Piazza Affari frenata da un'asta di Btp che ha visto rendimenti ancora superiori al 7%. Bene Azimut ed Exor, male Bper e Unicredit.
Si chiude almeno con un rialzo il terzo giorno di contrattazione dell'ultima settimana dell'anno, ma non è parso un vero e proprio rimbalzo, e le anomalie non sono mancate. Il nostro indice principale ha caracollato intorno alla parità fino all'apertura di Wall Street, in effetti, però, si poteva intuire che gli indici statunitensi avrebbero imboccato, almeno inizialmente, la strada del rialzo visto che l'uscita dei dati sul mercato del lavoro, risultati peggiori delle previsioni, non aveva creato alcuno scossone sull'andamento dei futures.
Le prime richieste di sussidi alla disoccupazione, previste in aumento a 370.000, sono risultate 381.000 ed anche quelle continuative (3.601 k) sono state maggiori delle attese (3.590 k).
Dopo la campanella di apertura, però, (forse qualcuno ne era già a conoscenza?) arrivavano due dati macro decisamente positivi, dapprima l’indice PMI di Chicago attestatosi a 62,5 punti, cioè ben al di sopra delle attese (60,80 punti), quindi una grande conferma, il mercato immobiliare sta dando segnali di risveglio! Le abitazioni in vendita sono risultate in crescita del 7,3% (consenso a +1,5%).
A quel punto tornavano i compratori sul mercato e il
Ftse Mib (+0,76%) arrivava a sfiorare i 14.940 punti, poi un ritracciamento al di sotto di 14.850 punti per concludere la giornata con un’asta di chiusura che riportava l’indice principale della Borsa italiana a 14.908,53 punti.
Piazza Affari, però, ha fatto registrare un rialzo decisamente inferiore rispetto alle altre Piazze europee, Londra ha guadagnato più di un punto percentuale, Francoforte l’1,34% e Parigi l’1,84%. Il motivo di questa sottoperformance, probabilmente, va ricercato in un’asta dei Btp che ha visto rendimenti ancora superiori al 7%, dopo i dati sui Bot ed i Ctz della vigilia, più che di una delusione si potrebbe parlare di una doccia fredda.
Ma il nostro Premier Mario Monti, ha un grande vantaggio rispetto al suo predecessore, egli infatti può dire le stesse cose e venir applaudito, il Presidente del Consiglio ha infatti dichiarato che “uno spread così alto non rispecchia la realtà â€, quando la stessa cosa la diceva Silvio Berlusconi … veniva deriso.
Ma concentriamo la nostra attenzione, come al solito, verso i titoli che hanno fatto segnare le variazioni più significative, in testa ai rialzi troviamo ancora il risparmio gestito con
Azimut (+1,91%), seguito da
Exor (+1,82%) che ha performato decisamente meglio delle due controllate
Fiat Ind. (+0,15%) e Fiat Ord. (-0,91%). Quindi
Enel Green Power (+1,56%) e la capogruppo
Enel (+1,52%). A seguire troviamo il primo titolo del settore bancario,
Intesa Sanpaolo (+1,49%) che ha avuto un risultato speculare rispetto all’altra big italiana,
Unicredit (-1,54%) decisamente condizionata dalle imminenti operazioni straordinarie sul capitale (forse Piazza Cordusio ora mi mangia le dita per aver aspettato tanto ribadendo che non sarebbe stato necessario un adc).
Peggio ancora, però,
Bper (-2,62%) maglia nera di giornata, in rosso anche il
Banco Popolare (-0,31%) e la Popolare di Milano (-0,30%). Per concludere rimarchiamo i guadagni di Telecom (+1,43%), Buzzi Unicem (+1,37%), Ansaldo (+1,25%) e Tenaris (+1,21%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro e VicenzaPiu.com