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Auguri di Natale di Monsignor Pizziol: pace, ecologia e sociale. E un pensiero ai giornalisti senza giornale e a mostra che 'occupa' la vigilia

Di Sara Girombelli Lunedi 22 Dicembre 2014 alle 18:19 | 0 commenti

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Oggi sì è tenuto il consueto appuntamento prima di Natale tra il Vescovo Monsignor Beniamino Pizziol e la stampa locale, presso il Palazzo Vescovile di Piazza del Duomo. «Non possiamo non notare - afferma Don Alessio Graziani - che la presenza di giornalisti a questo evento è diminuita. Purtroppo sappiamo bene che la crisi attanaglia in particolar modo il vostro settore, quindi voglio ricordare anche i vostri colleghi che hanno perso il posto di lavoro».

Il messaggio di Natale del Vescovo, questa volta, ha come tema principale quello della pace. «Ogni anno cerchiamo, per non rendere astratti gli auguri, di insistere su un tema in particolare. L'anno scorso abbiamo parlato del tema della casa, emergenza tutt'ora drammatica. Oggi invece ci soffermeremo su un Natale nella prospettiva della pace. Quando si parla di pace essa viene sempre rappresentata come un momento di interruzione di guerra. Ogni riflessione sulla pace, quindi, è operata sempre in contrasto ai conflitti. Dobbiamo liberarci dalla schiavitù di collegare la pace alla guerra stessa per poterne parlare liberamente».
Il vescovo descrive quattro diverse dimensioni della pace. La prima è quella trascendente, perché essa è un valore che va al di là, è al di sopra e viene donata ad ogni persona (credente o non credente che sia). La seconda è la dimensione personale, perché ognuno deve adoperarsi per cambiare se stesso e interrompere il circolo vizioso che fa rispondere alla violenza con altrettanta violenza. La terza è la dimensione sociale, perché per costruire un mondo di pace è necessario che tutti i popoli predichino e pratichino la fratellanza, lo scambio equo di tutte le ricchezze (sia materiali che spirituali). La quarta dimensione della pace, infine, è quella ecologica perché non si può pensare a un mondo salvo da guerre e conflitti se per prima cosa non si rispetta l'ambiente, la Terra, che è la casa di tutti gli uomini. «Questi sono i contenuti che noi vorremmo trasmettere, gli aspetti su cui bisogna lavorare, piuttosto che riflessioni astratte e sentimentali» afferma Monsignor Pizziol.
Quest'anno la diocesi di Vicenza, inoltre, si associa alla 47° marcia nazionale per la pace, intitolata Non più schiavi, ma fratelli. La prima marcia risale al 1968, voluta da Paolo VI, per il primo giorno dell'anno (anche se per questa volta l'appuntamento è per il 31 dicembre). La città di Vicenza è stata scelta per due motivi: il primo perché quest'anno si commemora l'anniversario dell'entrata in campo dell'Italia durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1915, e il secondo per ricordare il drammatico rapimento in Camerun dei tre missionari, di cui due vicentini (Don Gianantonio e Don Gianpaolo), liberati dopo 57 giorni di prigionia.
La manifestazione partirà alle ore 17.30 dal Piazzale della Vittoria di Monte Berico, con uno sguardo alle montagne che sono state teatro della Grande Guerra. Da qui si scenderà verso Campo Marzo per una riflessione sulla città, sulle incomprensioni e sulle diversità che caratterizzano la convivenza urbana oggigiorno. «Campo Marzo per la nostra città - spiega Don Agostino Zenere - è un po' il simbolo, il luogo delle incomprensioni tra gli abitanti e le diverse culture».

Successivamente la marcia si sposterà al tempio di San Lorenzo, dove interverranno i due preti diocesani rapiti in Camerun, che racconteranno la loro esperienza e parleranno di cosa significhi lavorare per la pace. Ultima tappa sarà al Seminario Vescovile, che prevederà l'incontro con una delegazione dei 350 giovani che nello stesso giorno presteranno servizio di volontariato in luoghi di marginalità ed esclusione sociale, secondo una tradizione che va avanti da 8 anni.
L'ultimo tratto della marcia porterà all'arrivo in Cattedrale, dove sarà celebrata la S. Messa con il Vescovo Monsignor Pizziol e gli altri vescovi presenti alla marcia. Si terminerà con una festa, in un tendone allestito in Piazza del Duomo, con la possibilità di cenare tutti insieme e di incrociare anche l'altra grande festa della città, quella di Capodanno in Piazza dei Signori. Sono attese all'incirca 1500 persone.
Altra iniziativa della diocesi relativa al tema della pace è una mostra d'arte, allestita presso l'Oratorio del Gonfalone e aperta dal 24 dicembre 2014 all' 11 gennaio 2015, con 50 opere create da Don Ariano Campiello, fatte di una singolare materia prima: schegge di materiale bellico relativo alla Prima Guerra Mondiale. «Nessuno dei frammenti impiegati è stato modificato nella sua forma - spiega Don Zenere - l'intervento del'autore consiste nell'accostamento e nella saldatura delle diverse schegge. In questo modo parleranno non più di morte, ma di vita, raccontando la storia della Salvezza dal natale alla resurrezione».
Qualche polemica è stata sollevata sulla «mancanza di sensibilità laica», secondo Monsignor Pizziol, da parte degli organizzatori della mostra presso la Basilica Palladiana, che aprirà proprio il giorno della vigilia. «Persino nella laicissima Francia il museo del Louvre chiuderà anticipatamente in modo da dare a tutti la possibilità di raccogliersi in riflessione il 24 dicembre, ma in ogni caso si tratta solo di un "incidente di percorso" - afferma il Vescovo -. Ho sempre avuto un ottimo rapporto di dialogo con le amministrazioni locali, anche con il Comune di Vicenza».
Monsignor Pizziol si dice vicino alle posizioni del Vescovo di Padova Monsignor Antonio Mattiazzo, anche se non le condivide del tutto, quando incita gli imprenditori che sono in attivo a investire sul capitale sociale: «In questo periodo gli italiani stanno mettendo da parte più degli anni scorsi, perché c'è un generale clima di sfiducia che rende restii a investire, comprare o spendere - spiega -. Per ripartire dobbiamo passare da questa fase di attesa a una fase di sano e prudente rischio».
Infine un breve elogio alla diocesi vicentina che negli ultimi anni vanta ben 13 vescovi nativi (8 religiosi e 5 diocesani) e 3 cardinali: «Sono molto fiero di questi numeri perché indicano che la nostra diocesi è espressione di serietà, impegno e fatica. È una chiesa locale che però ha una dimensione universale, non vanno infatti dimenticati gli 800 missionari vicentini sparsi per il mondo».
Infine, alla domanda sul possibile ritorno in Camerun da parte dei due preti, Monsignor Pizziol spiega che per il momento non è fattibile perché la situazione nella regione è davvero molto pericolosa e tutti i funzionari religiosi di pelle bianca sono stati richiamati a casa. L'esercito del Camerun, dice, sta persino pensando di creare una zona-cuscinetto tra il loro stato e la Nigeria, eliminando definitivamente i villaggi di confine e dando il via ad azioni militari.
Speriamo, allora, che tutte queste iniziative a favore di una pace duratura possano servire a qualcosa di concreto.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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