Basta con le lottizzazioni: bando per servizio pubblico televisivo oppure no a canone Rai
Venerdi 13 Gennaio 2012 alle 21:49 | 0 commenti
Gioventù Italiana La Destra Vicenza - La Federazione Provinciale de "La Destra" insieme al movimento giovanile Gioventù Italiana, intende esprimere il proprio punto di vista sulla questione RAI. In queste settimane ci siamo adoperati attraverso dei banchetti sotto la nostra sede per consentire, a chi fosse interessato, di rinunciare alla televisione pubblica attraverso la disdetta del canone Rai. Tipico caso di disobbedienza civile. L'iniziativa, che ha riscosso un notevole successo con la sottoscrizione da parte di circa 500 famiglie vicentine , verrà riproposta anche il prossimo anno nel caso le cose continuassero a venire gestite come nelle ultime stagioni. A meno che ...
A fine marzo scadrà l'attuale consiglio di amministrazione della Rai e si presenta un'occasione concreta: cercare di smantellare la partitocrazia imperante nel servizio pubblico televisivo italiano. Se già nei decenni scorsi la lottizzazione dei tre canali pubblici era evidente, dopo la ‘legge Gasparri' la situazione è peggiorata, i cda Rai che sono stati cambiati dai governi in carica hanno creato mostri come Minzolini e Santoro, dimostrando di non offrire un servizio imparziale e indipendente. La nostra soluzione è mandare a gara le frequenze del servizio pubblico radiotelevisivo e, se proprio canone deve essere, che sia pagato a chi si aggiudica il bando. La Destra ha aperto la raccolta firme per un referendum, la campagna nazionale sarà coordinata da Beppe Lonero, Dirigente Nazionale e Segretario regionale nel Piemonte del partito. La cattiva gestione dell'Italia si è infatti espressa fortemente anche dal punto di vista televisivo: basti pensare che la nostra Rai è l'unica tv pubblica europea ad essere controllata da un apposito organo politico, l'Agcom. Insomma, in Rai, più che a badare alla qualità del servizio offerto agli italiani, si pensa a distribuirsi poltrone e profitti, chiediamo quindi che sia posta fine alla spartizione partitica dei posti del cda Rai, in favore di un'amministrazione più stabile e trasparente, volta a garantire agli italiani un servizio veramente pubblico.
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