Bottega (Nursind): no a ulteriori sacrifici
Giovedi 10 Giugno 2010 alle 18:33 | non commentabile
Andrea Bottega, Nursind - "Gli infermieri non sono più disposti a fare ulteriori sacrifici, mettendo a repentaglio la qualità del servizio, quindi la sicurezza personale e dei pazienti. La politica deve avere il coraggio di dire che sta tagliando i servizi. In questo momento serve un'azione sindacale forte, che deve essere attuata congiuntamente e non dalle singole sigle sindacali. È in gioco l'intero sistema dei servizi, perciò dobbiamo fare più che mai cordata".
Ecco, di seguito, alcune assurdità contenute dal decreto legge 78/2010:
1. L'art 6 comma 12 abolisce l'indennità chilometrica per chi utilizza la propria auto ai fini di servizio. In ambito sanitario questo potrebbe provocare l'impossibilità di prestare le cure sul territorio, di poter praticare l'Assistenza domiciliare integrata. Si chiede, pertanto, una specifica salvaguardia per chi svolge questo importante servizio ai cittadini.
2. L'art 6 comma 13 prevede il taglio del 50% della spesa per la formazione (il fondo a disposizione è dell'1% del monte salari) sostenuta nel 2009. Questo provoca non il taglio del 50% del fondo a disposizione, bensì un taglio ancor più gravoso, perché riferito alla spesa che generalmente è già inferiore alla disponibilità . I professionisti sanitari hanno l'obbligo per legge della formazione continua (ECM). Tale obbligo, con questa norma, graverebbe totalmente sulle disponibilità economiche personali per un beneficio a favore del datore di lavoro. Riteniamo che per l'ambito sanitario debba essere prevista una deroga vista l'impossibilità di garantire a tutti gli operatori una formazione continua aziendale.
3. L'art. 9 comma 1, con l'attuale formulazione, rappresenta la fonte di maggiore discriminazione. La dizione "Per gli anni 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, ivi compreso il trattamento accessorio, non può superare il trattamento in godimento nell'anno 2010" in ambito sanitario infermieristico può portare ad esempio al caso che un'infermiera nel 2010 abbia usufruito del congedo per maternità e tornando in servizio nel 2011, non possa godere delle indennità (turno, terapia intensiva, disagio festivo, ecc...), in quanto queste aumenterebbero il reddito individuale rispetto al 2010. Così sarà per il trasferimento del lavoratore in altre unità operative dove, per contratto, sono previste diverse forme di trattamento accessorio dovuto al diverso disagio o rischio (radiologico, ad esempio). Così sarà per il passaggio da lavoratore diurnista a turnista. L'aver legato il blocco al trattamento economico complessivo del singolo dipendente fotografato al 31 dicembre 2010 sicuramente porta a forti discriminazioni legate alla vita del dipendente nell'anno di riferimento (si pensi solo al fatto che durante l'anno un dipendente possa essere stato assente per un grave infortunio e abbia visto considerevolmente ridimensionato lo stipendio per la mancata remunerazione delle indennità legate alla presenza, oppure un altro che, attraverso rapporti di consulenza, abbia nel corso del 2010 un maggiore introito che gli garantisca maggiori margini per i successivi anni). Chiediamo che l'articolo sia rivisto.
4. L'art. 9 comma 4 prevede che per i contratti del biennio 2008-2009 non si possano determinare aumenti retributivi superiori al 3,2%. Tenuto conto del monte salari 2007 (comprensivo delle indennità e della produttività ) riversato in toto nel tabellare, il contratto del comparto sanità ha avuto un aumento del 3,9% a cui si doveva aggiungere lo 0,8% di risorse aggiuntive regionali. Ora, visto il misero aumento ricevuto (in media 70 euro lordi), viene chiesto oltre al blocco della contrattazione il taglio dello 0,8% e dello 0,7% cioè dell'1,5% di quanto già sottoscritto nel precedente contratto. Come si può pensare di chiedere agli infermieri della sanità (categoria composta per l'80% da donne, caratterizzata per il lavoro a turni per mantenere il servizio aperto nelle 24 ore, non considerata lavoro usurante, costretta ora a lavorare fino a 65 anni) di mantenere aperti i servizi senza adeguate retribuzioni? L'infermieristica prima di tutto è una professione, non una missione.
5. L'art. 9 commi da 5 a 12, prevedono il blocco del turn-over. In mancanza di leggi regionali di adeguamento ai principi espressi, questi devono essere applicati alla lettera. Questo comporta, almeno fino alla formulazione di diverse direttive regionali, l'impossibilità di sostituire con assunzioni a tempo determinato le astensioni per maternità e l'impossibilità di garantire i servizi sanitari in essere ai cittadini. Certamente gli infermieri non saranno disposti a mantenere gli attuali
standard sobbarcandosi ore di straordinario che le aziende non saranno mai in grado di pagare.
"Le disposizioni previste dal legislatore - conclude il segretario Nazionale Andrea Bottega - auspichiamo possano essere oggetto di revisione, tuttavia va evidenziato che dall'impianto della norma emerge chiaramente che la Politica indica alle Regioni dove effettuare i tagli, senza considerare le varie situazioni finanziarie. E con il blocco della contrattazione nazionale si potrebbero concretizzare due fenomeni: la ri-pubblicizzazione del rapporto di lavoro o l'accelerazione verso il federalismo contrattuale per gli enti di competenza delle Regioni, con il rischio di un'ulteriore disomogeneità nella qualità delle cure sanitarie. Per evitare che tutto ciò possa accadere il Nursind rivolge un forte appello alle organizzazioni sindacali, affinché si riesca a fare cordata, per la tutela efficace dei lavoratori e la salvaguardia dei servizi. Andare in ordine sparso, ciascuno per suo conto, non porterà un cambiamento nella linea del governo.