Opinioni |

Caldo e afa, istruzioni per l'uso

Di Andrea Fasulo Venerdi 24 Luglio 2009 alle 18:38 | 0 commenti

L'anagrafe delle fragilità proposta dopo la torrida estate del 2003 non c'è. Ma la rete di Comune, Ipab e Ulss è pronta a intervenire. Dai condizionatori ai numeri di pronto intervento, ecco cosa fare quando il solleone picchia duro

 

Caldo (Sheldon Pax)Quest'anno si è fatta attendere un po' più del solito, ma è bastato qualche giorno di afa e temperature over 30° per far scattare di nuovo l'emergenza caldo. I temporali che fino a poche settimane fa rinfrescavano l'aria, provocando in alcuni casi anche danni considerevoli, sembrano già un ricordo, i termometri salgono fino a toccare i 34-35 gradi, e si torna subito a parlare di allerta e caldo africano, anche se per il momento siamo distanti dalle condizioni della torrida estate del 2003, con 15.000 decessi causati dal caldo in Francia e 7.000 nel nostro paese. Proprio allora, sulla scia delle polemiche, il ministro della Salute Girolamo Sirchia predispose un piano per limitare gli effetti della calura sulle fasce di popolazione più esposte a rischi. Molti ricorderanno come vennero accolti, con forti perplessità e in qualche caso battute ironiche, gli inviti rivolti agli anziani a trascorrere i pomeriggi in centri commerciali e supermercati dotati di aria condizionata o presso le caserme dei vigili del fuoco. Ma quelle trovate estemporanee nascondevano anche qualche iniziativa più strutturata.

 

L'anagrafe dimenticata


Il piano Sirchia prevedeva infatti un'"anagrafe delle fragilità", sorta di elenco degli anziani e persone più a rischio stilato sulla base dell'età e della storia clinica, di cui tutti i comuni si sarebbero dovuti dotare. Un mezzo utile ad "agganciare" all'attenzione dei servizi sociali e delle strutture sanitarie chi potrebbe aver bisogno di interventi rapidi e mirati. A tutt'oggi però, come rileva un articolo apparso nei giorni scorsi sulle pagine del Corriere della Sera, questo strumento è presente in solo la metà dei circa 8.000 comuni italiani. A Vicenza esiste già da qualche anno un piano "Estate sicura", che viene rinnovato anche in questo 2009, ma di "anagrafe delle fragilità" neanche l'ombra. Tanto che nè l'assessore competente nè i dirigenti dell'assessorato avevano avuto notizia della sua esistenza. Una circolare persa per disattenzione sotto pacchi di fogli? Colpa dei precedenti amministratori che non hanno recepito nè trasmesso alcunchè ai successori?

 

Il piano "Estate sicura"


Fatto sta che l'assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari assicura che ci si attiverà per recepire l'ordinanza, peraltro rinnovata dall'attuale vice-ministro con delega alla Salute Ferruccio Fazio, ma sottolinea come il comune di Vicenza sia già preparato ad affrontare l'emergenza caldo grazie ad una rete assistenziale consolidata: "Il comune monitora costantemente la situazione degli anziani a rischio attraverso il servizio sociale e le strutture dell'Ipab" spiega l'assessore. Tutte le segnalazioni di intervento vengono smistate da un call-center. Chiamando lo 0444-221020, attivo tutti i giorni dalle ore 7,00 alle 24,00 fino al 31 agosto, un operatore sarà già in grado di attivare le necessarie misure. Ci si metterà allora in contatto con la struttura ospedaliera per un'emergenza sanitaria. O si attiveranno Aim e Amcps per piccoli interventi di manutenzione nelle abitazioni: "Ma consigliamo anche di frequentare i nostri centri diurni, che sono dotati di climatizzazione. Poi si può accedere, sempre grazie all'Ipab e a Federfarma, alla consegna a domicilio dei pasti o dei farmaci. Questo per evitare che le persone anziane siano costrette ad uscire di casa nelle giornate più calde" aggiunge Giuliari. Il comune dispone inoltre di 40 condizionatori che possono essere concessi in comodato d'uso per tutta l'estate a chi, abitando nelle case popolari, ne facesse richiesta. Poi ci sono convenzioni con le piscine comunali per offrire tariffe agevolate a chi dispone di un reddito inferiore ai 20.000 euro.

 

Pochi interventi, tanti consigli


"Estate sicura" è un'iniziativa che dura ormai da diverso tempo ma che, secondo i dati forniti dall'assessore, non sembra dover venire incontro ad un gran numero di richieste: ogni anno una trentina, quest'anno fino ad ora solo 10 gli interventi. Ma se la situazione dovesse aggravarsi? "Se avessimo davanti 2 o 3 settimane di caldo intenso dovremmo alzare la soglia di attenzione. Ma siamo in ogni caso pronti ad affrontare la cosa, tanto più che ogni anno il servizio viene migliorato". Anche in ospedale ogni anno si devono fare i conti con i sempre numerosi casi di malore dovuti alle temperature africane. E spesso il pronto soccorso è il primo approdo. Ma quest'anno sarà diverso dal solito? "Ogni anno ci si preoccupa eccessivamente per il caldo o per il freddo. Noi manteniamo come al solito alto il nostro livello di attenzione. Siamo già pronti ad affrontare i vari scompensi o colpi di calore. Probabilmente faremo in modo di liberare posti letto in altri reparti per averne un numero più adeguato" dice il primario del pronto soccorso cittadino Vincenzo Riboni. "Le raccomandazioni sono più o meno sempre le stesse: bisogna stare a riposo, non uscire nelle ore più calde, non creare situazioni di disidratazione. Quindi bere acqua e mangiare alimenti facilmente digeribili, preferibilmente frutta e verdura". E la famosa "anagrafe delle fragilità"? Alla Ulss se ne è mai parlato, visto che l'input viene dal viceministro alla Salute? "Non ne conoscevo l'esistenza, ma mi sembrerebbe uno strumento valido" commenta il primario. Uno strumento rimasto però, per ora, solo sulla carta.

 

Leggi tutti gli articoli su: Caldo

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network