Benedetto XVI ai politici: "servire il diritto e combattere il dominio dell'ingiustizia"
Domenica 25 Settembre 2011 alle 12:51 | 0 commenti
Riceviamo da Massimo Marco Rossi e pubblichiamo.
Il discorso di Benedetto XVI del 22 settembre al BundestagPer un politico "il successo può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia". Benedetto XVI lo ha voluto ricordare oggi nella storica visita al Bundestag, il parlamento tedesco dove per la prima volta prende la parola un Papa. Nel suo discorso, per affermare che quale "criterio ultimo e motivazione per il suo lavoro", un politico non può avere "il successo e tanto meno il profitto materiale", Ratzinger ha citato il monito di Sant'Agostino: "togli il diritto, e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?".
"La politica - ha scandito - deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace". "Naturalmente - ha ammesso il Pontefice - un politico cercherà il successo che di per sé gli apre la possibilità dell'azione politica effettiva". "Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all'intelligenza del diritto", ha insistito citando ancora il vescovo d'Ippona. "Noi tedeschi - ha rilevato in riferimento agli abomini nazisti - sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, così che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto, era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull'orlo del precipizio". Per il Papa teologo, "servire il diritto e combattere il dominio dell'ingiustizia è e rimane il compito fondamentale del politico". E "in un momento storico in cui l'uomo ha acquistato un potere finora inimmaginabile, questo compito diventa particolarmente urgente", perché "l'uomo è in grado di distruggere il mondo".
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