Biancorossi remember: Davide Bariti
Martedi 23 Ottobre 2012 alle 22:54 | 0 commenti
Prosegue l'INCONTRO con i recenti ex del Lane. E' la volta di Davide Bariti, classe 1991, riscattato dal Napoli quest'estate e girato in prestito all' Avellino. L'esterno mancino lanciato in serie B da Gigi Cagni sta trovando nuova linfa tra i blasonati biancoverdi in Prima Divisione.Â
Bariti, quest’anno stai andando forte: titolare inamovibile a fianco di Castaldo, Biancolino e altri giocatori di categoria voluti dagli irpini per puntare alla promozione in B.
«Sì, è un buon momento, l’Avellino come obiettivo ha un campionato di vertice in un girone molto severo, l’allenatore mi sta dando fiducia e ogni partita scendo in campo con tanta fame»
Rispetto alla stagione di Vicenza ti muovi da attaccante aggiunto, sgroppi praticamente sempre fino alla linea di fondo, tanto da tirare spesso in porta
«E’ il mio ruolo naturale, scappare via, servire in mezzo o concludere a rete. Mi trovo molto bene nel 4-4-2 di Massimo Rastelli che diventa un 4-2-4 in fase avanzata. Anche qui parto volentieri a destra ma se il mister me lo chiede, mi rendo utile pure a sinistra»
Che avessi qualità più offensive la piazza di Vicenza se lo ricorda bene. Purtroppo in occasione della finale con l’Empoli, quel tocco di esterno per saltare l'uomo a pochi metri dalla nostra area... Â
«…E’ andata male lo so, abbiamo gettato al vento la partita,  e con essa una rimonta di un campionato che stavamo salvando, dopo una brutta partenza, una rinascita esaltante e un crollo verticale».
Quest’estate sapevi già di essere ceduto prima dei playout?
«No, ero ancora in comproprietà col Napoli, era tornato Cagni e ripeto, molto si è deciso dopo Empoli. Al 22 giugno il Napoli ha riscattato il mio cartellino, dopo 15 partite in campionato con il Vicenza; verso i giorni caldi di mercato ho letto il mio nome accostato all’Avellino, e il 31 agosto è andata così, prestito secco di un anno».
Hai conquistato Cagni che a sorpresa ti ha lanciato in fascia nella rinascita, poi anche tu sei sparito in linea al calo della squadra. Il tecnico bresciano ha parlato di diversi fattori. Quali sono i tuoi?
«Posso dire che la condizione fisica non sempre ottimale, associata alla paura di non fare punti ha creato un mix negativo, ma garantisco che lo spogliatoio è sempre rimasto saldo, anche con le guide tecniche che si sono succedute».
Anche i fattori ambientali talvolta vi hanno condizionato, nel bene e nel male. Ora che vivi al Sud cosa puoi dirci?
«Ad Avellino la tifoseria è tanta roba, ma è un arma a doppio taglio: se fai bene sei portato in gloria (come nel derby di Benevento), se sbagli senti addosso una pressione che può farti brutti scherzi. Devi saperla affrontare, quando giochi in uno stadio da 40.000 posti (Partenio Lombardi) capisci che qui si rivuole la serie A. Devi saper sfruttare la forza dei tifosi, senza abbattersi nelle difficoltà . Anche a Vicenza c’è un gran tifo, e ammetto che qualche partita ci sentivamo sotto osservazione. Fuori giocavamo più sereni. Succede anche qui».
Vicenza ti ha aiutato nella nuova determinazione che hai addosso? Â Â Â
«Assolutamente sì»
E un po’ di Vicenza ce l’hai ancora in squadra: Gianluigi Bianco
«Già mi ha fatto piacere leggere il suo nome negli acquisti della squadra biancoverde, gioca anche lui con continuità e sta crescendo. Abbiamo vissuto assieme parte della scorsa stagione, ogni tanto ne parliamo ma ora questa è la nostra sfida, portare l’Avellino più in alto possibile».Â
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