Blue Tongue, Confagricoltura: nel vicentino vaccinazioni non sono ancora partite, intanto epidemia si allarga...
Martedi 27 Settembre 2016 alle 17:26 | 0 commenti
Una lettera è stata inviata oggi 27 settembre alla Regione Veneto dalle associazioni agricole Confagricoltura, Cia, Anpa e Ava. Confagricoltura Veneto denuncia ritardi e cambio di strategia nella gestione dell'emergenza Blue Tongue, la lingua blu con febbre catarrale, con i costi dei vaccini dei bovini che verranno interamente messi a carico degli allevatori: "in provincia di Vicenza le vaccinazioni non sono ancora partite, con l'epidemia che intanto si allarga a macchia d'olio con 67 capi finora colpiti nelle province di Belluno, Treviso e Vicenza". Di seguito la nota di Confagricoltura sulla lettera.
“A un mese dalla conferma dei primi casi di Blue Tongue siamo ancora fermi al palo e il piano vaccinale non è più esteso a tutte le specie coinvolte, come previsto nella riunione di due settimane fa, ma è stato ristretto ai soli ovicapriniâ€. E’ quanto denuncia Confagricoltura Veneto, che con Cia, Anpa e Ava ha inviato una lettera al governatore Luca Zaia, al vicepresidente regionale Gianluca Forcolin, all’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan e all’assessore alla Sanità Luca Coletto per evidenziare le criticità che si stanno riscontrando nella gestione dell’epidemia.
La malattia, che ha colpito finora 67 animali in Veneto tra bovini, caprini e ovini nelle province di Treviso, Belluno e Vicenza, si sta estendendo a macchia d’olio destando preoccupazione negli allevatori, che con il divieto di movimentazione del bestiame dalle stalle rischiano ripercussioni sulle transazioni commerciali e sui prezzi dei capi da macellare. La decisione della Regione di coprire i costi vaccinali solamente per gli ovicaprini, confermata venerdì scorso in un incontro tra i servizi veterinari della Regione e le associazioni agricole, è un’ulteriore batosta per allevamenti già stremati dalla crisi, dai prezzi in caduta e dagli effetti negativi del mercato. Per oltre 100 mila tra vacche da latte e nutrici il vaccino e i costi veterinari saranno, infatti, a carico degli allevatori.
“Mutato lo scenario della Blue Tongue, con l’ampliamento delle zone interessate e la diffusione della malattia, registriamo un cambio di strategia della Regione, che non prevede più la vaccinazione dei capi di tutte le specie coinvolte – scrivono le associazioni -. Premesso che non condividiamo questa impostazione, che anche a detta dei servizi veterinari regionali ci precluderà la possibilità di ridiventare Regione indenne, chiediamo che la Regione Veneto trovi le risorse per coprire i costi del vaccino e della prestazione sanitaria e che il tutto sia coordinato da un’unica entità , che garantisca l’efficacia dell’organizzazione, del controllo e della verifica delle azioni intrapreseâ€.
Le associazioni fanno presente che “anche la documentazione necessaria per la movimentazione degli animali all’interno delle aree di restrizione, considerato l’ampliamento delle zone interessate dall’epidemia, non dev’essere a carico degli allevatoriâ€. Per l’emergenza sono previsti infatti un documento di accompagnamento specifico, il Modello 4, e una vidimazione obbligatoria dei veterinari ufficiali, che costituiscono un ulteriore balzello in una situazione già molto pesante, considerata la grande mole di animali che dovrà essere movimentata.
Le organizzazioni sottolineano infine l’importanza che la vaccinazione venga affidata ai servizi veterinari regionali e alle Asl, avvalendosi, eventualmente, della collaborazione dei veterinari liberi professionisti. “Siamo assolutamente contrari al delegare a terzi la gestione di un problema che riguarda la salute pubblica – rimarca Fabio Curto, presidente della sezione lattiero casearia di Confagricoltura Veneto -, che finirebbe per alimentare un business a nostre spese. Chiediamo che ci si adoperi il più possibile per evitare aggravi a carico delle stalle, lavorando in stretta collaborazione con gli allevatori con l’obiettivo di tornare allo status di Regione indenneâ€.
Attualmente le vaccinazioni sono partite solo in provincia di Belluno, su iniziativa delle Asl che hanno spinto per avere il via libera per i vaccini degli ovicaprini per far fronte all’emergenza. Ora si attendono le disposizioni regionali per continuare il programma con le vacche da latte. Nelle province di Treviso e Vicenza invece, è tutto fermo: le vaccinazioni non sono ancora iniziate in attesa delle decisioni della Regione.
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