Bilancio, Ciambetti: conciliato austerità e welfare, senza aumento tasse
Venerdi 23 Marzo 2012 alle 15:33 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore al Bilancio Lega Nord - Il rigore di oggi, i sacrifici imposti a molti settori della Regione, saranno salutari, e perciò daranno frutti, non solo se, come siamo riusciti quest'anno, riusciremo a conciliare il Welfare con l'austerità , ma anche se la politica riuscirà a rinnovarsi abbandonando vecchi schemi e pratiche che appartengono al passato, questo è un dato di fondo qualificante del Bilancio approvato giovedì scorso dal Consiglio regionale.
Aver imboccato decisamente la strada che porta ad una Pubblica amministrazione regionale snella, dove le risorse a disposizione sono concentrate esclusivamente nei settori strategici dell'ente pubblico, assicurando, come aveva preteso il presidente Zaia, sanità , servizi sociali, mobilità , formazione, difesa dell'ambiente e sostegno all'economia e al mondo del lavoro, mentre grazie ad una riorganizzazione delle spese tecniche di funzionamento, cioè costi legati a organi istituzionali, (risorse umane e strumentali, gli oneri finanziari, i rimborsi) siamo riusciti a compensare parte dei tagli imposti dal governo, circa 87 milioni di €. Il Presidente Zaia ci ha costretto ad essere coerenti: si è tagliato e non si sono aumentate le tasse ai cittadini, l'esatto contrario di quanto non stia facendo il governo tecnico a Roma. È interessante comparare almeno quattro dati del budget: la dotazione del settore sociale è di 871 milioni, 691 milioni vanno alla mobilità e 425 sono destinati alla formazione mentre la macchina regionale, nel suo complesso, costa 293 milioni: l'apparato regionale, dunque, rispetto a tre voci qualificanti il welfare - oltre agli 8 miliardi della sanità che qui non computiamo - incide per il 14 per cento; se il calcolo venisse effettuato rispetto all'intero budget di spesa, poco meno di 13 miliardi, scopriremo che l'apparato incide solo per il 2,2 per cento. E' dunque possibile, sebbene non senza difficoltà , avere un apparato snello senza con ciò pregiudicare le funzioni essenziali dell'intervento pubblico: non dimentichiamo che il costo del lavoro nella Regione del Veneto è di 11,6 volte inferiore di quello della Regione Sicilia. È chiaro che nell'alleggerimento della macchina regionale rientra anche la politica, quindi Giunta regionale e Consiglio e non si tratta solamente di ridimensionare costi economici, che come dicevo all'inizio sono stati abbattuti. Credo, e con me concordano altri colleghi del Consiglio regionale di maggioranza come di opposizione, che la politica può ancora ritagliare spazi di efficienza e tempestività : nonostante il nuovo regolamento consiliare, non è ammissibile a mio avviso, dopo un serrato confronto delle competenti commissioni consiliari sui conti della Regione, giungere in aula ad un dibattito inquinato, per così dire, da temi che poco hanno a che fare con la materia in discussione, il Bilancio, continuando ad adoperare la Legge Finanziaria regionale per discutere di altre faccende che nulla hanno a che vedere con il budget di spesa. Si rischia di creare tensioni ma anche di seminare preoccupazioni, come potrebbe accadere affrontando in maniera non appropriata temi delicati, valga per tutti il caso Arpav, che al momento rientra nel grande capitolo della difesa della salute pubblica e trova la sua collocazione economico-finanziaria in quell'area.
Come si concentrano le risorse, bisogna concentrare tempi e campi di discussione e analisi evitando di ingenerare confusione: solo così la politica aumenterà il suo tasso di produttività e non darà l'idea che le istituzioni costano ben più di quanto rendano. La confusione non serve a nessuno e non è di certo nel sollevare polveroni che la classe dirigente, politica come burocratica, dimostra la propria efficienza. Efficienza che nasce da proprio dal rigore e dall'autodisciplina: il vero risultato straordinario di questo bilancio è l'aver garantito il welfare e la qualità dell'intervento pubblico regionale, senza aumentare le tasse: aumentare le tasse, per far quadrare i conti, è cosa da tecnocrati romani. I veneti son fatti di ben altra pasta.
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