Benigno, Giovane Italia: Giornata del ricordo per i martiri istriani, fiumani e dalmati
Giovedi 10 Febbraio 2011 alle 11:50 | 0 commenti
Alessandro Benigno, Presidente provinciale Giovane Italia Vicenza - Nella formazione culturale di una persona, la storia riveste un ruolo importante; ci racconta le vicende dell'umanità , tramandandole di generazione in generazione, al fine di raccontare ai popoli le loro origini, il loro percorso, chi sono. La storia di un popolo è costellata da episodi di grandezza, di bassezza, di gioia e, purtroppo, anche di tragedia.
Conoscere la propria storia è un diritto e un dovere di ogni cittadino, di qualunque paese.
Il giorno del 10 Febbraio, per chi ancora non lo sapesse, è dedicato alla commemorazione dei martiri delle Foibe; al termine del secondo conflitto mondiale, le truppe dei comunisti titini jugoslavi, occuparono brutalmente l'Istria, le isole dalmate di Cherso e Lussino e le città di Fiume e Zara, commettendo terribili violenze ai danni della popolazione, culminate con deportazioni di massa, fucilazioni e l'occultamento di numerosi cadaveri all'interno di profonde cavità carsiche, conosciute col nome di "foibe". Si trattò di uno degli innumerevoli eccidi della storia, per l'Italia il più tragico; si calcola che fra infoibati e morti per gli stenti nei campi di prigionia abbiano perso la vita tra le 10mila e le 12mila persone, cifra che potrebbe risultare anche più elevata data l'impossibilità di esplorare completamente gli abissi carsici. All'eccidio vanno aggiunti 350mila cittadini italiani che preferirono l'esilio alla dittatura titoista, costretti a lasciare dietro di se i propri beni, le proprie case, le proprie radici.
Al dolore di chi vide morire parenti e amici si aggiunse inoltre il silenzio delle autorità politiche italiane: per sessant'anni fu proibito di parlare di questa tragedia, occultata da ogni libro di storia. Il tutto dovuto ad una fase internazionale che vedeva la Jugoslavia avvicinarsi all'occidente anti sovietico, alla debolezza del nuovo governo italiano rispetto al nascente Patto Atlantico, all'imbarazzo e all'ambiguità del Partito Comunista Italiano, allora il più forte partito comunista dell'Europa occidentale.
Dopo un sessantennio di negazionismo, la verità ha finalmente trionfato sulla menzogna e sull'ideologia; nel 2004 una legge dello Stato decretava il 10 Febbraio la "Giornata del ricordo": la verità sulle foibe veniva definitivamente alla luce.
Un messaggio lo vogliamo riservare a chi si ostina a negare il tentativo di genocidio delle foibe, a chi si ostina ad organizzare mostre e conferenze durante i giorni dedicati alla memoria dei nostri caduti per giustificare quello scempio: la storia è come un fiume in costante piena, alimentato dal diluvio delle domande che cercano risposte; lo si può arginare momentaneamente, ma alla fine ogni barriera ne verrà travolta.
Oggi come ieri noi ricordiamo i nostri fratelli al di là dell'Adriatico che si sono sacrificati perché sentivano nei loro cuori un sentimento più forte di tutti gli altri: l'amore per l'Italia.
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