Boom lavoro a chiamata: record nel Veneto
Domenica 29 Agosto 2010 alle 21:49 | 0 commenti
Cgia Mestre - Cresce il ricorso delle aziende al lavoro a chiamata: nel 2009 le posizioni lavorative raggiungono le 111 mila unita' in media annua, con un aumento del 75% circa rispetto al 2007. La regione in cui si concentra il maggior numero di contratti a chiamata e' il Veneto (intorno al 20%), che contribuisce a fare del Nord-est la ripartizione in cui il ricorso al job-on-call e' piu' elevato (circa 41%).
Il Nord-ovest e' caratterizzato da un'alta concentrazione di lavoratori a chiamata in Lombardia (intorno al 17%), mentre il Centro presenta una maggiore dispersione tra le diverse regioni. Generalmente basso e' il ricorso al lavoro a chiamata nel Sud e ancor di piu' nelle Isole (rispettivamente 9 e 2% circa).
Lo rende noto l'Istat che diffonde per la prima volta i dati analitici sulla domanda di lavoro delle imprese italiane relativa alle posizioni con contratto di lavoro a chiamata dal 2006 al 2009.
Lo scorso anno le imprese che hanno utilizzato almeno un lavoratore a chiamata sono quasi raddoppiate (circa 88 mila) rispetto alle 48 mila de 2007, con una forte concentrazione (55% circa) nel settore degli alberghi e ristoranti, dove ciascuna impresa, in media, occupa 2,8 lavoratori intermittenti, valore che rappresenta (in termini di posizioni lavorative) circa il 37% del totale dei dipendenti dell'impresa.
Nel dettaglio, nel settore degli alberghi e ristoranti si concentra circa il 60% del totale dei lavoratori intermittenti, mentre il resto e' occupato prevalentemente nei settori dell'istruzione, sanita', servizi sociali e personali (12% circa) e del commercio (circa il 10%). Il job-on-call non risulta affatto utilizzato, invece, nel settore dell'intermediazione monetaria e finanziaria.
Le imprese ricorrono al contratto di lavoro intermittente quasi esclusivamente per coprire posizioni lavorative con qualifica operaia, che rappresentano il 90% circa del totale, con un massimo di oltre il 98% nel settore degli alberghi e ristoranti. I dipendenti a chiamata inquadrati come impiegati costituiscono una quota significativa solo nel settore del commercio (36% circa nel 2007 e 30% nel 2009).
Quanto alla durata, le imprese utilizzano contratti a tempo indeterminato in misura leggermente prevalente rispetto a quelli a termine.
Nel 2007 il 55% delle posizioni lavorative sono a tempo indeterminato e la quota aumenta di oltre 10 punti percentuali nel 2008 per effetto dei cambiamenti normativi sopra illustrati. L'industria in senso stretto, le costruzioni e i trasporti e magazzinaggio sono i settori in cui la quota dei job-on-call a tempo indeterminato risulta piu' elevata.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.