Caolino, altro che cemento
Mercoledi 29 Maggio 2013 alle 19:55 | 1 commenti
Girare per il Vicentino spesso stringe il cuore. Di tristezza per gli insulti alla natura che in alcuni casi si fermamo alla speculazione, più o meno lecita, fine a se stessa come i capannoni "nero morte" dei Marzotto a Trissino, il cui effetto lancinante neanche il nome grecizzante, piano Koris, riesce a nascondere. Se si sa che koris in greco vuol dire cimice...
E poi il cuore si spezza di rabbia per i disastri che hanno messo sott'acqua il territorio e generati da milioni di metri cubi che se non nascono dalle mafie dei soldi derivano da quelle, simili, della corruzione o dalla perdita di sovranità contro cui si ergono solo finte barricate elettorali.
Eppure in queste terre si scovano esempi di bellezze, che non nascono solo dai fasti palladiani celebrati ora soprattutto da organizzatori di mostre danarose o da sindaci che dietro le loro colonne celano le proprie piccolezze
Girate per Piane, dalle parti di Tretto nell'alto Vicentino, ad esempio, e aprite e fate felici gli occhi. Torrenti, verde e le vecchie fabbriche che il caolino lo trasformavano in mattoni, per farci case, belle e brutte. Ma umane.
Sono ancora lì le fabbriche in disuso, trasformate in decrepiti depositi di cose che nessuno più cerca.
E sembrano in attesa che qualcuno le recuperi prima che crollino definitivamente, visto che da quelle parti buttarle giù per farci villette e cottage non renderebbe.Â
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