Bomba a gas
Domenica 6 Maggio 2012 alle 21:51 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 233
«Il bel giocattolo va alla rottamazione. Per Sinergie Italiane è stata annunciata l'eutanasia. Il 28 marzo scorso l'assemblea dei soci ha deliberato la ricapitalizzazione della società specializzata nell'acquisto di gas dai grandi operatori. Ieri i soldi sono stati versati ed è stata anche comunicata la data del 13 aprile come ultimo atto: in quella data si voterà , in una nuova assemblea, per la liquidazione in bonis. Ognuno andrà per conto suo, come voleva da mesi Iren e come di recente aveva deciso di fare anche Ascopiave, la utility trevigiana che aveva partorito questa creatura durante la gestione Salton.
Ora, cambiati i vertici in modo traumatico (è noto il contenzioso in corso con l'ex presidente) c'è la volontà di smontare quanto costruito in passato e di voltare pagina...».
Claudio Trabona, sul Corveneto del 5 aprile 2012 a pagina 19, per la seconda volta in un paio di mesi mette i puntini sulle "i" sull'affaire Sinergie, la società di acquisto del gas controllata da un manipolo di municipalizzate della quale è padre putativo Gildo Salton: manager pubblico in ottimi rapporti con il ras del Pdl veneto Giancarlo Galan, ma anche in avvicinamento alla corte di Luca Cordero di Montezemolo. Salton, defenestrato de facto da Ascopiave, è stato chiamato e voluto nella galassia Aim da Achille Variati, sindaco berico in quota Pd (LaSberla.net del 14 marzo 2012).
Tant'è che la questione non è secondaria e non riguarda nel dettaglio le sorti di Vicenza, ma più in generale il rapporto tra la politica e quel mondo tecnoburocratico (che è poi l'altra metà della casta) chiamato a dare attuazione con competenza, efficacia ed onestà , alla «mission sociale» pensata dalla politica. Salton con il palmarés che si è portato dalla Marca è la persona ideale? Il demiurgo di Sinergie, dopo la fine ingloriosa della stessa Sinergie, è la persona più adatta per competenze tecniche, onestà intellettuale e indipendenza per portare Aim Servizi a rete verso un futuro fatto di tutela del bene pubblico e di rifiuto del concetto di svendita o vendita degli asset pubblici ai privati?
Di fronte ad una situazione del genere Rifondazione Comunista si è detta preoccupata. Parlando di Salton il segretario provinciale di Rc Giuliano Ezzelini Storti spiega che non lo avrebbe mai «portato a Vicenza» e che se «l'amministrazione Variati ritiene opportuno» riproporre in terra berica la stessa formula usata per Sinergie, il partito non può che esprimere «una netta contrarietà ». E mentre la Cgil attende di conoscere nel dettaglio il nuovo piano Aim per l'energia, rimane sullo sfondo il silenzio generale dei protagonisti del mondo sindacale, delle imprese, della politica e delle istituzioni rispetto agli interrogativi sollevati in primis dal Corveneto.
Chi scrive infatti ha interpellato in tal senso i vertici di Assindustria, il presidente della Camerca di Commercio di Vicenza Vittorio Mincato, il sindaco Variati, i coordinatori provinciali di Pdl, Lega, Udc, Pd, Idv e poi i vertici di Uil e Cisl. Risposte? Nessuna. Che problemi ci sono ad esprimere la propria opinione di fronte a quesiti del genere? Le opzioni sono due. Uno, i soggetti interpellati non sono in grado di rispondere. Allora dovrebbero tornarsene a casa. Due, hanno una opinione in merito, però non la esprimono. O perché è una opinione favorevole allo scenario Variati-Salton, ma temono il giudizio negativo della opinione pubblica. Oppure per converso sono contrari, ma non si espongono perché considerano troppo grossi gli interessi in campo e hanno paura di irritare coloro i quali considerano i veri padroni del vapore.
In queste ore sui media si dice di tutto e di più sulla cosiddetta «antipolitica» un tempo, si legge, incarnata dal Carroccio e ora da Grillo. Spesso si tratta di parole al vento giacché ogni volta che si tirano in ballo questioni segnatamente o latamente collettive si fa politica. Semplicemente in alcuni strati della popolazione sta maturando un risentimento verso alcuni gruppi sociali e verso una classe dirigente da anni arroccata nel fortino del potere. E quando questa classe dirigente, come nel caso di Sinergie, non si cura delle semplici domande che ogni individuo di buon senso si pone di fronte a certi rovesci, si pongono le basi anche per una protesta che alimentata dalla esasperazione potrebbe diventare violenta. Acqua, luce e gas sono ambiti delicati. Acqua luce e gas servono per bere, mangiare e scaldarsi. A tirar troppo la corda si rischia. E di molto.
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