Beni comuni, sabato in piazza: diretta radio
Venerdi 25 Novembre 2011 alle 23:44 | 0 commenti
 
				
		
		La denuncia del forum dei movimenti: nulla di quanto deciso dagli italiani con il quesito di giugno è stato rispettato. Sabato 26 novembre manifestazione nazionale a Roma "per un'uscita alternativa dalla crisi"
Dopo il referendum di giugno non si è mosso nulla. La legge d'iniziativa popolare per rendere pubblica l'acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari. Gli enti locali (fatta eccezione per il Comune di Napoli) continuano a gestire i servizi idrici attraverso società per azioni. E nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa.
Ecco perché il forum dei movimenti per l'acqua pubblica torna in piazza.  Sabato 26 novembre la manifestazione nazionale a Roma: appuntamento  alle ore 14 in piazza della Repubblica, arrivo alla Bocca della Verità e  chiusura prevista intorno alle ore 20. Già centinaia le adesioni e il  sostengo di partiti, associazioni, sindacati, tra i anche quali Sel e  Cgil. La manifestazione sarà seguita in diretta da RadioArticolo1.
"Con  un voto netto e chiaro - affermano in un appello gli organizzatori  della manifestazione - 27 milioni di donne e uomini, per la prima volta  dopo decenni, hanno ripreso fiducia nella partecipazione attiva alla  vita politica del nostro paese e hanno indicato un'inversione di rotta  rispetto all'idea del mercato come unico regolatore sociale".
"Oggi -  si legge ancora - nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione.  Non solo. Con l'alibi della crisi e dei diktat della Banca centrale  europea, il governo (Berlusconi, ndr) ha rilanciato, attraverso  l'articolo 4 della manovra estiva, una nuova stagione di privatizzazioni  dei servizi pubblici locali, addirittura riproponendo il famigerato  decreto Ronchi abrogato dal referendum".
Un appello scritto prima  della caduta del governo, quando in sella c'era ancora Silvio  Berlusconi. Tuttavia ancora attuale, visto che il nuovo esecutivo di  Mario Monti, secondo quanto emerso finora, intende puntare proprio sulle  liberalizzazioni e sulle privatizzazioni dei servizi pubblici. Non sarà  un compito facile, per l'ex commissario Ue, trovare la sintesi tra il  voto di giugno e le condizioni chieste da Bruxelles per la crescita.  (m.m.)
Da Rassegna.it
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