Caduti nelle missioni estere, Sbrollini: serve maggior rispetto
Martedi 25 Gennaio 2011 alle 14:21 | 0 commenti
Daniela Sbrollini, Partito Democratico - Ho sempre limitato le mie dichiarazioni pubbliche in merito alle tragiche notizie che ci giungono dai luoghi in cui i nostri militari sono chiamati ad operare.
Nel vedere che le polemiche e le dichiarazioni si susseguono, mi sento in dovere di chiedere a tutti di abbassare i toni e di evitare giornalmente il riaprirsi di ferite gravissime.
Io, come molti cittadini, voglio discutere seriamente sulle missioni militari che vedono l'Italia impegnata.
Capire e approfondire in sede parlamentare se le regole d'ingaggio, la strumentazione e i mezzi a disposizione sono adeguati e sufficienti per garantire la sicurezza dei nostri uomini. Questi sono i punti su cui ci dobbiamo concentrare capendo, in che termini e per quanto tempo il nostro impegno deve continuare.
L'oggettivo aggravarsi della situazione e l'aumento delle tensioni, che si palesano con attacchi e scontri diretti anche verso le truppe italiane, pone quindi la politica davanti ad interrogativi non più rinviabili nel tempo.
Come tantissima gente, ho partecipato ai funerali del giovane alpino Matteo Miotto svolti a Thiene, ho visto un'intera comunità , quella Thienese, partecipe ad un dolore che ha riportato così drammaticamente vicino a tutti noi quello che prima si vedeva alla TV o nei giornali.
Al giovane Matteo sono stati attribuiti tutti i giusti onori, come spetta ad un soldato caduto in servizio.
È stato accolto, a tarda sera, al suo arrivo in Municipio da molti cittadini in un silenzio assoluto e rispettoso, la camera ardente è stata gremita, la città e le comunità di Thiene e Zanè si sono strette alla famiglia durante i funerali e oggi riposa nell'area riservata ai caduti di guerra come da lui richiesto.
Infine, il Consiglio Comunale di Thiene con voto unanime, incarnando così il sentimento collettivo, ha approvato nella sua ultima seduta un O.d.G. che prevede l'intitolazione di una Sala Convegni cittadina proprio a Matteo.
Una sala, mi piace ricordarlo, vicina agli istituti scolastici dove lui amava tornare per raccontare la sua scelta e le sue esperienze.
Oggi il mio pensiero è rivolto ai famigliari, e ai tanti che amavano Matteo.
A loro penso si debba rispetto e silenzio; un silenzio non teso a dimenticare, perché nessuno può dimenticare, ma necessario per riportare dopo tante manifestazioni pubbliche il tutto a una dimensione più contenuta e privata che un dolore come questo merita e che penso sia ormai necessaria.
Il mio non vuol essere un messaggio di propaganda, ma un invito a riportare una vicenda drammatica ad una dimensione privata.
On. Daniela Sbrollini
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