Bortolussi, Cgia: rischio manovra da 59 mld e non 48. Forse 11 mld di tasse in piu
Lunedi 1 Agosto 2011 alle 02:03 | 0 commenti
Giuseppe Bortolussi, Cgia di Mestre - Se entro il 30 di settembre 2013 non sarà approvato il disegno di legge di riforma del fisco, la manovra prevede tagli del 20% delle agevolazioni fiscali. La CGIA ha calcolato le riduzioni voce per voce. Rispetto ai 20 mld previsti dalla riforma fiscale, è molto probabile che ci troveremo 11 mld di tasse in più.
"La manovra correttiva approvata due settimane fa dal Parlamento rischia di essere di 59 mld di € e non di 48. Tra le pieghe ci potrebbero essere 11 mld di tasse in più."
A denunciarlo è il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che con grande meticolosità è andato a leggersi il testo del provvedimento ed ha calcolato i tagli previsti dalle agevolazioni fiscali delle famiglie e delle imprese italiane. Vediamo perché il segretario della CGIA ritiene che la manovra rischia di pesare attorno ai 59 mld €.
"Se entro il 30 settembre 2013 non verrà approvato il disegno di legge delega di riforma del fisco - ricorda Bortolussi - ci troveremo con un taglio delle agevolazioni fiscali del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014. A regime questa contrazione non sarà di 20 mld di €. In realtà , stando ai nostri calcoli - prosegue Bortolussi - la riduzione del 20% comporterà una diminuzione più pesante: addirittura di 11 mld di euro, portando la manovra correttiva a toccare i 59 mld di €".
"E' chiaro - prosegue Bortolussi - che siamo nel campo delle ipotesi, ma è altrettanto evidente che sarà molto difficile che questa maggioranza riesca ad approvare il ddl delega sul fisco entro la fine di questa legislatura. Personalmente me lo auguro, ma ho la sensazione che questo obbiettivo non sarà raggiunto, con la conseguenza che ci ritroveremo con 11 mld di tasse in più da pagare."
Come si può osservare dalla tabella riportata più sotto, se si applica in maniera letterale il taglio delle agevolazioni, si otterrà un gettito per l'Erario pari a 7,79 mld di euro nel 2013 (anziché 4 mld come previsto dal testo di legge del decreto) e di 31,1 mld nel 2014 (invece dei 20 mld riportati nel decreto).
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