Caro Diamanti, indipendenza significa rinascimento
Giovedi 13 Novembre 2014 alle 16:31 | 0 commenti
Riceviamo da Gianluca Busato Presidente Plebiscito.eu e pubblichiamo
Evoluzione e crescita del movimento che gode del consenso della maggioranza assoluta in Veneto e di oltre un terzo degli italiani. Ieri su Repubblica Ilvio Diamanti ha voluto cercare di raffreddare la portata del suo stesso sondaggio pubblicato lunedì, che ha fatto emergere un quadro preoccupante per la casta italiana, con la maggioranza assoluta dei cittadini veneti favorevole all'indipendenza del Veneto (e fin qui già lo sapevamo tutti) e in generale con oltre un terzo dei cittadini italiani favorevoli all'indipendenza della propria regione.
Nell'articolo, lo studioso vicentino si è quindi prodigato a specificare che, secondo lui, indipendenza non significa secessione, separazione, fuga dall'Italia.
Siamo d'accordo. Al punto che è proprio il suo intervento a spiegare bene che il tentativo ventennale di definire l'indipendentismo con definizioni deteriori è definitivamente finito: secessionismo, separatismo, venetismo e così via sono stati definitivamente relegati nella soffitta dell'armamentario ideologico dell'intellighenzia italiana definitivamente sconfitta dall'indipendentismo moderno. I veri secessionisti sono coloro che invece vorrebbero separarci dal mondo civile, costringendoci contro la nostra volontà all'interno di uno stato ormai isolato dalla modernità .
Il movimento per l'indipendenza del Veneto non è un fenomeno da baraccone, urlato, quasi mammone e ribellistico fine a sé stesso, ma rappresenta invece la sfida più grande e seria mai portata all'impianto falso e deteriore dello stato italiano, che ha abusato in primis proprio del brand Italia, espressione geografica che ha visto riconosciuti i propri massimi splendori culturali ed economici nel periodo del Rinascimento proprio quando non aveva il fardello di un impresentabile stato che non ha mai concluso una guerra dalla parte dove l'aveva iniziata e ha saputo rendere poco seria anche la gravità della propria condizione.
Al contrario chi oggi ha saputo proporre la questione dell'indipendenza del Veneto all'attenzione del mondo, richiamando a Venezia i principali organi di informazione di ogni area geopolitica del mondo, che non ne hanno scordato la dignità e la levatura di Capitale, si richiama allo spirito di apertura all'Europa e al mondo stesso che ha rappresentato un segno caratteristico della civiltà veneta.
Indipendenza significa quindi rinascimento e modernità , apertura e visione globale sistemica in un mondo sempre più interdipendente, siamo d'accordo con Ilvo Diamanti, e ripudio di ogni forma di bieco statalismo che ha saputo trasformare i propri cittadini in sudditi.
Oggi i movimenti indipendentisti - che hanno saputo in ogni dove emanciparsi dall'abuso e dall'equivoco ideologico che li rendeva prigionieri di una lega nord diventata ora forza nazionalista xenofoba, assistenzialista e illiberale - si impongono all'attenzione dello scenario politico generale come la soluzione, scavalcando il sistema fallito della partitocrazia che rappresenta invece il problema.
Sottovalutare tale fenomeno implicherà solo accelerare la via pacifica e democratica alla piena indipendenza delle regioni storiche dell'italica penisola e, in primis, la piena sovranità della Repubblica Veneta.
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