Blues, di Bepi De Marzi
Venerdi 9 Aprile 2010 alle 05:52 | 0 commenti
Bepi De Marzi
Vendono l'anima, oh, sì, vendono subito l'anima,
al torbido Bagnasco,
quello cardinale, con la pensione statale di generale.
Cota e Zaia, Ghigno e Pomata dei fazzoletti verdi.
Oh, sì, vendono l'anima e il cuore, su nel mio Nord,
alla Chiesa degli ori e delle ametiste incastonate nelle mitrie
nei piviali,
poi mettono gli stivali degli aguzzini
e mettono a pane e acqua i bambini
che non possono pagare il pasto caldo e normale nella scuola comunale.
Oh, no, non voglio che sia così, oh, no, non voglio, no!
E invece, sì, accade tutto questo, mio Signore,
mio Signore spinto e umiliato sulle strade delle feste pagane,
scalzo, confuso e senza croce.
La tua croce, Signore, oh, sì, mio Signore, la tua croce
l'hanno presa loro per dire che la vogliono difendere.
E dimenticano te, Cristo Crocifisso, scalzo,
umiliato e senza più respiro.
Cota e Zaia, Ghigno e Pomata, sono per la vita.
Chissà cosa vorrà dire, quassù, dove traboccano i denari,
essere per la vita. E rincorrere e ferire con i bastoni dello Stato
i clandestini dagli occhi stanchi,
i Vu' CumprÃ
sulle strade di città , sulle spiagge dell'ozio e del sole indifferente.
Sono per la vita, loro, e il torbido generale cardinale
approva e benedice, approva e benedice con l'anello d'oro.
Vendono l'anima, oh, sì, mio Signore, vendono l'anima
e il cuore, dicendosi subito devoti al cardinale generale,
alla sua corte di bigotti senza religione,
Ghigno e Pomata, Cota e Zaia, quassù, nel Nord
traboccante di denaro.
Oh, mio Signore, dove fioriranno, a maggio,
le rose delle siepi?
Bepi De Marzi
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