Attentato a Tel Aviv, una vicentina: assassinati civili in un luogo di vita
Venerdi 10 Giugno 2016 alle 23:22 | 0 commenti
Riceviamo da Paola Farina e pubblichiamo
Nuovo attentato in Israele, atto criminale compiuto da quella “società civile, composta di angeli di pace†opportunamente addestrata a compiere attentati. Max Brenner Café Tel Aviv, quartiere Sarona, due terroristi ben vestiti, mimetizzati nell’ambiente che li circonda, si alzano e all’improvviso sparano sulla folla: quattro morti (mi verrebbe da dire quaranta morti come fanno i media palestinesi, ma non è la cifra che vale, quanto il gesto, il macabro rituale reiterato) 5 feriti. RIP alle vittime: Ido Ben Arieh, 42 anni, aveva servito nell’esercito all’interno dell’unità di élite della Sayeret Matkal (principale unità israeliana con compiti di ricognizione speciale, alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore).
Ilana Naveh, splendida madre di quattro figli e stava festeggiando il suo quarantesimo compleanno.
Michael Faigeh, 58 anni, Sociologo e antropologo “specializzato nella società israeliana, nella memoria collettiva e nel mito politicoâ€, aveva vinto nel 2010 lo Shapiro Prize for Best Book in Israel Studies, per un suo libro intitolato Settling in the Hearts: Jewish Fundamentalism in the Occupied Territories. Mila Mishayev, 32 anni, stava aspettando il fidanzato e avrebbe dovuto sposarsi a breve. Nonostante questo dolore che coinvolge tutti noi, Israele ha già ripreso a vivere, perché vivere è una cosa troppo importante per permettere alla morte l’annientamento della vita. Non si urleranno slogan “Je suis Tel Aviv†nel mondo, la vita degli ebrei non ha valenza mediatica, non sfileranno politici e puttane ai funerali degli ebrei, del resto nella ritualità ebraica è la chevra kadisha (חברה ×§×“×™×©× "società santa") a prendersi cura dei defunti, un gruppo di persone preposte alla sepoltura, di solito formato da volontari, uomini e donne, che preparano la salma per l'inumazione rituale. È compito della società santa assicurarsi che la salma riceva le dovute onoranze, sia purificata e vestita nei sudari appropriati. I politici del mondo suonerebbero come una nota stonata in tale circostanza.
I criminali sono TERRORISTI PALESTINESI, i cugini Muhammad e Khalid Muhamra, figli di Hamas (il cosiddetto "governo democraticamente eletto" di Gaza). Non dimentichiamo che Hamas viene partorito da un utero malato dei Fratelli Musulmani, ha festeggiato su Twitter l'attentato e Abu Mazen (altro cosiddetto "angelo di paceâ€) li chiamerà presto eroi. Caramelle, gimkane automobilistiche e suoni di claxon a coronare i festeggiamenti sulle strade di Gaza.
Hamas viene considerata un'organizzazione terrorista da una minoranza di nazioni nel mondo (Unione Europea - quando torna comodo -, Stati Uniti, Israele, Canada, Egitto e Giappone): non viene considerata terrorista dalla gran parte (ad esempio Iran, Russia, Cina, Norvegia, Svizzera, Brasile, Turchia e Qatar). Fondata dallo Shaykh Ahmad Yasin, ʿAbd al-ʿAzīz al-Rantīsī e Mahmud al-Zahar nel 1987, sotto la pressione dell'inizio della Prima Intifada, come braccio operativo dei Fratelli Musulmani, ufficialmente per combattere lo stato di Israele, obiettivamente per combattere quanti non la pensano come loro.
I Fratelli Musulmani invece sono stati dichiarati fuorilegge, in quanto considerati organizzazione terroristica, da parte dei governi di Bahrain, Egitto, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan. Godono invece di cospicui finanziamenti e protezione più o meno esplicita da parte dei governi di Turchia e Qatar, che si sappia.
I finanziatori dei terroristi (perché piaccia o no così si chiamano coloro che compiono atti contrari alla vita) sono invece delle persone in giacca e cravatta, spesso vestite di fresco di lana in estate e di un buon tessuto cardato, sempre di alta qualità in inverno, sono gli stessi che vengono ricevuti dal nostro Presidente della Repubblica, dal Papa, dal Governo con tanti onori. Sono gli stessi che acquisiscono le partecipazioni di fondi strategici del nostro Paese. Sono uomini di classe, con laurea a Oxford o Cambridge che finanziano università e quotidiani europei. Sono figli di papà del Golfo che si comprano il meglio delle nostre aziende. E per ultimi, ma non per questo meno complici le Onlus rosse, bianche, gialle e scarlatte e la Comunità Europea che raramente richiedono i rendiconti per i fondi stanziati a â€fin di beneâ€, secondo loro, contribuendo così al finanziamento del terrorismo di matrice islamica. Ma anche il bel paese nostro non scherza, ha tra l’altro, dal 1996 al 2009 ha erogato circa 300.000 euro l’anno per sostenere gli “ambasciatori†palestinesi a Roma, e lo ha fatto a fondo perduto, senza che i beneficiari abbiamo mai dovuto rendere conto delle spese effettivamente sostenute, sempre sotto l’egida della UE (clicca). E probabilmente continua a finanziare sotto mentite spoglie.
Benjamin Netanyahu, accorso nel luogo degli assassinii, promette una risposta decisiva all’attentato di Tel Aviv ed io sto con Bibi. Per favore non indignatevi se Israele ha sospeso i permessi d'ingresso ai palestinesi durante il mese di Ramadan in seguito all'attacco terroristico a Tel Aviv in cui sono rimaste uccise 4 persone. Recita così la nota del Cogat (The Coordinator of Government Activities in the Territories Unit) «Tutti i permessi per il Ramadan, in particolare per le visite di famiglie della Giudea-Samaria (Cisgiordania) in Israele, sono congelati». La decisione colpirà 83mila palestinesi, ma anche altri 500 residenti di Gaza che hanno ricevuto il permesso di visitare i parenti durante il Ramadan. La vita dei cittadini di Israele vale più delle ricorrenze religiose e per fortuna oggi, come sempre Israele continua nella corsa alla vita. Avanti, Kadima in ebraico, avanti con la vita in Israele, ma avanti anche, purtroppo per chi continua palesemente o celatamente a sostenere il terrorismo di qualsiasi matrice esso sia.
Da un po’ di tempo ho smesso di credere che questi escrementi (ovvero i terroristi) ce l’abbiano con Israele poiché Stato Ebraico, madre e padre di tutti noi e per quello che rappresenta, ce l’hanno con Israele perché Stato aperto, liberale, democratico. Io ce la farò, ma per quelli che verranno, non saranno tempi facili e di democrazia, se l’Europa buonista non vuole capire che dietro a questi attentati, c’è un disegno strategico che mira a violare ogni espressione di libertà individuale e ad islamizzare il mondo. Leo Valiani, nato Leo Weiczen, giornalista e senatore amava dirmi durante le poche frequentazioni intercorse alla fine degli anni settanta, sia per il Partito Repubblicano, sia per Israele “ Israele non piace perché è l’unica perla d’Europa in un oceano di Medio Orienteâ€. Con il senno del poi, aveva ragione! Prima ancora della Fallaci!
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