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Carcere di Vicenza, Cgil: emergenza caldo, vogliamo soluzione al più presto

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 25 Giugno 2012 alle 18:07 | 0 commenti

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Cgil Vicenza  -  È durato oltre due ore, stamani, l'incontro tra Daniele Giordano, Segretario Generale FP CGIL Veneto, Giampietro Pegoraro, Coordinatore regionale FP CGIL Penitenziari, Giancarlo Puggioni, Segretario Generale della FP CGIL di Vicenza, e il direttore del carcere berico Fabrizio Cacciabue. I segretari hanno chiesto alla direzione che entro giovedì vengano fornite delle risposte concrete circa la gravità di alcune problematiche che si protraggono oramai da troppo tempo all'interno dell'istituto penitenziario.

Non si tratta solo del sovraffollamento della struttura che, oggi, conta 357 detenuti a fronte di una capienza di 145 unità e di una tollerabilità di 292. In questo periodo, a preoccupare è soprattutto il caldo. In molti locali ci sono condizionatori che non funzionano perché manca ancora l'autorizzazione per caricarli del gas che li faccia funzionare. In altre stanze, invece, gli impianti di climatizzazione non compaiono neppure. Il personale è costretto a lavorare per più ore consecutive in locali molto piccoli e davanti ad apparecchiature che già di per se stesse sono fonte continua di calore. L'unico rimedio, attualmente, è quello di tenere aperte le finestrelle per favorire un minimo ricircolo dell'aria. Ai detenuti, invece, è stato consentito di beneficiare di un'ora d'aria in più alla sera, oltre alle quattro ore totali già previste nel corso della giornata. Durante la notte, inoltre, i blindi vengono lasciati aperti. Una situazione altrettanto grave si è verificata durante l'inverno precedente, quando a non funzionare era il riscaldamento. Ancora oggi, a distanza di qualche mese dalla fine della stagione più fredda, la caldaia non è ancora stata sistemata e i lavori di riparazione procedono a rilento. Le lentezze della burocrazia e la riduzione dei fondi a disposizione dell'istituto penitenziario non consentono di procedere diversamente. I 25 mila euro annui, stanziati per il carcere vicentino, non sono sufficienti per provvedere a tutte le manutenzioni necessarie alla struttura.

"Ci sono, inoltre, alcune aree dell'istituto che dovrebbero essere ammodernate - afferma Giancarlo Puggioni -. In particolare la caserma e le sale operative. Il personale è davvero stressato. Pensiamo che, almeno per quanto riguarda il sistema di climatizzazione, sia possibile agire in tempi rapidi per risollevare la situazione. Il direttore ci ha dato delle garanzie, ma vorremmo che questa volta si trattasse di fatti concreti e non di mere rassicurazioni. Sulla sicurezza non si può perdere tempo". Caldo e sovraffollamento generano scontri tra i detenuti. È di questa mattina l'ultima rissa tra romeni e nigeriani. Gli agenti sono intervenuti prontamente, ma garantire la sicurezza sta diventando sempre più difficile. Mentre il numero di detenuti aumenta, infatti, l'organico è sottoposto ad un ridimensionamento. Ci sono 40 unità in meno (vale a dire 145 agenti) rispetto alla dotazione organica prevista, che si aggira intorno alle 190-200 unità. Spesso, il personale non è ben addestrato a cogliere le diversità tra le etnie che si ritrovano a convivere nella stessa cella. Così, "la Cgil, in collaborazione con l'Università di Padova - dichiara Giampietro Pegoraro -, ha realizzato un progetto che consenta agli operatori di polizia penitenziaria di diventare anche operatori di mediazione. Ciò significa creare e formare il personale tenendo conto della distinzione tra etnie, per essere poi in grado di agire nel modo più corretto". Per attenuare il malessere dei detenuti e tenere sotto controllo la situazione di sovraffollamento negli istituti penitenziari, l'Anci ha sottoscritto un protocollo con l'amministrazione penitenziaria, per affidare ai carcerati dei lavori socialmente utili. Ma finora il protocollo non è stato ancora attuato.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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