BpVI e "Capolavori che ritornano": a Palazzo Thiene 132 pezzi della manifattura Antonimo
Giovedi 6 Dicembre 2012 alle 20:22 | 0 commenti
Banca Popolare di Vicenza - Una collezione di 132 pezzi da tavola della manifattura Antonimo appartenute alla regina d'Olanda trova collocazione nella nuova sala del settecento di palazzo Thiene
Banca Popolare di Vicenza presenta la mostra "Un regale servizio da tavola della manifattura Antonibon. Dalla Corte d'Olanda a Palazzo Thiene" un elegante esempio di art de la table settecentesca composto da 132 maioliche della manifattura Antonibon di Nove, importante centro di produzione della ceramica in provincia di Vicenza.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 6 dicembre al 27 gennaio 2013 e si inserisce nel progetto culturale energicamente portato avanti dall'Istituto e rivolto alla salvaguardia dei capolavori veneti dalla dispersione sui mercati mondiali.
L'antico servizio, composto da 132 pezzi da tavola finemente decorati con motivi alla "frutta barocca", oltre a rappresentare un eccellente manufatto dei ceramisti Antonibon, ha una provenienza altrettanto nobile: è appartenuto, infatti, alla Regina Giuliana d'Olanda,la sovrana dal carattere amabile e dai modi gentili che fu tanto amata dagli Olandesi e che aveva una predilezione per l'Italia, dove amava recarsi spesso in villeggiatura nella sua villa di Porto Ercole sull'Argentario.
Il servizio può essere giunto alla corte d'Orange come dono offerto da un ospite di rango, o essere frutto di una raccolta antiquaria arricchitasi, forse, sulla spinta della passione collezionistica della stessa Regina Giuliana; comparendo, inoltre, negli archivi della residenza di Stato destinata all'accoglienza degli ospiti della casa reale, si presume venisse utilizzato in occasione di banchetti e ricevimenti alla corte d'Orange.
L'eccezionale qualità dei manufatti, la dovizia delle decorazioni, unite al gusto della Regina Giuliana e alla sua predilezione per l'arte italiana, hanno contribuito al successo di questo capolavoro veneto presso la corte d'Orange e confermato quanto l'arte della ceramica sia evidentemente slegata dalla vecchia definizione di "arte minore", raggiungendo vertici di straordinaria qualità .
Diversi anni dopo la morte della sovrana, avvenuta nel 2004, il servizio da tavola fu messo sul mercato antiquario dal quale Banca Popolare di Vicenza l'ha acquisito integrandolo nelle sue collezione e salvaguardandolo dalla dispersione.
"L'acquisizione di questo capolavoro veneto - dichiara Gianni Zonin, Presidente di Banca Popolare di Vicenza - conferma il costante impegno di Banca Popolare di Vicenza nella salvaguardia e nella tutela del patrimonio artistico e culturale del territorio, favorendo il rientro di opere e capolavori altrimenti destinati ad essere dispersi sui mercati antiquari o alienati all'estero. Banca Popolare di Vicenza, in quanto banca popolare, dimostra una particolare sensibilità verso i soci, i clienti e gli amici dell'Istituto, offrendo numerose opportunità culturali e sottolineando come l'economia e la cultura siano strettamente collegate e imprescindibili l'una dall'altra: il progresso economico e il benessere sociale, infatti, passano anche attraverso l'attenzione per la cultura e l'arte, elementi fondamentali per l'identità e le tradizioni del territorio."
La collezione troverà collocazione permanente nella nuova "Sala del Settecento", direttamente attigua alla Sala dell'Ottocento, che andrà ad arricchire ed ampliare il percorso museale di Palazzo Thiene offrendo un'elegante e raffinata cornice alle ceramiche.
La Sala del Settecento è arredata con mobili veneziani e vicentini d'epoca, tra cui compaiono una coppia di eleganti cassettoni vicentini del XVIII secolo in noce e radica e due grandi specchiere veneziane della seconda metà del XVIII secolo.
A completare l'arredo della nuova sala sarà il dipinto di Francesco Fontebasso Rebecca ed Eleazaro al pozzo, di poco successivo alla metà del 700. La tela, che fa parte delle collezioni d'arte della Banca, è stata esposta nel 2008 a Roma in occasione della mostra "Capolavori che ritornano" e, in questa circostanza, viene per la prima volta esposto a Vicenza.
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