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  Si chiude almeno con un rialzo il terzo giorno di contrattazione dell'ultima settimana dell'anno, ma non è parso un vero e proprio rimbalzo, e le anomalie non sono mancate. Il nostro indice principale ha caracollato intorno alla parità fino all'apertura di Wall Street, in effetti, però, si poteva intuire che gli indici statunitensi avrebbero imboccato, almeno inizialmente, la strada del rialzo visto che l'uscita dei dati sul mercato del lavoro, risultati peggiori delle previsioni, non aveva creato alcuno scossone sull'andamento dei futures.		
					
			Le  prime richieste di sussidi alla disoccupazione, previste in aumento a 370.000,  sono risultate 381.000 ed anche  quelle continuative (3.601 k) sono state  maggiori delle attese (3.590 k).  
   Dopo la campanella di apertura, però, (forse  qualcuno ne era già a conoscenza?) arrivavano due dati macro decisamente  positivi, dapprima l’indice PMI di Chicago attestatosi a 62,5 punti, cioè ben al  di sopra delle attese (60,80 punti), quindi una grande conferma, il mercato  immobiliare sta dando segnali di risveglio! Le abitazioni in vendita sono  risultate in crescita del 7,3% (consenso a +1,5%).  
   A quel punto tornavano i compratori sul  mercato e il 
Ftse Mib (+0,76%) arrivava a sfiorare i 14.940 punti, poi un  ritracciamento al di sotto di 14.850 punti per concludere la giornata con  un’asta di chiusura che riportava l’indice principale della Borsa italiana a  14.908,53 punti.  
   Piazza Affari, però, ha fatto registrare un  rialzo decisamente inferiore rispetto alle altre Piazze europee, Londra ha  guadagnato più di un punto percentuale, Francoforte l’1,34% e Parigi l’1,84%. Il  motivo di questa sottoperformance, probabilmente, va ricercato in un’asta dei  Btp che ha visto rendimenti ancora superiori al 7%, dopo i dati sui Bot ed i Ctz  della vigilia, più che di una delusione si potrebbe parlare di una doccia  fredda.  
   Ma il nostro Premier Mario Monti, ha un grande  vantaggio rispetto al suo predecessore, egli infatti può dire le stesse cose e  venir applaudito, il Presidente del Consiglio ha infatti dichiarato che “uno  spread così alto non rispecchia la realtàâ€, quando la stessa cosa la diceva  Silvio Berlusconi … veniva deriso.  
   Ma concentriamo la nostra attenzione, come al  solito, verso i titoli che hanno fatto segnare le variazioni più significative,  in testa ai rialzi troviamo ancora il risparmio gestito con 
Azimut  (+1,91%), seguito da 
Exor (+1,82%) che ha performato decisamente  meglio delle due controllate 
Fiat Ind. (+0,15%) e Fiat Ord. (-0,91%).     Quindi 
Enel Green Power (+1,56%) e la  capogruppo 
Enel (+1,52%). A seguire troviamo il primo titolo del settore  bancario, 
Intesa Sanpaolo (+1,49%) che ha avuto un risultato speculare  rispetto all’altra big italiana, 
Unicredit (-1,54%) decisamente  condizionata dalle imminenti operazioni straordinarie sul capitale (forse Piazza  Cordusio ora mi mangia le dita per aver aspettato tanto ribadendo che non  sarebbe stato necessario un adc).  
   Peggio ancora, però, 
Bper (-2,62%)  maglia nera di giornata, in rosso anche il 
Banco Popolare (-0,31%) e la  Popolare di Milano (-0,30%).     Per concludere rimarchiamo i guadagni di  Telecom (+1,43%), Buzzi Unicem (+1,37%), Ansaldo (+1,25%) e Tenaris  (+1,21%).
   Giancarlo Marcotti per Finanza In  Chiaro e VicenzaPiu.com