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BPVi, inizia la trattativa sui primi 700 esuberi

Di Rassegna Stampa Mercoledi 30 Novembre 2016 alle 09:33 | 0 commenti

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Banca popolare di Vicenza, parte intanti la trattativa per 700 esuberi. Entra nel vivo la partita del taglio del personale in Bpvi, una delle prove del nove dell’«esperimento» di ristrutturazione e fusione tra loro, delle due ex popolari venete di fatto nelle mani del Fondo Atlante. Con un’improvvisa accelerazione, la banca ha inviato l’altro ieri ai sindacati, iniziando dai livelli nazionali a Roma, la lettera che apre la trattativa sindacale di almeno 700 esuberi. Personale la cui uscita andrà gestita già nel corso dell’anno prossimo, con un accordo che la banca punta a chiudere con una trattativa-lampo entro l’anno. Gli incontri del tavolo sindacale inizieranno a questo punto già la prossima settimana.

Dunque si parte sul delicato fronte degli esuberi. Anche se il primo tempo della partita si svolge secondo le regole tradizionali del settore. La trattativa sindacale corrisponde in sostanza alla riapertura della procedura esuberi aperta a ottobre 2015 e poi arenatasi lo scorso anno, anche di fronte alla necessità di finanziare massicciamente il fondo necessario a pagare i prepensionamenti in un anno particolarmente difficile. Ora la trattativa riparte, su numeri maggiorati: dai 550 dipendenti in più dichiarati nel 2015 si sale a 700. Il passo scelto dalla banca dice già parecchio di suo. Innanzitutto lo spettro dei licenziamenti collettivi resta, almeno per ora, lontano. E non a caso il sindacato ha detto subito sì alla trattativa, lanciata dala banca con un sondaggio sulla disponibilità a riaprire la procedura, nel corso di un incontro sul nodo del contratto aziendale tenutosi sempre lunedì. Questo perché da un lato si rilancia un canale di dialogo e trattativa dopo mesi di chiusura totale reciproca intorno allo spettro dei licenziamenti collettivi a cui il sindacato ha opposto un durissimo no, per non aprire pesanti precedenti. Dall’altro lato la trattativa sugli esuberi s’instrada lungo le formule tradizionali dei prepensionamenti fino a cinque anni, che i sindacati vogliono tutti volontari (e secondo indiscrezioni, sarebbero già almeno 350-400 le disponibilità raccolte già lo scorso anno), favorendo le uscite possibili. La scelta dice molto anche sulle mosse della banca sul fronte esuberi, rispetto ai 1.300-1500 attesi su cinquemila dipendenti. La mossa suona come un prologo, un primo alleggerimento entro le regole tradizionali (congelando la trattativa intorno ai quei numeri e a quello schema, visto che non è possibile variare in corsa quanto si sta discutendo), a cui si possono aggiungere richieste di giornate di solidarietà, e allineando Bpvi al primo accordo sugli esuberi siglato in Veneto Banca. Rimandando poi al piano industriale, magari relativo alla fusione, ulteriori numeri e interventi. Si vedrà a quel punto in che termini. Pur se la lettera inviata ai sindacati parla di obiettivi da perseguire «prioritariamente con il fondo di settore, per contenere e attenuare le ricadute». Certo la necessità di interventi rapidi per tagliare i costi sono stati più volte ripetuti dalla banca; non ultimo dal presidente Gianni Mion nell’assemblea al Teatro comunale di Vicenza, dopo aver già in passato indicato la necessità di un taglio del costo del personale del 30% . E anche la lettera inviata ai sindacati ripete quei concetti, parlando di «situazione divenuta strutturalmente insostenibile» e di «rischio di compromettere irrimediabilmente l’equilibrio finanziario e patrimoniale del gruppo». La conseguenza è chiara: «Nell’attuale contesto» sul fronte dei ricavi, deve seguire «una parallela e continua azione di contenimento degli oneri operativi, adottando misure riferibili a tutte le spese amministrative e ai costi del personale». Ne deriva la necessità che «una riduzione strutturale del costo del lavoro debba essere perseguito con immediatezza e trasversalmente in tutte le società del gruppo».
Di Federico Nicoletti, da Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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