Azienda vicentina attende da un anno più potenza elettrica, Zaia e Vascon: è burocrazia
Venerdi 14 Novembre 2014 alle 00:37 | 0 commenti
Il presidente del Veneto Luca Zaia commenta duramente la situazione di un'azienda che da un anno attende un aumento di potenza per la sua attività : "la vicenda è emblematica. L'Enel non è riuscita in 13 mesi a dare energia ad un'azienda vicentina, perché manca ancora una carta. L'imprenditore denuncia giustamente che così è impossibile fare impresa. Ecco cosa intendo quando ripeto quasi ossessivamente che da noi regna incontrastato il solito ufficio complicazione cose semplici".
"La cosa più che meravigliare, fa rabbia - continua Zaia - e va ad aggiungersi a tante altre storie di ordinaria burocrazia. Non si riesce a far capire a chi di dovere che le carte, tutte le carte, vanno fatte in pochi giorni e sicuramente viene fuori il tempo anche per la pausa caffè. Poi non ci si stupisca di delocalizzazioni e fughe all'estero. La sburocratizzazione varrebbe più di un'intera manovra per rilanciare l'economia".
"A ben vedere, le ragioni sono sempre le stesse - conclude Zaia - e cioè una tassazione tra le più alte in assoluto, adempimenti burocratici continui, costi dei servizi. Il risultato è la chiusura di migliaia di imprese o la fuga dei nostri imprenditori, grandi e piccoli. E c'è ancora chi critica il Veneto perché continua a reclamare autonomia, una burocrazia meno ossessiva e la possibilità di usare qui da noi i nostri soldi, senza doverli vedere sprecati altrove".
Nella polemica dice la sua l'on. Luigino Vascon coordinatore provinciale di Prima il Veneto denunciando la palude burocratica che una ditta di Vicenza deve subire e pagare: «Accade in Italia e precisamente a Vicenza ove il Pil pro capite è tra i primi d'Europa. Attendere ben  tredici  mesi per il via burocratico è impensabile, nel contempo non si crea occupazione e si favorisce l'invasione di prodotti stranieri». «Siamo in un momento epocale di enorme crisi imprenditoriale ed occupazionale - continua Vascon - e ciò nonostante vi sono imprenditori coraggiosi che vogliono creare occupazione, ma questo non e possibile in Italia».
Concludendo Vascon afferma che «talmente tante sono le lungaggini e le pastoie burocratiche  che il luccichio delle opportunità slovene ed austriache attraggono anche i più riluttanti, ecco dunque il franoso decadimento della nostra società veneta. Gli scenari sociali ed economici fanno intravvedere un futuro incerto in particolar modo per i giovani, quindi bisogna prendere subito coscienza e conoscenza per abbandonare quanto prima questa Italia matrigna e pensare solo ai veneti ed al Veneto».Â
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