Caso Halilovic, il Movimento Italia Sociale attacca la Caritas
Venerdi 10 Febbraio 2017 alle 15:21 | 0 commenti
Riguardo alla richiesta di asilo politico inoltrata, con il supporto della Caritas, dai componenti della famiglia Halilovic, ben noti alle cronache vicentine, il Movimento Italia Sociale Vicenza, in una nota, prende una posizione nettamente contraria alla possibile concessione dell' ennesimo insensato "favore" a questi nomadi. Stigmatizza, inoltre, il comportamento della Caritas e del responsabile vicentino Don Enrico Pajarin, che stanno promuovendo un' operazione a dir poco vergognosa ed indifendibile.
Continuare a "premiare" con ogni tipo di aiuto la volontaria emarginazione sociale dei nomadi ed il loro stile di vita improntato alla delinquenza, al parassitismo ed al rifiuto delle regole di civile convivenza equivale a dichiarasi sconfitti rispetto a qualsiasi prospettiva di inserimento di questi soggetti nella società .
La "forzatura" della Caritas per far ottenere asilo politico agli Halilovic, le lamentazioni e le giustificazioni di Don Enrico Pajarin e la difesa d' ufficio di questa operazione da parte dell' assessore Isabella Sala rientrano nel solco di quell' insensato buonismo che si dimostra, da sempre, altamente diseducativo per gli stessi nomadi e principale ostacolo al loro adeguamento alle regole della società nella quale si vorrebbe includerli.
Fino a quando troveranno, al contrario di quanto avviene per altre categorie di "bisognosi", una porta aperta ed una mano tesa presso enti pseudo-umanitari ed istituzioni compiacenti pronti a soccorrerli senza nulla chiedere in cambio (nemmeno il semplice rispetto della legge), l' integrazione dei nomadi rimarrà una pia illusione.
Un ultima annotazione la riserviamo alla constatazione di come la Caritas e l' assessore Sala, dimostratisi più volte inclini a riservare grande zelo nel soccorso e nella protezione di nomadi e immigrati mentre riservano all'aiuto degli altri vicentini in difficoltà un impegno da normale amministrazione, si rendano anche in questo caso protagonisti di un evidente atteggiamento discriminatorio, che altro non fa che fomentare tensione e odio sociale nella comunità vicentina.
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