Burani cede Biasia, la famiglia Biasia potrebbe rientrare
Domenica 10 Gennaio 2010 alle 12:34 | 0 commenti
Nella crisi del gruppo Mariella Burani, vicina al fallimento, saranno probabilmente diversi i destini delle 2 aziende vicentine acquisite nel passato dalla società emiliana, la Facco, operante nel settore orafo, e la Francesco Biasia, leader nel mondo della pelletteria.
Mentre la Facco dovrebbe seguire la capogruppo, da cui è direttamente controllata, sono diverse le prospettive per la Francesco Biasia di Dueville, controllata per oltre il 50% dalla subholding Mosaicon (ex Ap Bags), che a sua volta fa capo ad Antichi Pellettieri (Ap) quotata in Borsa, e per il 49% circa dal fondo di private equity 3I.
Grazie alla partecipazione di 3I e agli utili della pelletteria, dallo scorso autunno è allo studio per le società di Ap una ristrutturazione del debito di 140 milioni con le banche creditrici con immissione di nuovi capitali che arriverebbero da dismissioni del gruppo Mosaicon con le sue controllate di pregio, tra cui la Francesco Biasia.
Come successo in altri casi di aziende vicentine, ad esempio la Morato Pane, prima cedute, poi riacquistate, dai fondatori, potrebbe, quindi, profilarsi, almeno sulla carta, un rientro nella partita dei Biasia.
Al di là dei passaggi tecnici e giudiziari della vicenda del Gruppo Burani, indebitato per oltre 400 milioni di euro, è e, al momento, rimane un auspicio, quindi, più che un'indiscrezione, che,la famiglia Biasia, mai uscita completamente dalla gestione della sua 'creatura' grazie alla presenza in ruoli dirigenziali di Claudio Biasia, fratello di Francesco, possa considerare un rientro nella proprietà .
Il rientro dei Biasia potrebbe assicurare non solo la continuità del marchio, presente in tutto il mondo anche con sue shoow room a Milano, Roma, Tokyo, New York, Hong Kong, che anche le altre ipotesi prevedono, ma anche il suo legame col territorio, evitando che le prevedibili ristrutturazioni successive alla cessione si ripercuotano pesantemente sulla sede originaria di Dueville,sui suoi dipendenti e sull'indotto.
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