Berlato invoca la procura per la sicurezza dell'università di Vicenza
Venerdi 3 Agosto 2012 alle 17:28 | 0 commenti
On. Sergio Berlato, Coordinatore provinciale del Popolo della Libertà , Deputato italiano al Parlamento europeo - Il caso da me sollevato in questi giorni relativamente al grave deterioramento delle facciate in marmo nella nuova sede dell'Università di Vicenza pone un tema di grande rilevanza ed attualità : la qualità nell'esecuzione delle opere pubbliche ed i meccanismi di controllo messi in atto dalle Pubbliche Amministrazioni per tutelare la corretta esecuzione delle opere e conseguentemente i soldi dei contribuenti.
Da troppo tempo ormai si assiste passivamente al rapido deterioramento delle opere pubbliche accettando tale fenomeno quasi come un elemento ineluttabile dimenticando invece che esistono normative europee e nazionali che certificano in modo molto stringente le caratteristiche dei materiali e delle lavorazioni.
Ne è un ricorrente esempio l'esecuzione delle asfaltature eseguite negli ultimi anni nelle strade della nostra città , che dopo pochi mesi dalla loro esecuzione formano buche e si sgretolano creando disagi agli utenti con l'aggravante che nessuno risponde della cattiva esecuzione dei lavori.
Nel caso specifico, cioè dell'Università di Vicenza, ci si trova davanti ad una vera situazione di emergenza relativamente ai marmi di rivestimento delle facciate che possono rappresentare un pericolo per l'incolumità degli studenti e del personale amministrativo e docente cui andrebbero aggiunte ampie e diffuse fessurazioni che sarebbero riscontrabili anche in molti rivestimenti in marmo delle gradinate esterne. Aggiungo che anche gli impianti, soprattutto quello di condizionamento, sembrerebbero manifestare palesi inadeguatezze nelle loro prestazioni.
E' di tutta evidenza che si è in presenza di una esecuzione che parrebbe in difformità delle opere appaltate di cui, se venisse accertata l'irregolarita', dovrebbero rispondere immediatamente non solo l'impresa esecutrice, ma anche gli organi di sorveglianza e controllo quali la Direzione Lavori ed il Collaudatore.
Trovo inoltre molto discutibili le risposte pseudo - rassicuranti fornite da alcuni rappresentanti della Provincia che si sono sbilanciati in funamboliche dichiarazioni del tipo "Il problema sussiste da tempo. Ce ne eravamo accorti e avevamo effettuato dei controlli. Di più. Avevamo già contestato i lavori all'azienda appaltatrice"; per non parlare delle affermazioni della Fondazione del tipo "La pietra di Asiago usata per la facciata è delicata, si sa. Si sgretola facilmente soprattutto se gli studenti si appoggiano ...".
Sottolineo a questo punto che a partire dal maggio 2005 le lastre in pietra naturale impiegate come rivestimenti devono necessariamente avere i requisiti di cui alla norma europea UNI EN 1469 alla quale l'Ente di normazione italiano si è dovuto immediatamente adeguare. Se i marmi posti in opera non sono conformi a tale normativa, sono evidentemente fuori legge.
In termini di trasparenza è a questo punto indispensabile chiarire tutte le responsabilità in campo mediante la messa a disposizione della seguente documentazione:
- disegni di massima ed esecutivi redatti dai progettisti inerenti i rivestimenti in marmo;
- atti e/o lettere della Direzione Lavori che hanno autorizzato la messa in opera dei rivestimenti in marmo;
- certificato di collaudo delle opere edili ed impianti;
- lettere di contestazione inviate dalla provincia all'impresa esecutrice.
Ritenendo comunque grave la situazione desidero anche conoscere quali contromisure siano state adottate per garantire l'incolumità fisica delle persone soprattutto in riferimento alla dichiarazione riportata dalla stampa il 25 luglio di un autorevole esponente politico della Provincia che dichiara "...Sono sicuro che i tecnici di palazzo Nievo prenderanno le giuste contromisure ...".
Mi auguro che chi di dovere possa accertare eventuali responsabilita' ma soprattutto garantire la sicurezza e l'incolumita' dei cittadini.
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