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Caolino, altro che cemento

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 29 Maggio 2013 alle 19:55 | 1 commenti

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Girare per il Vicentino spesso stringe il cuore. Di tristezza per gli insulti alla natura che in alcuni casi si fermamo alla speculazione, più o meno lecita, fine a se stessa come i capannoni "nero morte" dei Marzotto a Trissino, il cui effetto lancinante neanche il nome grecizzante, piano Koris, riesce a nascondere. Se si sa che koris in greco vuol dire cimice...

E poi il cuore si spezza di rabbia per i disastri che hanno messo sott'acqua il territorio e generati da milioni di metri cubi che se non nascono dalle mafie dei soldi derivano da quelle, simili, della corruzione o dalla perdita di sovranità contro cui si ergono solo finte barricate elettorali.

Eppure in queste terre si scovano esempi di bellezze, che non nascono solo dai fasti palladiani celebrati ora soprattutto da organizzatori di mostre danarose o da sindaci che dietro le loro colonne celano le proprie piccolezze

Girate per Piane, dalle parti di Tretto nell'alto Vicentino, ad esempio, e aprite e fate felici gli occhi. Torrenti, verde e le vecchie fabbriche che il caolino lo trasformavano in mattoni, per farci case, belle e brutte. Ma umane.

Sono ancora lì le fabbriche in disuso, trasformate in decrepiti depositi di cose che nessuno più cerca.

E sembrano in attesa che qualcuno le recuperi prima che crollino definitivamente, visto che da quelle parti buttarle giù per farci villette e cottage non renderebbe. 

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Commenti

renzo
Inviato Giovedi 30 Maggio 2013 alle 18:40

il caolino non serviva a fare case ma bellissime tazze da thè, piatti, e tutta la ceramica bianca, anche pregiata, che adornava la nostra tavola. Con in nostro caolino veniva fatto il vasellame per la regina di Russia e Venezia era il più importante porto per il commercio della ceramica prodotta con il caolino del Tretto. Ora Pancera, l'ultimo proprietario della cava, ha chiuso tutto, lasciando andare in rovina tutto il comparto, dall'estrazione, depurazione ed essiccazione e i ruderi, sparsi per tutto il Tretto, sono in completa rovina. Un patrimonio storico - archeologico di estremo valore, completamente distrutto. Se servono delle foto, ne ho parecchie.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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