Bilancio Regione Veneto, Ferraresso: sanità ed assistenza per pochi
Martedi 30 Novembre 2010 alle 15:58 | non commentabile
Cgil Vicenza -  Ci preoccupano molto le dichiarazioni fatte alla stampa dagli Assessori alla Sanità Ciambetti (Lega Nord) e al Sociale Sernagiotto (Pdl) in materia di tagli al bilancio. Anche se, purtroppo, non ci sorprendono più di tanto. A fine Luglio, la manovra finanziaria biennale aveva già deciso di ridimensionare drasticamente le risorse assicurate a Regioni e Comuni (Zaia disse, allora, di non essere più di tanto preoccupato) trasferendo anche l'onere di spiegare ai propri cittadini il motivo per cui sanità ed assistenza non potevano essere più assicurate come prima.
Ci viene detto che c'è la crisi e che tutti devono fare dei sacrifici, ma nei suoi provvedimenti questo Governo tende a dare di più ai ricchi a discapito dei più poveri.
Non più di tre anni fa veniva cancellata l'Ici. Un regalo di 2 miliardi di euro alle classi più agiate.
Non sono ancora passati due anni da quando, in piena campagna elettorale, nel Veneto, si decise di ridimensionare l'aliquota dell'addizionale Irpef per i redditi sopra i 28 mila euro l'anno (120 milioni in meno per le casse regionali).
Con la manovra biennale approvata a Luglio, alla faccia del federalismo, viene previsto per il 2011, un taglio di trasferimenti nella nostra Regione pari a 358 milioni di euro. Ai Comuni ne verranno tolti 123!
Per far tornare i conti, la Regione Veneto, vorrebbe eliminare: gli assegni di cura concessi agli anziani non autosufficienti che vengono seguiti in casa dalle loro famiglie (60 milioni di euro); il servizio di telesoccorso-teleassistenza (5 milioni); i trasferimenti economici nei confronti di disabili e delle loro famiglie (40 milioni in meno per trasporti e Ceod); i costi per terapie e riabilitazione rivolte ad anziani ospiti in casa di riposo (5 milioni); i costi per analisi del sangue per chi ha malattie rare o ha avuto danni per emotrasfusioni (20 milioni). E l'elenco potrebbe non fermarsi qui.
Si stanno ridimensionando drasticamente, anche nel vicentino, i posti letto negli ospedali.
Ci viene detto che i posti letto "costano" e che l'ospedale deve sempre più essere una struttura che garantisce eccellenza per curare la fase acuta della malattia.
Peccato che non sempre sia così. Anzi, alla famiglia viene sempre più spesso scaricato il peso, sia assistenziale che economico, nella cura di pazienti che nel "territorio" non trovano punti di riferimento.
Assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata ridotta a poche ore e non per tutti.
Poche unità territoriali di assistenza primaria (Utap) presenti nel territorio per le quali sembra non essere più una priorità nella loro moltiplicazione.
Cosa fare?
Sanità , assistenza, istruzione vanno garantiti a tutti i cittadini ed in particolare, a chi ha meno; veramente di meno. E le risorse vanno prese da chi ha di più; molto di più.
Non può più reggere lo scandalo che la maggior parte delle entrate Irpef (e addizionali varie) siano a carico di chi ha la trattenuta alla fonte (lavoratori dipendenti e pensionati).
L'evasione fiscale e la corruzione sono una "macelleria sociale". Così, a braccio, ha esordito recentemente il governatore della Banca d'Italia Draghi.
C'è bisogno di maggiore equità nel ridistribuire le risorse anche attraverso l'applicazione ampia dello strumento dell'Isee. Un'Isee progressiva che sappia erogare benefici alle fasce veramente più povere della popolazione.
Nel piccolo, a livello regionale come in quello locale, si possono dare dei segnali importanti.
Ad esempio, applicando le varie addizionali in maniera progressiva, istituendo tariffe sociali, garantendo esenzioni/agevolazioni per chi sta peggio (non dimenticandoci di chi improvvisamente perde il posto di lavoro).
Questi provvedimenti non sarebbero, forse, un piccolo tassello per dimostrare di essere veramente collegati al "territorio" e saper utilizzare al meglio le "risorse" pubbliche?
Gino Ferraresso
Coordinatore Dipartimento Stato Sociale - Cgil di Vicenza