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Banca Popolare Vicenza, il "rosso" sale a 1,4 miliardi

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 9 Febbraio 2016 alle 20:37 | 0 commenti

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Banca Popolare Vicenza comunica ufficialmente che il Consiglio di Amministrazione riunitosi il 9 febbraio 2016 ha approvato i risultati consolidati preliminari 2015 e confermato l’aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro da sottoporre all’Assemblea Straordinaria dei Soci. Aggiornato il Piano Industriale 2015-2020 alla luce dei risultati consuntivi 2015 e delle più recenti evoluzioni del mercato.

Risultato netto di esercizio 2015 pari a -1,4 miliardi di euro, con una variazione della perdita di circa 350 milioni di euro rispetto a giugno 2015, principalmente per effetto di riclassificazioni relative al “capitale finanziato”, gia’ dedotto a giugno 2015 dal patrimonio di vigilanza.

Ricavi “core” (margine di interesse e commissioni nette) in leggera crescita rispetto all’anno precedente.

Costi operativi sostanzialmente stabili, al netto di componenti straordinarie.

Coefficienti patrimoniali superiori ai minimi regolamentari (cet 1 ratio al 6,65% e total capital ratio all’8,13%, superiore rispetto al dato di giugno 2015). Includendo l’effetto del prospettato aumento di capitale, il cet 1 ratio si attesterebbe al di sopra del 12%, valore superiore al target srep bce (10,25%).

In crescita al 42,4% i livelli di copertura dei crediti deteriorati (includendo gli stralci), rispetto al 37,9% del 31 dicembre 2014 (+4,5 p.p.) e al 41,8% di giugno 2015.

Aggiornamento del piano industriale con conferma dei target al 2020 di un utile netto oltre 300 milioni di euro e livelli di cet 1 ratio superiori al 12%, includendo l’effetto del prospettato aumento di capitale.

I risultati consolidati preliminari di Bilancio al 31 dicembre 2015 evidenziano:

·           Ricavi “core” (margine di interesse e commissioni nette) in leggera crescita rispetto al 2014 (+1,7% a/a): margine di interesse sostanzialmente allineato all’anno precedente (-1,4% a/a), e commissioni nette in aumento (+7,0% a/a). Proventi operativi in leggera riduzione rispetto all’anno precedente (-2,3% a/a), principalmente per effetto della riduzione del contributo del risultato netto dei portafogli di proprietà (-12,7% a/a) e degli altri proventi netti (-68,6% a/a).

·           Costi operativi al netto di componenti straordinarie sostanzialmente stabili (+0,6% a/a). Il dato effettivo evidenzia una crescita del 12,7% a/a, che risente dei contributi richiesti per la risoluzione delle crisi bancarie e la tutela dei depositanti, di oneri legati all’attività di ricognizione dell’assetto patrimoniale e all’operazione di trasformazione, quotazione e rafforzamento patrimoniale in corso, nonché di oneri riferibili al personale per incentivi all’esodo e retention.

·           Accantonamenti e rettifiche di valore per oltre 2.300 milioni di euro, di cui:

-           1.333 milioni di euro di rettifiche di valore su crediti verso clientela, che hanno consentito di incrementare significativamente le coperture sulle esposizioni deteriorate, coperture che aumentano da 37,9% nel 2014 al 42,4% (+450 p.b.) includendo i c.d stralci. Copertura delle sofferenze che si attesta a 59,3% (+530 p.b) e delle inadempienze probabili a 25,8% (+620 p.b.).

Rispetto al 30 giugno 2015, gli accantonamenti per rettifiche di valore su crediti risentono di un importo pari a circa 440 milioni di euro riferibili al capitale finanziato (già in larga parte dedotti dal filtro prudenziale a giugno 2015).

-           171 milioni di euro di svalutazioni su attività disponibili per la vendita e partecipazioni, in larga parte riconducibili ai fondi Athena, Optimum MS1 ed Optimum MS2.

-           335 milioni di euro di rettifiche di valore su avviamenti e altre attività immateriali, relativi ad acquisizioni passate (avviamenti residui pari a euro 6 milioni).

-           513 milioni di euro di accantonamenti a fondo rischi e oneri, principalmente riferibili alla ricognizione effettuata sul patrimonio e ulteriori rischi legali.

·           Common Equity Tier 1 ratio pari al 6,65% (10,44% al 31/12/14) e Total Capital ratio pari all’8,13% (11,55% al 31/12/2014).

-           La riduzione dei coefficienti patrimoniali rispetto al 2014 è dovuta principalmente all’applicazione di un “filtro prudenziale” di circa 1,1 miliardi di euro, coerentemente alle richieste formulate dalla BCE, in gran parte già rilevato nei risultati semestrali 2015.

-           I livelli al 31 dicembre 2015 di CET 1 Ratio e Total Capital Ratio sono superiori ai minimi regolamentari. Includendo gli effetti del prospettato rafforzamento patrimoniale – confermato per un ammontare fino a 1,5 miliardi di euro - il CET 1 Ratio si attesta su un valore superiore al 12%, significativamente superiore al target SREP delle BCE (10,25%), e il Total Capital Ratio oltre il 14%.

 

Aggiornamento del Piano Industriale 2015-2020:

·                Confermate le linee guida strategiche che valorizzano il ruolo di banca commerciale radicata sul territorio, focalizzata sull’offerta di servizi di qualità alle imprese, agli imprenditori e alle famiglie.

·                Rafforzata l’azione di contenimento dei costi operativi in arco piano.

·                Ridotto l’apporto complessivo dei ricavi da interessi alla luce dei dati consuntivi 2015 con una previsione di minore crescita delle masse intermediate.

·                Incrementato il costo del credito alla luce della più recente evoluzione dello scenario di mercato

Target di utile netto confermato superiore a 200 milioni di euro nel 2018 e a 300 milioni di euro nel 2020. A fine Piano il CET1 ratio è previsto attestarsi al 12,9%, il Total Capital ratio al 13,7%, il ROTE Adjusted all’8,2%, il Cost Income Ratio <50%, e il Liquidity Coverage Ratio >120%, includendo l’effetto del prospettato aumento di capitale.

Impatti sui risultati preliminari di Bilancio 2015 dell’attività di ricognizione sugli assetti patrimoniali

Nel corso dell’ultimo trimestre del 2015 è stata ultimata la ricognizione delle operazioni di finanziamento che sono state ritenute “correlate” all’acquisto o alla sottoscrizione di azioni proprie. L’approfondimento delle indagini sulle posizioni già individuate e l’ampliamento del perimetro di analisi hanno fatto emergere ulteriori operazioni riconducibili a tali fattispecie, aggiuntive rispetto a quelle rilevate nella situazione intermedia al 30.06.2015.

Il totale dei finanziamenti “correlati” ammonta ora a € 1.086 mln.

A questi si aggiungono ulteriori importi, relativi a posizioni che presentano profili di anomalia collegati alla operatività su azioni proprie, che portano il totale a complessivi € 1.139 mln (€ 1.001 mln al 30 giugno 2015).

A fronte di tali finanziamenti e dei rischi associati alle ulteriori posizioni segnalate, sono state effettuate rettifiche di valore per € 466 mln e accantonamenti al fondo rischi e oneri per € 352,6 mln, riguardo alle specifiche circostanze di fatto che contraddistinguono tali operazioni e alla ponderata considerazione dei profili di criticità giuridica sottostanti.

Un importo residuo di € 320,8 mln è stato dedotto dal Patrimonio di Vigilanza tramite un c.d. “filtro prudenziale”, in coerenza con le indicazioni della BCE in ordine alla computabilità degli importi afferenti a tali operazioni tra gli elementi di capitale primario di classe 1 in base agli artt. 28 e 36 del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR). Un ammontare pari a € 304,4 mln verrà evidenziato nel bilancio al 31 dicembre 2015 come riserva indisponibile di patrimonio ai sensi dell’art. 2358, comma 6, cod. civ..

Con riferimento agli ulteriori rischi legali il bilancio consolidato al 31 dicembre 2015 tiene conto dell’esito degli approfondimenti condotti dalle competenti funzioni della Banca e registra specifici accantonamenti al fondo rischi e oneri per € 136,4 mln.

 

Risultati consolidati

 

Gli aggregati patrimoniali

 

Al 31 dicembre 2015 il prodotto bancario del Gruppo, costituito dalla raccolta totale e dagli impieghi per cassa con clientela, ammonta a 61,7 mld/€, in flessione del 16% rispetto ai 73,4 mld/€ del 31 dicembre 2014.

La raccolta totale del Gruppo, costituita dalla somma della raccolta diretta e della raccolta indiretta ammonta, al 31 dicembre 2015, a 36,5 mld/€ ed è in flessione del 19,4% rispetto ai 45,3 mld/€ del 31 dicembre 2014. Nel dettaglio, la raccolta diretta, al netto delle operazioni di pronti contro termine effettuate con controparti centrali, ammonta a 21,9 mld/€, in flessione del 23,3% sulle consistenze di fine 2014. La riduzione della raccolta diretta va posta in relazione a fenomeni che hanno interessato la Banca in corrispondenza di eventi straordinari (perquisizione della Guardia di Finanza a fine settembre 2015) e il sistema bancario nel suo complesso (effetto mediatico Decreto Salva Banche a fine dicembre).

Nel corso delle prime settimane del 2016 si è assistito ad una normalizzazione del profilo di liquidità del Gruppo. L’indicatore LCR[1] è superiore all’80% al 31 gennaio 2016, in netto miglioramento rispetto al dato di fine 2015 (47,5%).

La raccolta indiretta, al netto delle azioni BPVi in custodia ed amministrazione, si attesta a 14,6 mld/€
(-2,4% sul 2014), con il comparto della raccolta amministrata in flessione del 9,7%, mentre cresce del 6,7% il risparmio gestito e previdenziale.

Gli impieghi lordi alla clientela, escluse le operazioni di pronti contro termine con CCG ed i correlati margini di garanzia, ammontano al 31 dicembre 2015 a 28,8 mld/€, in leggera flessione rispetto al valore di fine 2014 (-3,7%). Gli impieghi netti con la clientela, escluse le operazioni di pronti contro termine con CCG ed i correlati margini di garanzia, ammontano al 31 dicembre 2015 a 25,1 mld/€, in riduzione dell’8,9% sulle consistenze del 31 dicembre 2014, risentendo in particolare delle importanti rettifiche di valore sui crediti verso la clientela effettuate dal Gruppo nell’esercizio.

Al 31 dicembre 2015, i crediti deteriorati netti verso la clientela ammontano a 5,3 mld/€, in crescita di 1,1 mld/€ su fine 2014. La relativa incidenza sul totale dei crediti verso clientela netti passa dal 14,95% del 31 dicembre 2014 al 21,13% del 31 dicembre 2015. In miglioramento di 5,5 punti percentuali l’indice di copertura dei crediti deteriorati che, complessivamente, passa dal 35,10% del 31 dicembre 2014 al 40,64% del 31 dicembre 2015. Includendo le cancellazioni parziali su crediti in procedura concorsuale ancora in corso alla data del 31 dicembre 2015 (c.d. “stralci”), l’indice di copertura dei crediti deteriorati risulta pari al 42,41% rispetto al 37,90% del 31 dicembre 2014. Le sofferenze nette verso clientela ammontano a 1.889,2 mln/€ e rappresentano il 7,50% del totale dei crediti netti. La relativa percentuale di copertura, includendo gli “stralci”, si attesta al 59,32% in crescita di oltre 5 punti percentuali su fine 2014.

Al 31 dicembre 2015, il rapporto impieghi verso clientela/raccolta diretta è pari al 114,7% (114,2% al netto dell’operatività con controparti centrali) a fronte del 92,6% del 31 dicembre 2014 (96,1% al netto dell’operatività con controparti centrali). L’esposizione netta sul mercato interbancario, al 31 dicembre 2015, ammonta a -7,8 mld/€ in significativo aumento rispetto a fine 2014, principalmente per effetto della scelta di finanziare parte dei titoli di Stato in BCE determinando un incremento dell’esposizione verso la stessa.

Il patrimonio consolidato di pertinenza del Gruppo, comprensivo della perdita d’esercizio, si attesta a 2.534 mln/€ a fronte dei 3.731 mln/€ di fine 2014.

 

Coefficienti di vigilanza e programma di rafforzamento patrimoniale

I Fondi propri computabili a fini di vigilanza al 31 dicembre 2015 ammontano a 2.022,5 mln/€ a fronte dei 3.349 mln/€ al 31 dicembre 2014. La suddetta variazione è principalmente ascrivibile alla perdita d’esercizio e al “filtro prudenziale” prima descritto, introdotto a seguito delle risultanze dell’ispezione della BCE e delle attività di ricognizione dell’assetto patrimoniale del Gruppo svolte internamente.

Il Common Equity Tier 1 Ratio e il Tier 1 Ratio si attestano entrambi al 6,65%, mentre il Total Capital Ratio risulta pari all’8,13%. Con la realizzazione del prospettato aumento di capitale di 1,5 miliardi entro fine aprile, il CET1 ratio e il TCR pro-forma al 31 dicembre 2015 si collocherebbero rispettivamente oltre il 12% e oltre il 14%.

 

I risultati economici

I risultati economici vengono illustrati, nel prosieguo, sulla base del conto economico riclassificato. Per il raccordo tra gli aggregati di seguito commentati e le voci che compongono lo schema del conto economico previsto dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia, si rinvia alla legenda riportata in calce al conto economico riclassificato che è allegato al presente comunicato stampa.

Il conto economico consolidato al 31 dicembre 2015 evidenzia una perdita di 1.407 milioni di euro, principalmente per effetto delle rilevanti rettifiche di valore su crediti e su avviamenti nonché degli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri effettuati.

Il margine finanziario, al 31 dicembre 2015, si attesta a 551,8 mln/€ ed è in crescita del 2,1% rispetto al dato del 31 dicembre 2014. In leggera flessione il margine di interesse che si attesta a 503,9 milioni di euro (-1,4% rispetto ai 511,1 milioni di euro del 31 dicembre 2014). Positivo il contributo dell’allargamento della forbice per effetto della riduzione del costo della raccolta che compensa l’andamento dei volumi.

Positiva la dinamica dei dividendi e del risultato delle partecipazioni valutate al patrimonio netto (47,9 mln/€ a fronte dei 29,4 mln/€ del 31 dicembre 2014), principalmente per effetto della valorizzazione di investimenti in private equity.

Le commissioni nette, al 31 dicembre 2015, sono pari a 322,4 mln/€ in crescita del 7% rispetto ai 301,3 mln/€ del 31 dicembre 2014. L’aggregato risente positivamente dell’andamento delle commissioni da gestito e previdenziale, del credito al consumo e dell’azzeramento del costo connesso alla garanzia rilasciata dallo Stato su obbligazioni di propria emissione.

Il risultato netto dei portafogli di proprietà è pari a 163 mln/€ a fronte dei 186,8 mln/€ del primo 31 dicembre 2014 e beneficia positivamente della cessione di alcune partecipazioni (Save, Pittarosso, 21 Investimenti, ecc.) in parte controbilanciate da minori ricavi dell’attività di negoziazione connessa alla strutturazione di operazioni di copertura del banking book. L’ammontare dei titoli di Stato è rimasto sostanzialmente invariato pari a 5,2 miliardi (5,4 miliardi al 31 dicembre 2014).

Gli altri proventi netti, al 31 dicembre 2015, ammontano a 15,3 mln/€ a fronte dei 48,8 mln/€ del 31 dicembre 2014 e risentono, tra l’altro, del minore apporto della “commissione di istruttoria veloce” rispetto all’esercizio scorso nonché di taluni oneri “una tantum” quasi integralmente riferibili ai riaccrediti effettuati alla clientela nel primo semestre 2015 a ristoro di commissioni e recuperi di spesa addebitati negli esercizi passati.

I proventi operativi si attestano quindi a 1.052,6 mln/€, in flessione del 2,3% sul 2014.

Gli oneri operativi ammontano complessivamente a 754,1 mln/€, in crescita del 12,7% sull’esercizio precedente. Tale incremento è principalmente ascrivibile alle altre spese amministrative (+33%) che risentono dei contribuiti (ordinari e straordinari per un totale di 59 milioni di euro) versati al Fondo di Risoluzione Nazionale e al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e delle spese connesse all’attività di “due diligence” sul capitale e per l’operazione di trasformazione in Spa e quotazione in Borsa; le spese per il personale crescono del 2,1%, in seguito ad oneri straordinari (pari a 10,4 mln) riconducibili a costi per incentivazione all’esodo e retention. Al netto delle componenti straordinarie i costi operativi risultano sostanzialmente stabili (+0,6% a/a), mentre le spese per il personale risultano in riduzione
(-0,5% a/a). Gli ammortamenti delle attività materiali e immateriali crescono marginalmente dello 0,5%.

Il risultato della gestione operativa, al 31 dicembre 2015, risulta pertanto pari a 298,5 mln/€ ed è in flessione del 26,9% sul 2014.

Il cost/income[2] sale al 71,6% in crescita di 9,5 punti percentuali rispetto al 62,1% del 31 dicembre 2014.

Le rettifiche di valore nette ammontano a 1.826,9 mln/€ a fronte dei 1.521,3 mln/€ del 31 dicembre 2014. Le suddette rettifiche si riferiscono per 1.333,4 mln/€ a crediti verso clientela (868,5 mln/€ al 31 dicembre 2014). Le rettifiche di valore relative ai crediti verso la clientela, che già al 30 giugno 2015 ammontavano a 703 mln/€ per effetto dell’evoluzione del credito anomalo nonché di un approccio maggiormente conservativo nei processi di classificazione e valutazione anche alla luce dell’esperienza maturata con il Comprehensive Assessment condotta dalla BCE nel 2014, risentono anche delle specifiche analisi effettuate all’esito del completamento dell’attività di accertamento e ricognizione dei finanziamenti ritenuti “correlati” all’acquisto/sottoscrizione di azioni BPVi.

La copertura media delle esposizioni deteriorate si incrementa di 5,5 p.p., passando dal 35,10% di fine 2014 al 40,64% del 31 dicembre 2015. La copertura dei crediti in bonis (al netto dei PCT e correlati margini di garanzia verso controparti centrali) è invece rimasta sostanzialmente allineata a quella di fine 2014 (0,74% al 31 dicembre 2015, 0,73% a fine 2014). Per effetto di quanto sopra, il credit cost[3] al 31 dicembre 2015 si attesta al 5,29% su base annua, a fronte del 3,09% del 31 dicembre 2014.

Le rettifiche di valore nette delle attività finanziarie disponibili per la vendita e partecipazioni ammontano a 171,2 mln/€ (36,2 mln/€ al 31 dicembre 2014) e sono riconducibili in gran parte ai fondi Athena ed Optimum MS1 e MS2 (142,3 mln/€) e, per il residuo, all’applicazione della specifica policy adottata dal Gruppo in tema di identificazione delle perdite per riduzione di valore delle attività finanziarie disponibili per la vendita.

Le rettifiche includono anche l’impairment di 10,9 mln/€ del valore residuo degli intangibili identificati nell’ambito della PPA in sede di acquisizione degli ex sportelli UBI nonchè l’impairment di 323,6 mln/€ effettuato sugli avviamenti iscritti in bilancio relativi alla CGU “Banca Popolare di Vicenza” (per 213,8 mln/€) e alla CGU “Banca Nuova” (per 109,8 mln/€) - che si aggiungono alle rettifiche di 600 mln/€ già effettuate nel bilancio 2014 – di fatto integralmente svalutati (avviamento rimanente pari a 6,2 mln/€ riferibile alla CGU “Farbanca”).

Il risultato netto dell’esercizio 2015 di -1.407 milioni di euro risente infine della contabilizzazione di accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri per 513,1 milioni di euro, principalmente riferibili agli stanziamenti effettuati a fronte dei rischi di cui si è riferito nella parte iniziale del presente Comunicato Stampa.

Aggiornamento delle proiezioni economico patrimoniali del Piano Industriale 2015-2020: confermato target utile netto superiore a 200 milioni di euro nel 2018 e a 300 milioni di euro nel 2020

Nel corso della stessa seduta il Consiglio di Amministrazione ha altresì approvato l’aggiornamento delle proiezioni economico patrimoniali del Piano Industriale 2015-2020, confermando le attuali linee guida alla base della strategia di rilancio intrapresa dal Gruppo, che ha già trovato parziale attuazione negli importanti interventi realizzati dal nuovo management, in un’ottica di semplificazione del modello operativo e della struttura di Gruppo, in particolare:

·                Implementazione a partire dal 01/01/2016 del nuovo modello di servizio alla clientela con la creazione di due nuove divisioni: Community Banking (focalizzata sulla clientela Mass, Affluent e Small Business) e Corporate/PMI&Private Banking (focalizzata sulla clientela PMI, Corporate e Private Banking).

·                Chiusura da giugno 2015 di 74 sportelli su un totale di circa 150 previsti a Piano. I rimanenti sportelli verranno chiusi entro giugno 2016.

·                Cessioni di partecipazioni non strategiche, tra le quali ICBPI e SAVE con la realizzazione di plusvalenze nette, pari rispettivamente a € 167 mln e € 17 mln.

I nuovi obiettivi economico patrimoniali sono stati aggiornati per tenere in considerazione i risultati consuntivi del bilancio al 31/12/15 e le risultanze finali dell’analisi condotta sui finanziamenti ritenuti “correlati” all’acquisto/sottoscrizione di azioni BPVi, sia in termini di impatto sui ratio patrimoniali di Vigilanza sia in termini di classificazione a crediti deteriorati, nonché le più recenti evoluzioni del mercato.

Il nuovo Piano presenta volumi complessivi intermediati inferiori a quelli precedentemente approvati, per effetto dello scostamento tra l’uscita 2015 effettiva e quella ipotizzata per elaborare il Piano al 2020. I principali scostamenti sono stati evidenziati sulla raccolta diretta, in conseguenza dei già citati eventi straordinari che hanno interessato la Banca e il sistema bancario nel suo complesso, sugli impieghi netti, anche per effetto delle maggiori svalutazioni connesse a linee correlate all’acquisto/ sottoscrizione di capitale, nonché sul portafoglio titoli di Stato, per effetto delle cessioni effettuate nell’ultimo trimestre 2015 che hanno determinato anche una diminuzione del rendimento medio dello stock residuo.

L’aggiornamento delle proiezioni economiche del Piano evidenzia rispetto alla precedente versione un inferiore livello di proventi operativi (-65 mln al 2020) per lo più derivanti da una più contenuta crescita del margine di interesse. La riduzione dei proventi risulta in buona parte compensata da minori oneri operativi (-43 mln al 2020) determinati da interventi più incisivi di contenimento dei costi. Infine il nuovo Piano presenta maggiori rettifiche su crediti per 24 mln nel 2020, con un costo del credito che passa da 0,60% a 0,70% nel 2020.

Complessivamente il target di utile netto è confermato superiore a 200 milioni di euro nel 2018 e a 300 milioni di euro nel 2020. A fine Piano il CET1 ratio è previsto attestarsi al 12,9%, il Total Capital ratio al 13,7%, il ROTE Adjusted all’8,2%, il Cost Income Ratio <50%, e il Liquidity Coverage Ratio >120%, includendo l’effetto del prospettato aumento di capitale.

Come il Piano precedente, anche questi obiettivi economici e patrimoniali non includono eventuali benefici derivanti da eventuali cessioni future di partecipazioni non strategiche e dall’applicazione dei metodi avanzati (AIRB) per il calcolo degli RWA.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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