Caso dirigenti, tra incognite e prospettive
Martedi 6 Agosto 2013 alle 14:43 | 0 commenti
A quali lidi approderà la querelle sulle assunzioni dirigenziali sollevata da M5S e Cub davanti alla giunta del comune di Vicenza? Ha ragione quest'ultima, come sostiene l'assessore al Personale Filippo Zanetti sul GdV di oggi a pagina 12 o le doglianze dei "grillini" hanno una loro sostanza? La questione potrebbe apparire come roba da esperti di diritto amministrativo, ma inevitabilmente la definizione della pianta organica ha un impatto diretto sulla erogazione dei servizi da parte dell'amministrazione e in una situazione generale di scarsità di risorse anche un caso del genere potrebbe avere ripercussioni rilevanti, almeno a livello politico.
Ora se i rilievi del M5S sono stati messi nero su bianco su un documento già reso pubblico, le controdeduzioni dell'esecutivo al momento si conoscono grazie alla uscita pubblica di Zanetti che il quale sulla stampa locale ha detto papale papale che «l'amministrazione comunale conferma la legittimità del provvedimento» poiché «il 13% degli incarichi dirigenziali a tempo determinato va calcolato, per legge, sulla dotazione organica, che è composta da 22 posizioni dirigenziali; e non va invece calcolata sul numero effettivo di dirigenti attualmente in servizio, come appare nella richiesta del gruppo M5S».
Quest'ultimo per vero alla giunta non ha inoltrato una semplice doglianza ma una «diffida e messa in mora». Si tratta di un atto amministrativo formale che presuppone la volontà di procedere in sede giudiziaria. Solitamente in casi del genere è la magistratura contabile ad essere investita per gli accertamenti del caso. Ora se il M5S e il sindacato Cub, quest'ultimo ha mosso rilievi analoghi, ritengono che l'assunzione di un dirigente in più possa cagionare o cagionerà un danno erariale al comune dovranno raccogliere tutta la documentazione del caso unitamente ai provvedimenti di spesa di riferimento. La semplice segnalazione alla Corte dei Conti non è più sufficiente perché con la riforma voluta dall'ultimo governo Berlusconi l'istruttoria deve essere preparata dall'esponente, mentre il procuratore motu proprio ha margini di intervento limitati. Peraltro non è la prima volta che amministratori del comune vengono condannati a rifondere l'erario per questioni simili.
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