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Bifrangi riparte: patti d'acciaio per un anno da +44%

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 11 Maggio 2010 alle 10:09 | 0 commenti

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Bifrangi  -  La realtà veneta leader nello stampaggio dei metalli a caldo (fatturato 2009: 91 milioni, Ebitda: 5 milioni) stringe accordi con grandi case internazionali dell'automotive, investe 30 milioni in innovazione e si avvia verso un fatturato 2010 da oltre 130 milioni.

A Mussolente (VI) la crisi, per il Gruppo Bifrangi di Francesco Biasion, è finita; o meglio, si è trasformata in opportunità.

Francesco Biasion (Presidente Bifrangi)Nel 2009 il fatturato consolidato della realtà veneta ai vertici del settore dello stampaggio a caldo dell'acciaio è diminuito del 50% (a fronte di un calo del comparto che ha raggiunto punte dell'80%), attestandosi sui 91 milioni, con un Ebitda da 5 milioni di euro. Poi la ripresa, che secondo le previsioni porterà entro il 2010 un fatturato aggiuntivo di 40 milioni di euro (+44%).Spiega Biasion: "La crisi ha fatto scomparire dal mercato quei competitor che non hanno saputo o voluto investire come noi in innovazione, liberando nuove quote che noi abbiamo prontamente conquistato".

Nel primo trimestre 2010 la crescita del gruppo è stata del 40%, con un ottimo +60% in Gran Bretagna, dove Bifrangi possiede due strutture produttive, e un lusinghiero +30% in Italia. Intanto il Gruppo ha appena siglato diverse nuove commesse. Nel settore automotive spicca una fornitura quinquennale da 15 milioni di euro di mozzi ruota per SNR, società nippo-francese leader mondiale. Caterpillar e Berco hanno acquistato componenti per macchine movimento terra per un valore 2010 di 12 milioni. E a Fag Schaeffler andrà, nei prossimi 5 anni, una fornitura di anelli per cuscinetti destinati a veicoli commerciali del valore di 5 milioni di euro.

Dice il presidente Biasion: "La nostra capacità innovativa è attestata da brevetti che hanno modificato prodotti e sistemi di produzione tradizionali, frutto di costanti investimenti per restare sempre all'avanguardia. Questa capacità, sommata all'autonomia finanziaria perseguita aumentando il capitale di rischio e allentando sempre più il legame con il sistema bancario, è il fattore che oggi ci consentono di cogliere con prontezza ogni opportunità e di rafforzare le nostre posizioni tanto in patria quanto all'estero. La clientela più importante - come i leader mondiali dell'automotive John Deere, Ford Otosan, Caterpillar, Perkins; Cummins nel settore dell'energia e dei grandi motori; J.M. nel comparto minerario - si sta rivolgendo a noi perché garantiamo la sicurezza, l'affidabilità e il risparmio che cerca: prova ne sia una fidelizzazione pari al 90%". Per queste ragioni e con queste prospettive, Bifrangi investirà nel corso dell'anno 30 milioni di euro in macchinari, attrezzature e tecnologie.

"Mantenere la meccanica italiana ai vertici mondiali è uno dei miei obiettivi - continua Biasion, erede di una tradizione di famiglia che dura da oltre un secolo. - Peccato che in questo io non sia supportato dalle autorità del territorio. Per due anni mi sono battuto per poter realizzare nello stabilimento vicentino un maglio da 55.000 tonnellate, il più grande del mondo, che ci avrebbe fatto entrare nel settore aerospaziale e avrebbe dato subito lavoro a 300 persone, più un migliaio con l'indotto; una volta giunti a regime, poi, ci sarebbe stata occupazione garantita per migliaia di persone per almeno 40 anni. Gli ostacoli burocratici sono stati così tanti che mi sono dovuto arrendere ed ho venduto il mio progetto agli americani, che l'hanno realizzato a tempo di record a Houston, in Texas".

Una grossa delusione, per Biasion, che non solo non gli ha permesso di aggiungere altro personale al suo attuale organico di 650 unità, ma che gli sta facendo prendere in seria considerazione l'ipotesi di gettare la spugna e di ricominciare altrove. "Dall'estero, in particolare dalla Repubblica Ceca, ma anche dalla Gran Bretagna e dal Brasile, abbiamo ricevuto ottime proposte per insediare nuovi siti produttivi che ci consentirebbero di riorganizzarci e di chiudere lo stabilimento italiano. Proposte che, date le difficoltà che incontro in patria, faccio sempre più fatica a rifiutare". Del resto il Gruppo Bifrangi ha già una spiccata vocazione internazionale: l'export copre il 82% della produzione. "Ma io amo la mia terra - spiega Biasion - e ho a cuore i miei 450 dipendenti italiani. Per questo spero che mi si dia il modo di continuare qui la mia attività".

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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