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Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ecco le pulizie di Intesa Sanpaolo sui crediti

Di Rassegna Stampa Giovedi 22 Novembre 2018 alle 15:31 | 0 commenti

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Tutti i dettagli sull’operazione (riportati in una sintesi di Milano Finanza di ieri) con cui Intesa Sanpaolo ha fatto pulizia sul portafoglio crediti ereditato dalle due ex banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca). Intesa Sanpaolo fa pulizia sul portafoglio crediti ereditato dalle due ex banche venete sottoposte nel giugno del 2017 a una liquidazione ordinata.

CHE COSA HA FATTO INTESA SANPAOLO SUI CREDITI DI POPOLARE DI VICENZA E VENETO BANCA

Nel terzo trimestre dell’anno lo stock di crediti in bonis ad alto rischio riclassificati a deteriorati è salito di 143 milioni toccando un valore lordo complessivo di 715 milioni (610 milioni netti).

ECCO LE OPERAZIONI DI INTESA SANPAOLO SU VENETO BANCA E POPOLARE DI VICENZA

Un lavoro di pulizia che da un lato testimonia il rigore di Intesa Sanpaolo nella contabilizzazione del portafoglio e dall’altro lato dimostra il progressivo deterioramento dell’attivo trasferito.

LE MANI LIBERE DI INTESA SANPAOLO

Non a caso al momento della stesura del contratto la banca si era cautelata ponendo paletti precisi: oltre a escludere tutte le esposizioni non performing, Intesa si era infatti tenuta le mani libere sui cosiddetti crediti in bonis «high risk».

IL DETTAGLIO SULLE POSIZIONI

Nel dettaglio, si tratta di posizioni classificate come crediti retail e sme (small and medium enterprise) con probabilità di default maggiore del 4,25% e crediti corporate con probabilità di default maggiore dell’8,5%.

PROSPETTIVA LIQUIDAZIONE

Le posizioni che non rispettino queste caratteristiche potranno essere retrocesse alla liquidazione coatta fino al 31 dicembre 2020. Nel dettaglio, 30 giorni prima della conclusione di ogni trimestre Intesa potrà inviare ai commissari una comunicazione scritta contenente l’individuazione dei singoli crediti ad alto rischio riclassificati e una dichiarazione del revisore legale dei conti.

LA TEMPISTICA DELLA PULIZIA

Entro dieci giorni dall’invio della comunicazione la banca procederà alla cessione degli stock in questione, ricevendo in cambio una somma corrispondente al valore lordo di bilancio dei crediti stessi al netto degli accantonamenti.

I CONFRONTI

Se a fine 2017 erano stati riclassificati crediti per 314 milioni, alla fine del primo semestre lo stock era salito a 572 milioni, per arrivare il 30 settembre a 715 milioni. I crediti declassati a deteriorati dovrebbero insomma finire sotto il cappello della Sga, la controllata del Tesoro che già gestisce le non performing exposure delle ex Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

CHE COSA E’ SUCCESSO NELLE ULTIME SETTIMANE

Nelle scorse settimane la società guidata da Marina Natale ha peraltro approvato le linee guida del piano strategico quinquennale al 2023 che vede una crescita della dimensione del portafoglio di npl.

GLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE

Per raggiungere gli obiettivi Sga punta a rafforzare il proprio modello di business caratterizzato da una gestione diversificata tra crediti cosiddetti gone concern (da gestire con logica di recupero) e quelli going concern (posizioni che possono essere normalizzate) con la possibilità di erogare direttamente nuova finanza in ottica di rilancio industriale.

GLI ALTRI DOSSIER DELLE EX POPOLARI

Nel frattempo procede l’attività dei commissari per vendere gli asset rimasti in capo alla liquidazione coatta amministrativa. Sta ad esempio entrando nel vivo la dismissione di Farbanca gestita da Mediobanca per la quale sarebbe in corsa la Prima Lending di Derek Vago. In fase di cessione è anche la quota che le due ex popolari detenevano in Arca Fondi, la sgr milanese guidata da Ugo Loser. All’acquisto delle quote si sono candidate per tempo Bper Banca e la Popolare di Sondrio anche se il closing del processo non sarebbe imminente.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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