Berlato agli anticaccia: "integralismo animal-ambientalista come con Caterina"
Giovedi 2 Gennaio 2014 alle 18:42 | 0 commenti
On. Sergio Berlato, Presidente Fondazione per la Cultura Rurale onlus - Ritengo opportuno intervenire in merito alle dichiarazioni rilasciate dal sig. Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento protezionista Veneto il quale, assai goffamente, ha tentato di giustificare lo striscione apparso nel corso di una delle tante manifestazioni animal-ambientaliste che vengono periodicamente organizzate in Veneto.
Sullo striscione incriminato era stata riportata la scritta "l'unico cacciatore buono e' il cacciatore morto". Se non fosse per la scadente qualita' e la scarsa credibilita' di molti dei manifestanti, si potrebbe interpretare questa scritta come una palese minaccia ed una chiara istigazione a delinquere.
Non sorprende certo l'approccio culturale di molti animal-ambientalisti, disposti a neutralizzare in ogni modo chiunque non si dimostri allineato con le loro malsane convinzioni.
L'ultimo esempio, solo in ordine di tempo, di dove possa arrivare l'integralismo animal-ambientalista ci e' stato offerto in occasione di quanto accaduto a Caterina Simonsen (foto), una ragazza affetta da quattro gravi malattie la quale, solo per aver ringraziato gli scienziati che le hanno permesso di vivere grazie all'utilizzo di farmaci prodotti anche attraverso la ricerca e la sperimentazione sugli animali, e' stata oggetto di una raffica di offese e di minacce di morte da parte di numerose centinaia di appartenenti al frastagliato arcipelago animal-ambientalista. Esprimendo immediata solidarieta' e convinto sostegno alla povera Caterina, sono stato reso oggetto anch'io di una serie di "apprezzamenti" da parte di molti animal-ambientalisti che ritengono che la vita di un topo non possa in nessun modo essere sacrificata per salvare la vita di un essere umano.   Â
Del resto chi, per giustificare la propria fobia, afferma che la vita di un essere umano merita meno rispetto della vita di un topo o di uno scarafaggio, qualche riflessione dovrebbe suscitarla tra coloro che ancora hanno la testa attaccata al collo...
Con questo non voglio giudicare quelle "persone" che si sentono piu' vicini ad una nutria o ad uno scarafaggio piuttosto che agli esseri umani: ognuno e' giusto che su schieri dalla parte dei propri simili.
Contesto pero' l'approccio culturale di chi, per imporre le proprie malsane convinzioni, vorrebbe annientare (anche fisicamente ) chi ha convinzioni diverse dalle sue.
Io non contesto la scelta di chi, coerentemente, rifiuta di assumere medicinali prodotti anche attraverso la ricerca e la sperimentazione sugli animali, cosi come non contesto,la scelta di chi, altrettanto coerentemente, decide di sottoporsi egli stesso alla sperimentazione di alcuni farmaci per impedire, in questo modo, che la sperimentazione venga fatta su qualche adorabile topolino.
Contesto invece chi, dimostrando di avere estremo bisogno di cure, vuole impedire ad altri di curarsi utilizzando farmaci prodotti anche attraverso la ricerca e la sperimentazione su qualche topo.
Non contesto chi, coerentemente, sceglie autonomamente di essere vegetariano o vegano.
Contesto pero' chi, avendo fatto questa scelta, vorrebbe costringere tutti gli altri a mangiare solo barbabietole e lattuga.
Da appassionato cacciatore non ho mai auspicato la morte di nessuna persona, neppure se pervasa dall'integralismo animal-ambientalista, pur constatando quotidianamente la siderale distanza che mi divide dalla loro pericolosa ideologia. Â
Perche' allora questi talebani dell'animal-ambientalismo scrivono sui loro striscioni che "l'unico cacciatore buono e' il cacciatore morto" ?
Perche' questi fanatici gioiscono ogniqualvolta succede un incidente di caccia, pur sapendo che la caccia e' statisticamente almeno dieci volte piu' sicura rispetto a qualsiasi altra attivita' sportiva esercitata dagli esseri umani?
Perche' Caterina Simonsen e' stata ripetutamente minacciata di morte solo per aver ringraziato coloro che le avevano permesso di vivere?
Prendiamo atto dell'abissale differenza culturale che divide i portatori della cultura rurale ( tra i quali si annoverano a pieno titolo i cacciatori ) ed i portatori dell'ideologia e dell'integralismo animal-ambientalista.
Caterina Simonsen l'ha scoperta suo malgrado. Ci auguriamo che anche la rimanente parte sana dell'opinione pubblica si renda conto della pericolosita' di questi integralisti, prima che sia troppo tardi.
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