Balle, ballottaggi e bollette
Domenica 16 Giugno 2013 alle 16:45 | 0 commenti
Aumento dei posti di lavoro, tagli delle tasse, riduzione dei parlamentari e dei costi della politica,
abbattimento del debito pubblico e ripresa economica entro la seconda metà del 2013... Balle! Balle per le quali dovremmo andare al ballottaggio se volessimo tirare le somme per stabilire quale leader e compagno di merende delle contrapposte parti politiche, nell'ultimo anno, ha cercato più di altri di "fregarci".
Ballottaggio che poi, in ambito elettorale, costituisce a sua volta una ulteriore e più grande balla diretta ad attribuire un'illusoria vittoria fondata sulla maggioranza degli elettori votanti che, come è noto, rappresentano sempre di più una minoranza rispetto a quelli non votanti, ovvero ai tanti e più che, già da un po', si sono rotti le ballotte dell'intera classe politica. Ma la matematica di questa "democrazia", come si ostinano a chiamarla alcuni cantori del voto, è molto di più che un'opinione. E' un pallottoliere con tante, più piccole, ballottelle multicolori, seppur cangianti, politicamente interscambiabili secondo criteri di calcolo e/o favoritismo partitico elettorale. Libertà dirottate per un loro più proficuo e circoscritto utilizzo e controllo. Un mercato di voti e preferenze, nel quale, come è dimostrato dalle recenti cronache giudiziarie, c'è anche chi opera in nero o col vile scambio. Conseguenze della "porcata", come ebbe a definirla il Ministro per le Riforme Roberto Calderoli, parlando della legge elettorale, da lui stesso proposta,che introduceva nel 2005 il "sistema proporzionale con premio di maggioranza". Una porcata che nel corrente politichese, ha preso il nome del più empatico "porcellum", anche se sempre una porcata rimane. Quel porcellum la cui riforma è divenuta, un'altra balla, una priorità di governo, sebbene a beneficiarne siano stati pure loro: i rappresentanti del governo medesimo. Questi ultimi, tuttavia , per darci prova del loro impegno, con preordinata ed apparente solerzia, hanno nel frattempo affrontato un altro grave problema del nostro sistema politico, quello del finanziamento pubblico ai partiti, di cui hanno promosso un'abrogazione graduale nei prossimi tre anni. Ma non lasciatevi ingannare, poiché si tratta di un'ennesima e della più grande delle balle, visto che i soldi usciti dalla porta (circa 60 milioni) rientrerebbero dalla finestra, con bonus fiscali per i donatori, 2 per mille in denuncia dei redditi, nonché spot tv e sedi di partito gratis. Bollette comprese.
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