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Era cominciata con un frazionale ribasso la seduta a Piazza Affari, ma dopo pochi minuti arrivava la notizia della decisione, da parte del Consiglio di Amministrazione di Unicredit, riguardo al prezzo ed alle condizioni dell'aumento di capitale. Seppur fosse ampiamente previsto uno "sconto" intorno al 40% del Terp  (approfitto per anticipare che domani pubblicherò un articolo dedicato proprio a questo fatto) riferito alla chiusura della vigilia, la notizia delle due nuove azioni per ogni vecchia posseduta al prezzo di 1,943 è stata una deflagrazione.
		
					
			Il  titolo a maggior flottante della Borsa italiana è finito quasi subito in asta di  volatilità e nel corso della giornata, ciò,  è accaduto altre tre volte. Alla  fine il titolo ha terminato le contrattazioni a 0,5415 euro, preferiamo  riferirci alla quotazione che Unicredit aveva fino a pochi giorni orsono, ossia  a prima dell’accorpamento, in quanto rende di più l’idea. Riteniamo infatti che  un azionista abbia così la percezione vera del baratro nel quale è precipitato  il maggior Istituto bancario del Paese. Agghiacciante!  
   Unicredit (-14,45%) ha così  condizionato tutto il nostro listino, l’intero settore, ovviamente ne ha  risentito a cominciare da 
Banca MPS (-4,65%) ed Intesa Sanpaolo (-3,82%),  ma pesanti cali sono stati fatti registrare anche 
da Mediobanca (-2,98%),  Banco Popolare (-2,81%), Ubi Banca (-2,72%), Banca Popolare di Milano (-2,67%) e  Bper (-2,56%).     Il nostro 
Ftse Mib (-2,04%) è risultato  perciò il peggiore del Vecchio Continente, ma in tutta l’Europa, ed al momento  anche Wall Street, sono prevalse le vendite, molto pesanti Madrid e Parigi con  cali superiori al punto e mezzo percentuale, limitano invece i ribassi sotto il  punto Francoforte e Londra.  
   Sul nostro listino principale, per la verità,  qualcuno si è salvato, in particolare 
Fiat Industrial (+1,28%) e Saipem  (+1,03%), ma anche 
Impregilo (+0,83%), Salvatore Ferragamo (+0,47%),  Tenaris (+0,26%), Atlantia (+0,24%) e Buzzi Unicem (+0,14%).     Occorre però, per completezza  dell’informazione rimarcare che cali considerevoli non hanno riguardato  esclusivamente il comparto bancario, ma anche quello del risparmio gestito  con
 Azimut (-3,69%) e Mediolanum (-1,95%), quello industriale con  
Finmeccanica (-3,45%), Stmicroelectronics (-2,79%) e Fiat (-2,39%) e  quello dei media con 
Mediaset (-3,27%) che arresta così bruscamente il  buon recupero dei giorni scorsi.  
   Per la Borsa italiana una doccia fredda della  quale avremmo fatto volentieri a meno, ma … speriamo di aver assistito solo ad  un incidente di percorso.  
   Giancarlo Marcotti per Finanza In  Chiaro e VicenzaPiu.com