Terza seduta e terzo ribasso di settimana, la sfiducia regna sovrana ed è difficile prevedere cosa possa accadere per far invertire la rotta.
I timori che avevamo paventato ieri si sono puntualmente verificati oggi, ormai è evidente a tutti che i meccanismi cardine sui quali si poggia il cosiddetto "mercato" sono saltati, non esistono più.
Ora chi vuole investire non ha più parametri di alcun genere, se è conscio di entrare in un casinò, bene, può farlo, ma se cerca delle logiche di mercato non le troverà .
La domanda da porsi è proprio questa: fino a quanto durerà , purtroppo non c’è risposta.
Se vogliamo possiamo ricondurre il tutto al comunicato del FOMC di ieri sera dal quale si lasciava trasparire che il tanto agognato QE3 che avrebbe potuto essere messo in campo nel primo trimestre del prossimo anno, non ci sarà .
In pratica è come dire ad un malato grave in crisi respiratoria che gli si toglierà l’ossigeno.
Si potrebbe anche, fra poco, arrivare a chiedersi se abbia un senso tenere i mercati aperti, sappiamo che potrebbe essere interpretata come un’eresia, ma è una maniera provocatoria per sottolineare l’inutilità di tutti gli i discorsi fatti per cercare una logica dove non c’è.
Chi sarebbe chiamato a dare una risposta ai gravi problemi che assillano l’economia mondiale non è in grado, o, nella migliore delle ipotesi, non ha gli strumenti per farlo, la via d’uscita, quindi al momento non c’è.
Con queste premesse andiamo brevemente a commentare una seduta di Borsa che ha visto solo vendite ad eccezione della primissima parte di contrattazione in cui l’indice principale è stato anche in territorio positivo.
Il
Ftse Mib (-2,84%) e sceso fino a 14.430,02 punti a causa delle ininterrotte vendite sui titoli assicurativi ed industriali.
Sul fondo della classifica sempre
Fondiaria Sai (-6,01%), ricordiamo che nel marzo scorso, quindi nove mesi fa valeva oltre 4 euro. Poi la galassia Agnelli con
Fiat (-5,48%) e Fiat Ind. (-5,09%) seguite da
Generali (-4,91%) e Saipem (-4,84%). Tra i bancari forti vendite su
Ubi Banca (-4,81%), Mediobanca (-4,46%) e Unicredit (-3,31%). Mentre si sono salvati dalle vendite soltanto Banca Popolare di Milano (+4,21%) e Bper (+1,23%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro e VicenzaPiu.com