare alla conclusione dell’Accordo di Programma; in particolare con riguardo allo stato del patrimonio dell’Ipab. La situazione di difficoltà finanziaria dell’Ipab era peraltro nota alla Regione. Tant’è che, per farvi fronte, sono state concesse delle autorizzazioni all’alienazione di beni del patrimonio (in particolare nell’anno 2011) sul presupposto di un complessivo piano di riassetto finanziario che portasse in tempi certi al pareggio di bilancio». E ancora: «La situazione sul patrimonio immobiliare e le valutazioni dei singoli cespiti, come emersa dal verbale ispettivo, è apparsa invece più eterogenea e comunque non chiara. Manca infatti una compiuta istruttoria tecnica finalizzata alla determinazione del valore dei beni oggetto di cessione sia da parte dell’Ipab che del Comune, interessati dall’esecuzione dello stipulando Accordo di Programma. Nella documentazione al tempo acquisita risulta che il Collegio dei Revisori aveva esso stesso evidenziato come l’Accordo di programma fosse» in qualche modo carente. Parole che pesano come pietre se messe in rapporto a quanto viene descritto subito dopo sempre a pagina 2 quando si parla appunto di carenze: «... in ordine alla stima dei beni oggetto delle dismissioni e delle permute e indeterminata nell’organizzazione degli interventi e nelle priorità di realizzazione».

In questo senso il giudizio negativo, votato dalla giunta alla unanimità, si amplia quando la delibera rimarca che «l’Ipab non ha adeguatamente svolto un’istruttoria per addivenire all’Accordo con un supporto di conoscenze adeguato alla importanza delle operazioni economico−giuridiche da affrontare, soprattutto con riguardo dei valori economici dei beni propri interessati dall’Accordo medesimo».

Di più, nell'ambito della partita urbanistica che a Laghetto, ma non solo, avrebbe dovuto dare respiro al nuovo polo assistenziale, a fronte di una valorizzazione fondiaria che il comune avrebbe garantito anche a Ipab, la giunta regionale professa scetticismo specificando che «a fronte di tale diversa destinazione urbanistica non si coglievano i valori di immediato diretto vantaggio per l’Ipab».

Il tutto è dettagliato a pagina 3 nel momento in cui l'esecutivo evidenzia quelle che a suo dire sono lacune nella valutazione dei «cespiti» in ballo: «non sussisteva una valutazione dei tre beni, neanche sommaria, relativa alla permuta dell’area Bedin Aldighieri in cambio dei terreni di Cà Balbi e Maddalene, appartenenti al Comune di Vicenza (dove potrebbero sorgere due centri di servizio come indicato nell’Accordo); la valutazione per l’area in località Laghetto, effettuata dallo Studio Bigi, faceva riferimento a valori di mercato generici e approssimativi; non risultava alcun elemento riferito al complesso Ottavio Trento; appariva aleatoria la stima relativa al centro Gaetano Salvi che proponeva una “forcella valutativa” dai sette ai nove milioni di euro; per il palazzo Serbelloni, oltre ad essere anch’essa generica e approssimativa, la stima valuta il bene tra 2,9 e 4,35 milioni di euro; non risultava alcun elemento riferito al Villaggio SOS; per villa Rubini... non solo non è stato dichiarato il valore ma nella memoria di risposta il presidente dell’Ipab manifesta la sua disponibilità a far predisporre una valutazione di stima in caso di richiesta regionale...».

E un'altra dura presa di posizione la si legge a pagina 4 dove Sernagiotto tratteggia uno scenario a tinte fosche sullo stato patrimoniale dell'ente di contrà San Pietro: «A fronte di queste risposte insoddisfacenti e a fronte del fatto che le dichiarazioni rese apparivano costituire ulteriori violazioni di legge e manifestavano una incerta gestione amministrativa, incline a recare una grave pregiudizio economico-finanziario all’Ipab, la Regione ha ritenuto di far svolgere una ulteriore verifica ispettiva». Il cui esito è documentato poco appresso: «... È del tutto evidente come, in base ai valori risultanti dai documenti ufficiali dell’Ente, l’intero patrimonio dell’Ipab non sarebbe sufficiente a far fronte agli impegni economici derivanti dall’Accordo di Programma, approvato dall’Ente con delibere nn. 40 e 41 del 2012, che prevede alienazioni patrimoniali per € 43.150.000,00». Qualche riga dopo il tenore delle contestazioni non muta: «Tuttavia, anche a voler ipotizzare la realizzazione dei valori massimi indicati dall’Ente per tutti i suddetti beni, è di immediata evidenza come gli stessi non siano sufficienti a far fronte al fabbisogno di € 43.150.000,00 stimato per l’attuazione dell’Accordo di Programma».

Il presidente dell'Ipab Giovanni Rolando (in foto) alle brevissime interverrà per spiegare il suo punto di vista. Almeno così si evince dalle battagliere dichiarazioni rese ai media tra ieri ed oggi. Peraltro alcune settimane fa altri rilievi di Sernagiotto erano stati oggetto della dura controreplica di Rolando che aveva addirittura sporto querela per diffamazione.


Commenti

Giovanni
Inviato Giovedi 9 Maggio 2013 alle 07:46

Che strano, non c'è la voce dell'assessore che dovrebbe essere il più intressato ai problemi sociali, ma forse è impegnato in altre faccende.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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