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La sconfitta di Vercelli ha offerto uno spettacolo imbarazzante. E in più è riapparso il fantasma di una classifica pericolante, peggiore del 2011: proprio così, dopo le 17 giornate del campionato scorso il Lane aveva 18 punti, oggi solo 17. 

Risultato un po’ a sorpresa, proprio come il tonfo del sabato tra le risaie piemontesi. Il Vicenza, dopo la rimonta sul Novara e il pareggio sudato di Ascoli, pareva avesse ripreso continuità, seppure a piccoli passi. Ma la media di un punto a partita non paga: se poi perdi e giochi pure male, allora i numeri tornano prepotenti sopra ogni chiacchiera.

Il confronto con la stagione scorsa vale come alert generale nel cammino di Breda che finora ha tenuto in secondo piano le cifre, concentrandosi sulla crescita interna della squadra. Del resto non si può mettere fretta a un motore in rodaggio, che si brucia al primo scatto (derby docet) e ha bisogno di tempo per carburare. Ma quanto? La domanda nasce spontanea: c’è timore perché la tanto invocata vittoria non ha curato, l’esperienza c’è (Semioli, Pinardi, Padalino, lo stesso Giani non è più un novellino) eppure in meno di un mese si sbaglia l’approccio e si prendono tre schiaffi dalle neopromosse Lanciano (0-1) e Pro Vercelli (2-1). Del vocabolario biancorosso abbiamo sentito “amalgama”, “equilibrio”, “partita a sé”, “ci leveremo soddisfazioni” ma i risultati? Non proprio pervenuti.

Attento Vicenza, se nemmeno Cagni è riuscito dopo quel 2011 miracoloso (sei vittorie in dodici giornate). Il diesel di Breda ad oggi costa meno ma non offre garanzie di tagliare il traguardo. C’è da fare chiarezza sul piano assenze  che sta falcidiando la squadra: i giocatori fuori ruolo non funzionano!  C’è bisogno di chiarezza sul modulo da applicare (è piuttosto un 4-3-2-1, detto anche ad albero di Natale). E visto che non manca poi molto alle Festa, sarà meglio prepararsi per farla agli altri. Livorno, Modena, Empoli e Reggina: è’ arrivato il momento di fare i conti, ragazzi: servono 8 punti.    

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