Bilancio positivo per il 13° Festival Biblico a Vicenza: un successo di presenze, contenuti e “clima”
Lunedi 5 Giugno 2017 alle 15:31 | 0 commenti
Sono stati 32.300 gli spettatori complessivi del Festival Biblico di Vicenza, manifestazione che ha proposto 224 eventi a ingresso gratuito concentrati in undici giorni, dal 18 al 28 maggio, con più di 300 ospiti partecipanti. Questo in sintesi il dato della tredicesima edizione. Ma, al di là dei numeri, la gioia riguarda l'essere riusciti anche quest'anno a portare, nelle località dove si è svolto il festival, ospiti nazionali e internazionali che hanno saputo creare occasioni di riflessione e di incontro per le persone che hanno scelto di lasciarsi coinvolgere e partecipare. Altri risultati sono sottolineati dalla direttrice Roberta Rocelli. «Uno degli obiettivi principali - spiega - è stato raggiunto: mi riferisco al rinnovamento generazionale del nostro pubblico e alla connessione in platea tra le varie stagioni di vita".
 "Un aspetto qualificante - continua la direttrice - è stata la capacità di costruire un cartellone in cui non fossero presenti soltanto i grandi nomi immediatamente riconoscibili, ma anche realtà da valorizzare e sperimentazioni, come il progetto Agire la parola e il percorso originale pensato a Verona. Questo è l'input che abbiamo dato e le persone l'hanno raccolto, tanto che appuntamenti considerati "minori" hanno superato le cento presenze».
«Per me è importante il "clima" che si respira nel corso del festival - commenta il presidente Ampelio Crema - e devo dire che ho notato proprio un'atmosfera gioiosa che gli spettatori hanno cercato e voluto. In questo senso il dabar, il nostro café culturale, ha costituito un polo di attrazione e di stimoli importantissimo. Il clima era sereno anche nell'organizzazione, nonostante le fasi concitate: lo staff è stato sempre lucido e reattivo e i circa duecento volontari hanno lavorato bene e con passione».
«Il Festival Biblico è un lavoro corale, basato sulla condivisione. - osserva il presidente Roberto Tommasi - Sono perciò contento del risultato ottenuto da questa edizione grazie a tutte le persone coinvolte. Un grazie anche ai partner, che hanno reso possibile lo svolgimento del festival e la sua sostenibilità economica. "Condividere" significa inoltre coinvolgere la comunità in cui si porta la Parola, e mi pare che l'adesione e l'entusiasmo che si respiravano in tutti gli incontri siano la miglior risposta».
Punti da migliorare ce ne sono, e già non mancano le idee per la prossima edizione.
«Proseguiremo sulla strada della commistione, della mescolanza tra le voci del filone biblico e di altri filoni non prettamente ecclesiali. - conclude la direttrice Rocelli - Ci piacerebbe accostare ulteriormente i due pensieri, che sono più vicini di quanto si possa pensare. Potenzieremo inoltre la scelta delle periferie urbane quale spazio di incontro, conferenze, arte».
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