BPVi e Veneto Banca, la percentuale di ristoro per i soci viene studiata su un modello inglese
Venerdi 18 Novembre 2016 alle 09:28 | 0 commenti
La percentuale di ristoro che verrà offerta agli ex soci della Popolare di Vicenza, e con ogni probabilità anche di Veneto Banca visto che i due istituti stanno mettendo a fattore comune molti passaggi messi a punto dai team legali sulle litigation, sarà parametrata, tra l'altro, alla performance di un paniere di titoli quotati. E' quanto si apprende da una fonte vicina al dossier che sottolinea come questa misura sia stata studiata per rendere omogenei gli investimenti rispetto ad altri nel settore bancario rendendo il rimborso paragonabile al valore che oggi si trova in mano un azionista che abbia investito in una banca quotata.
Ovviamente i valori subiranno degli aggiustamenti in base a quelli di carico e alla data di ingresso nel capitale. I legali sono da tempo al lavoro per analizzare e catalogare le diverse posizioni in modo da giungere a una proposta condivisa. Il tema delle possibili cause dei soci è uno dei punti nodali del futuro delle due banche, nella misura in cui né nel caso di una fusione né nel caso di un futuro stand alone è ipotizzabile che Bpvi e Veneto Banca possano vivere con la spada di Damocle di potenziali richieste di danni per centinaia di milioni di euro. Per evitare questa prospettiva e per dare alle due banche una discontinuità che le metta al riparo dalle cause legali, gli avvocati stanno studiando uno scorporo, sul modello di quanto fatto anni fa nel Regno Unito con Royal Bank of Scotland e Lloyds. Lo schema prevede di creare una sorta di bad bank, adeguatamente capitalizzata, cui imputare tutto il petitum relativo alle passate gestioni. Sullo sfondo rimane il tema dell'individuazione dei capitali da iniettare nella nuova banca (o nelle due banche rimaste stand alone) ad esito da un lato della cessione dei crediti non performanti e dall'altro dello scorporo delle litigation. Senza dimenticare che l'attesa riduzione del personale, che per la sola Bpvi riguarderà 1350 unità con una riduzione delle filiali nell'ordine del 30%, comporterà costi one-off di una certa rilevanza. L'eventualità che il Fondo Atlante possa procedere da solo a una ricapitalizzazione dei due istituti viene ritenuta remota da molti osservatori. L'identikit del nuovo socio non è semplice da tracciare. L'ideale sarebbe un fondo di private equity, ma i sindacati sono molto contrari a questo genere di investitore. Tra l'altro, con l'eccezione di Investindustrial di Andrea Bonomi, non ci sono precedenti. In attesa dei piani industriali delle due banche (o forse sarebbe meglio dire quattro, visto che entrambe lavorano sia a un piano stand alone sia a un piano che preveda il matrimonio), che saranno pronti a dicembre, il prossimo appuntamento rilevante è fissato per il 13 dicembre quando si terrà l'assemblea della Bpvi sull'azione di responsabilità . Lo studio Gatti-Pavesi-Bianchi ha già mandato un'enorme mole di documentazione al cda che farà il punto definitivo sull'azione nella riunione che è in calendario due giorni prima dell'adunanza, l'11 dicembre. Anche per Bpvi, come per Veneto Banca, sarà una sorte di kick-off destinato ad essere integrato con nuove fattispecie di illecito che dovessero emergere nel prossimo futuro.
Di Gabriele Lamonica, da Milano Finanza
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.