Basilea 4, slittano le nuove regole sul capitale
Mercoledi 4 Gennaio 2017 alle 10:20 | 0 commenti
 
				
		
Manca l'accordo tra Usa ed Europa sulle banche - Draghi: «Continueremo a lavorare per finalizzare le riforme»
di Luca Aldo Davi, da Il Sole 24 Ore
Si attendeva il triplice fischio nella partita di Basilea 4. E invece ieri è arrivato il rinvio a data da destinarsi. O meglio, il rinvio a un «prossimo futuro», come dichiarato dal Ghos, il gruppo dei governatori e dei capi della vigilanza delle principali banche centrali al mondo (foto di repertorio). L'organo direttivo del Comitato di Basilea nel week end del 7 e 8 gennaio avrebbe dovuto mette il punto finale sulla riforma delle regole di Basilea 3, un set di regole meglio conosciute acome Basilea 4. Così facendo, il Ghos avrebbe approvato in maniera definitiva una bozza di proposta esaminata in un incontro tenuto a fine novembre a Santiago del Cile. In una nota diffusa ieri il Ghos ha però fermato tutto e buttato la palla avanti, affermando che è necessario più tempo per finalizzare alcuni lavori, come la calibrazione finale del quadro normativo.
Solo allora il Ghos - che ha reso noto «di accogliere con favore il  progresso segnato dal completamento delle riforme normative del  dopo-crisi» - potrà esaminare «il pacchetto di proposte e dare il suo ok  definitivo». Nessuna indicazione sulla data in cui si terrà il futuro  incontro del Comitato. Un'ipotesi tuttavia è che occorra attendere  almeno fino al prossimo marzo, vista la complessità della vicenda e la  diversità delle posizioni in campo.
Per Mario Draghi, presidente del  Ghos e della Bce, «il completamento di Basilea 3 è un passo importante  per ripristinare la fiducia negli indicatori di capitale e manteniamo  l'impegno per raggiungere questo obiettivo». Il Comitato, ha detto  ancora Draghi, «continuerà a lavorare per finalizzare le riforme che  puntano a correggere le imperfezioni messe in luce dalla crisi  finanziaria al fine di rendere le banche più sicure e resilienti».
Uno  dei motivi che potrebbe spiegare il congelamento della riforma è il  fatto che il Comitato di Basilea debba prendere ancora le misure con la  nuova amministrazione Usatargata Donald Trump. Il nuovo presidente  americano non ha mai fatto mistero di voler ammorbidire le regole per  banche d'affari e società finanziarie americane e rivedere i cardini  della riforma voluta dall'amministrazione Obama a valle della crisi del  2008. Nelle prossime settimane si capirà forse quale è la posizione  finale di Trump sul tema e le conseguenze eventuali sulle valutazioni di  Fed e delle banche americane. Ma soprattutto si capirà se la voglia di  ammorbidimento del nuovo inquilino della Casa Bianca aiuterà anche le  banche europee ad uscire dalla morsa regolatoria degli ultimi anni.
Nulla  è scontato, anzi. Tra banche (e Vigilanza) del Vecchio Continente e  quelle americane il livello di scontro rimane elevato. Tema del  contendere in particolare è la revisione dei modelli di rating interni,  con i quali le banche calcolano la a rischiosità dei loro attivi e  accantonano capitale di conseguenza. Il dossier interessa da vicino le  banche del Nord Europa - Olanda, Svezia, Danimarca in particolare - che  sono particolarmente esposte sui mutui immobiliari e sarebbero  costrette, in caso di una stretta regolamentare, a un'ondata di aumenti  di capitale. Gli Usa, da parte loro, tifano per un ritorno ai modelli  standard con il quale puntano a ridurre al minimo l'impatto in termini  di richieste di capitale: un po' perchè la stragrande maggioranza delle  banche americane già adotta tali schemi, un po' perchè il rischio di  credito è una parte minoritaria delle attività delle banche americane;  un po' perchè spesso le banche a stelle e strisce tendono a cedere o  cartolarizzare i mutui immobiliari, svuotandosi così dal rischio.
Ecco  perchè il rinvio dell'incontro segna in qualche modo un punto a favore  delle banche e dei regolatori europei, che infatti miravano a prendere  tempo sul dossier. Il timore diffuso è che Basilea 4 aumenti le  richieste prudenziali per le banche europee e costringa gli istituti a  dare una nuova stretta al credito. Secondo le stime della Federazione  bancaria europea, Basilea 4 potrebbe comportare una carenza patrimoniale  per oltre 860 miliardi di euro. Non proprio una buona notizia in un  momento in cui, vista la crescita a singhiozzo del Vecchio Continente,  il sostegno delle banche alle economie nazionali e agli investimenti  diventa sempre più essenziale.
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